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 Concerto A MARIANO COMENSE

La chiesa di Santo Stefano a Mariano Comense

La chiesa di Santo Stefano a Mariano Comense

 

NELLA TERRA DI MANLIO TEODORO un CONCERTO PER AGOSTINO, ADEODATO E VERECONDO

SABATO 13 MARZO  2010

 

Ore 21: Chiesa parrocchiale di Santo Stefano a Mariano Comense

 

 

LETTORE

Agostino nel suo De Beata Vita, scritto nella campagna di Cassiciaco nel 386, afferma: "alfine giunsi in questa regione e qui conobbi la stella polare cui affidarmi. Avvertii infatti spesso nei discorsi del nostro vescovo e talora nei tuoi, che all'idea di Dio non si deve associare col pensiero nulla di materiale ... e letti pochi libri di Plotino, di cui so che tu Teodoro sei grande ammiratore ... m'infiammai talmente da voler subito levare tutte le ancore."

Questa sera, tra i tanti ricordi e la memoria della storia della nostra fede, vogliamo rendere merito anche a questo grande amico di Agostino, quel Manlio Teodoro milanese, vostro concittadino, cui la tradizione attribuisce l'origine del nome stesso di questa città che ci ospita.

 

LETTORE

Chi era Manlio Teodoro ? Come Claudiano attesta nel suo Panegyricus, Manlio Teodoro dopo un brillante cursus honorum, che raggiunse l'apice con la prefettura della Gallia, nel 383 d. C. decise di abbandonare la carriera politica per ritirarsi a vivere qui in un suo podere nella campagna milanese. Qui trascorse più di dieci anni immerso nella meditazione e nelle attività letterarie di stampo neoplatonico, di cui restano pochissime tracce, sopravvissute nel trattato De Metris.

 

LETTORE

Non ti rattristi la stagione invernale durante la quale molte piante feconde e fruttifere, essendo senza foglie e frutti – si è d'inverno – sono spoglie della loro bellezza. Piante disseccate, anche se in realtà non lo sono. L'erba già verdeggia e le piante non hanno nemmeno le foglie. E l'erba verdeggia ! Ma tra l'erba del prato, che anche d'inverno verdeggia, e l'albero da frutto, che d'inverno è brullo, giudice sarà l'estate. Questa è la forza delle stagioni, questa è la forza dell'ordine dell'universo che Dio saggiamente governa.

(AGOSTINO, Sermone XXV a 1)

 

 

LE STAGIONI

Se la rondine vola in cielo in primavera saremo già

Se nei campi matura il grano in estate saremo già

Se le foglie diventan gialle in autunno saremo già

Se c'è neve nella campagna in inverno saremo già

 

 

 

LETTORE

Agostino, che era giunto a Milano nel 384 d. C., conobbe Teodoro probabilmente frequentando un circolo di aristocratici cristiani che studiavano il neoplatonismo e al quale apparteneva anche il vescovo Ambrogio. Gli incontri con Manlio Teodoro furono certamente proficui per Agostino negli anni che vanno dal 384 al 386 d. C. e stimolarono una sincera e profonda amicizia fra i due. Agostino nutriva in quel periodo una grande ammirazione per Teodoro, che risuona efficacemente negli elogi tessuti nel De Beata Vita, uno dei Dialoghi scritti a Cassiciaco. Vir humanissime atque magne lo considera nel proemio dell'opera e più avanti lo propone interlocutore privilegiato, capace di comprendere i suoi intenti e di fornirgli l'aiuto desiderato.

Manlio Teodoro può essere considerato senz'altro un efficace ispiratore della vita comunitaria dedicata alla ricerca della conoscenza, della verità e di Dio, che raccolse l'entusiasta adesione di Agostino e dei suoi amici. Si può anche supporre che Manlio Teodoro poteva essere assieme a Romaniano una di quella “decina di persone, alcune delle quali molto facoltose”, che nel 385 d. C. avevano deciso con Agostino di realizzare una società di uomini animati dal desiderio di vita comune, che purtroppo invece fallì sul nascere. Ma nel 386 tutti si mossero e vennero a Cassiciaco nella villa di Verecondo.

 

 

YO VENGO

allegro canto messicano (testo e musiche di Rodolfo Ascencio)

 

 

LETTORE

Al dire di Claudiano nei suoi studi Teodoro trattava di questioni naturali in genere, delle mutabilità della materia, dei moti degli astri e dei pianeti, della luna, delle maree e dei fenomeni meteorologici. Significativo il fatto che la testimonianza di Claudiano su uno studio del genere trovi una diretta conferma nei testi di Agostino, che riferisce della intenzione di Teodoro di realizzare una scritto che però non era ancora riuscito a redigere definitivamente. Più precisamente nell'introduzione del "De beata vita", opera dedicata proprio a Teodoro, accennando al problema dell'origine del mondo, Agostino scrive: "il problema è di difficile soluzione e tu, Teodoro, hai cominciato a chiarirlo" (De beata vita 1, 1). Altro cenno sul medesimo tema è sottinteso nei Soliloquia (2, 14, 26) che Agostino intrattiene con la sua ragione al cospetto di Dio durante le notti di veglia nella villa di Verecondo.

 

 

LA VERGINE DEGLI ANGELI

dall'opera al Forza del destino di Giuseppe Verdi: preghiera alla Madonna

 

 

LETTORE

Partito per la campagna con tutti i miei familiari, ti benedicevo gioioso. L'attività letteraria da me esplicata a Cassiciaco interamente al tuo servizio … è testimoniata nei libri ricavati dalle discussioni che ebbi con i presenti, e con me solo davanti a te. E quando mi basterà il tempo per mettere in scritto tutti i tuoi grandi benefici a noi accordati in quel periodo? La mia memoria mi richiama, pregusto la dolcezza di confessarti, Signore, i pungoli interiori, con cui mi domasti.

 

LETTRICE

Una volta rimandai la conversazione ad altro giorno tanto più che avevamo cominciato a disputare nel tardo pomeriggio, poiché avevamo trascorso quasi tutta la giornata a sorvegliare i lavori di campagna ...

 

 

PICK A BALE OF COTTON

canto di lavoro negro-americano prendi questa balla di cotone e girala

 

LETTORE

Verecondo con grande generosità ci offrì di vivere nella sua villa per tutto il tempo che saremmo rimasti là. Lo ricompenserai, Signore, nella resurrezione dei giusti, tu che gli hai già ricompensato con la loro eredità. Noi già non c'eravamo più, eravamo a Roma, quando si ammalò: si fece cristiano e ottenne il battesimo, poi emigrò da questa vita. Questo fu un gesto di compassione da parte tua, non soltanto per lui ma anche per noi: sarebbe stato un gran tormento infatti pensare alla squisita umanità dell'amico verso di noi, e non poterlo annoverare nel tuo gregge.

 

LETTORE

Grazie a te, Dio nostro! Siamo tuoi. Lo dimostrano i tuoi consigli e i tuoi conforti: fedele alle promesse renderai a Verecondo, in cambio della sua terra a Cassiciaco dove in te riposammo dalla furia del secolo, la primavera eterna, il tuo giardino. Perché le colpe che ebbe sulla terra tu gliele hai condonate lassù sulla montagna della gioia, bianca di latte e cacio.

 

 

AMAZING GRACE

[testo]

Meravigliosa grazia! Che lieta novella che ha salvato una miserabile come me!

Un tempo ero perduto, ma ora sono ritrovato.

Ero cieco ma ora ci vedo.

E' stata la grazia ad insegnare al mio cuore il timor di Dio

Ed è la grazia che mi solleva dalla paura;

Quanto preziosa mi apparve quella grazia

Nell'ora in cui ho cominciato a credere!

Attraverso molti pericoli, travagli e insidie sono già passato;

La grazia mi ha condotto in salvo fin qui,

E la grazia mi condurrà a casa.

Il Signore mi ha promesso il bene, la sua parola sostiene la mia speranza;

Egli sarà la mia difesa e la mia eredità, per tutta la durata della vita

Sì, quando questa carne

e questo cuore verranno meno,

E la vita mortale cesserà,

io entrerò in possesso, oltre il velo,

di una vita di gioia e di pace.

 

 

LETTRICE

Cantiamo ora l`alleluia, mentre qui in terra siamo ancora privi di sicurezza, per poterlo cantare un giorno lassù, ormai sicuri.

O felice quell`alleluia cantato lassù! O alleluia di sicurezza e di pace! Là nessuno ci sarà nemico, là non perderemo mai nessun amico. Ivi risuoneranno le lodi di Dio. Certo risuonano anche ora qui. Qui però nell`ansia, mentre lassù nella tranquillità. Qui cantiamo da morituri, lassù da immortali. Qui nella speranza, lassù nella realtà. Qui da esuli e pellegrini, lassù nella patria. Cantiamo pure ora, non tanto per goderci il riposo, quanto per sollevarci dalla fatica.

Cantiamo da viandanti. Canta, ma cammina. Canta per alleviare le asprezze della marcia, ma cantando non indulgere alla pigrizia. Canta e cammina. Che significa camminare? Andare avanti nel bene, progredire nella santità. Vi sono infatti, secondo l`Apostolo, alcuni che progrediscono si, ma nel male. Se progredisci è segno che cammini, ma devi camminare nel bene, devi avanzare nella retta fede, devi avanzare nella retta fede, devi progredire nella santità. Canta e cammina.

 

 

VIVA LA PACE

CANTO: Viva la pace

Mi vorrei risvegliare un mattino e far parte di un mondo migliore, poter dare ad ogni bambino una parte di gioia che è in me.

Vedo nuvole scure nel cielo, vedo uomini privi d'amore, io vorrei costruire la pace e cantare felice con te:

 

rit.

Viva, viva la pace, Viva, viva la pace cosa meravigliosa,

che regge il mondo e dal profondo nasce e si espande

Viva, viva la pace, Viva, viva la pace grande,

se nel domani stendi le mani a chi ha bisogno come un bel sogno.

Viva, viva la pace, Viva, viva la pace che parte dal cuore,

vola l'amore proprio perché la pace c'è

 

Mi vorrei risvegliare un mattino e trovarmi in un mondo sereno,

senza nuvole scure nel cielo con la pace diffusa tra noi.

Sognare che molto è cambiato e non c'è né odio né guerra,

solo amore fra tutte le genti, in un cerchio di pace e bontà.

 

rit.

Viva, viva la pace, Viva, viva la pace cosa meravigliosa,

che regge il mondo e dal profondo nasce e si espande

Viva, viva la pace, Viva, viva la pace grande,

se nel domani stendi le mani a chi ha bisogno come un bel sogno.

 

Viva, viva la pace, Viva, viva la pace che parte dal cuore,

vola l'amore proprio perché la pace c'è (

 

rit.

Viva, viva la pace ...

 

 

LETTRICE

Il tredici novembre ricorreva il mio compleanno. Dopo un pranzo tanto frugale che non impedì il lavoro della mente, feci adunare nella sala delle terme tutti coloro che non solo quel giorno ma ogni giorno convivevano con me. S'era presentato come luogo appartato, adatto all'occorrenza. Partecipavano e non ho timore di presentarli per ora con i soli nomi alla singolare tua benevolenza, prima di tutto mia madre, ai cui meriti spetta, come credo, tutto quello che sto vivendo, Navigio mio fratello, Trigezio e Licenzio miei concittadini e discepoli. Volli che non mancassero neanche Lastidiano e Rustico, miei cugini, sebbene non avessero frequentato neppure il maestro di grammatica. Ritenni che il loro buon senso fosse sufficiente all'argomento che intendevo trattare. Con noi era anche mio figlio Adeodato, il più piccolo di tutti. Egli ha tuttavia un ingegno che, salvo errore dovuto all'affetto, promette grandi cose.

 

 

LETTORE

Le vicende di questo ragazzo sono state recentemente romanzate in un libro del prof. Gian Luca Alzati: Adeodato e l'umbra tenebrarum. Un romanzo simpatico, bello, intrigante, avventuroso, che ci riporta nella Cassago di 1600 anni fa quando, in questi stessi luoghi si aggiravano Agostino, Monica e un irrequieto ragazzo. Adeodato appunto, intelligente, educato e amante della verità, Adeodato che aveva seguito il padre in Italia, soggiornando oltre che a Milano anche nella la villa di campagna di Verecondo. Questa sera lasciamoci condurre per mano da lui: con la forza della musica culliamoci in un ideale viaggio alla riscoperta della spiritualità e della pace che ogni uomo desidera.

 

 

LETTORE

Dio è tutto per te, è tutto quello che ami. Se consideri le cose visibili, né il pane è Dio, né l'acqua è Dio, né questa luce è Dio. Dio è tutto per te. Se hai fame, è il tuo pane; se hai sete, è la tua acqua; se sei nelle tenebre, è la tua luce.

(AGOSTINO, Omelia sul vangelo dì S. Giovanni 13, 5)

 

 

LIFE IS BEAUTIFUL

Sorridi,senza una ragione,

Ama, come se fossi un bambino

Sorridi, non importa cosa dicono

Non ascoltare una parola di quello che dicono perchè la vita è bella così.

Lacrime, un'ondata di lacrime,

Luce che lentamente scompare Aspetta prima di chiudere le tende

C'è ancora un altro gioco da giocare e la vita è bella così.

Qui con i suoi occhi eterni sarò sempre più vicina di quanto tu possa ricordare

ora che sei là fuori con te stesso ricorda che cos'è vero e che quel che sogniamo è solo amore.

Conserva la risata nei tuoi occhi presto verrà premiato il tuo aspettare

non dimenticheremo i nostri dolori e penseremo ad un giorno più allegro perché la vita è bella così.

Noi dimenticheremo i nostri dolori e penseremo ad un giorno più allegro perché la vita è bella così.

C'è ancora un altro gioco da giocare e la vita è bella così.

 

 

LETTRICE

Quando ricorderò tutti gli avvenimenti di quei giorni di vacanza? Non li ho però dimenticati, né tacerò la durezza del tuo flagello e la mirabile prestezza della tua misericordia. Mi torturavi allora con un male ai denti. Quando si aggravò tanto che non riuscivo a parlare, mi sorse in cuore il pensiero di invitare tutti i miei là presenti a scongiurarti per me, Dio di ogni salvezza.

Lo scrissi sopra una tavoletta di cera, che consegnai loro perché leggessero, e appena piegammo le ginocchia in una supplica ardente, il dolore scomparve. Ma quale dolore? O come scomparve? Ne fui spaventato, lo confesso, Signore mio e Dio mio, perché non mi era mai capitato nulla di simile da quando ero venuto al mondo.

 

 

CARMINA BURANA

I Carmina Burana sono testi poetici contenuti in un importante manoscritto del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis, proveniente dal convento di Benediktbeuern (l'antica Bura Sancti Benedicti fondata attorno al 740 da San Bonifacio nei pressi di Bad Tölz in Baviera) e attualmente custodito nella Biblioteca Nazionale di Monaco di Baviera. Nel 1937, il compositore tedesco Carl Orff musicò alcuni brani dei Carmina Burana, realizzando un'opera che porta lo stesso nome.

 

Dai Carmina Burana la cantata: O FORTUNA

 

O Fortuna, cangi di forma come la luna, sempre cresci o cali;

l'odiosa vita ora abbatte ora conforta a turno le brame della mente, dissolve come ghiaccio miseria e potenza.

Sorte possente e vana, cangiante ruota, maligna natura, vuota prosperità che sempre si dissolve, ombrosa e velata sovrasti me pure; ora al gioco del tuo capriccio io offro la schiena nuda.

Le sorti di salute e di successo ora mi sono avverse, tormenti e privazioni sempre mi tormentano.

In quest'ora senza indugio risuonino le vostre corde; come me piangete tutti: a caso ella abbatte il forte!

 

 

LETTRICE

Con una lettera informai il tuo vescovo, il santo Ambrogio, dei miei errori passati e della mia intenzione presente, chiedendogli consiglio sui tuoi Libri che più mi conveniva di leggere per meglio prepararmi e dispormi a ricevere tanta grazia. Mi prescrisse la lettura del profeta Isaia, credo perchè fra tutti è quello che preannunzia più chiaramente il Vangelo e la chiamata dei gentili. Trovandolo però incomprensibile all'inizio e supponendo che fosse tutto così, ne rinviai la lettura, per riprenderla quando fossi stato addestrato meglio nel linguaggio del Signore.

 

 

LETTORE

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne. Tu bene l'avevi fatto. Era appena quindicenne, e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi ... In uno dei miei libri, intitolato Il maestro, mio figlio conversa con me. Tu sai che tutti i pensieri sono suoi, di quando aveva sedici anni. Di molte altre sue doti, ancora più straordinarie, ho avuto la prova. La sua intelligenza m'ispirava un sacro terrore; ma chi, al di fuori di te, poteva essere l'artefice di tali meraviglie? Presto hai sottratto la sua vita alla terra, e il mio ricordo di lui è tanto più sereno, in quanto non ho più nulla da temere per la sua fanciullezza, per l'adolescenza e l'intera sua vita.

 

 

LETTRICE

Ce ne facemmo dunque un compagno e coetaneo nella tua grazia, da educare secondo la tua dottrina; e fummo battezzati e venne meno l'angoscia del passato. In quei giorni mirabili e dolcissimi non mi stancavo di considerare la profondità delle tue decisioni sulla salvezza del genere umano. Quanto piansi ascoltando l'armonioso risuonare delle voci che ti levavano inni e cantici nella tua chiesa che intensa suggestione! Quelle voci mi si insinuavano nelle orecchie e mi distillavano in cuore la verità, e sollevavano un'onda di appassionata devozione che fluiva in pianto, e mi faceva bene.

 

 

LA VITA E' FELICE

(Inno agostiniano per i giovani di tutto il mondo)

 

The happy life

La vida feliz

 

Inno ufficiale sulle beatitudini, ispirato da Confessioni 4,12.18

 

Rit. La vita felice è comunione: è lì, è lì la città di Dio.

La vita felice è servizio: è lì, è lì la città di Dio.

La vita felice è per sempre: è lì, è lì la città di Dio.

 

 

LETTRICE

Caro Adeodato, figlio mio diletto Da tempo volevo scriverti una lettera come questa, ma mi è sempre mancato il coraggio.

... Io sto bene, insomma, come può star bene chi ha dovuto lasciare le persone che più amava, ma sono convinta che c'è un progetto più grande di noi e delle nostre vite che ha deciso che le cose dovessero andare così. Io voglio ancora bene a tuo padre. Ho vissuto con lui la mia giovinezza. Avevo più o meno la tua età quando l'ho conosciuto.

... Ma devi sapere anche che Agostino era già allora un ragazzo intelligente, buono e molto affascinante, come mi dicono che sia tu adesso. E io me ne sono innamorata. Ora Agostino ha deciso di seguire un'altra strada, di donarsi anima e corpo a Dio e io non mi sono sentita di ostacolarlo. Fai la tua strada Adeodato, segui gli insegnamenti di tuo padre, sii felice.

Forse un giorno le nostre strade si rincontreranno e io aprirò le mie braccia per accoglierti.

Ti voglio bene, Tua madre

 

 

LA CANZONE DI ADEODATO

di Gian Luca Alzati con musiche di Perego matteo

Accompagnamento del Coro Adeodato

 

 

LETTORE

Grazie a tutti per averci gentilmente ed attentamente ascoltato. Grazie ai ragazzi del Coro Adeodato che hanno saputo aiutarci con i loro canti in questa serata, grazie al Maestro Silvano Bianchi per l'eccellente lavoro di preparazione, grazie a don Luigi che ci ha ospitato in questa chiesa ricca di fede e di storia, grazie alla Biblioteca di Mariano per l'invito, grazie anche a Gian Luca Alzati che ha scritto per i nostri ragazzi un libro che dà spessore a un grande evento della storia dei nostri paesi in un'epoca lontana ma quanto mai vicina per sentimenti e amori. In questa occasione desideriamo anche invitarvi non solo a Cassago, nella terra di Verecondo, ma pure a percorrere il Cammino di sant'Agostino che attraverso un percorso mirabile per storia, fede ed arte ci conduce per i luoghi che Agostino conobbe durante la sua vita nel milanese, un legame così forte e duraturo che i suoi resti mortali sono ancora tra noi, nella mirabile Arca in san Pietro in Ciel d'Oro a Pavia.