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Percorso : HOME > Associazione > Attività > Per le Scuole > Coro Adeodato > 30° Alpini CassagoConcerto per la FESTA 30° Alpini 2011
Presentazione della manifestazione per il Trentennale del Gruppo Alpini di Cassago
Concerto-Spettacolo
PER LA FESTA DEL TRENTENNALE DI FONDAZIONE DEL GRUPPO ALPINI DI CASSAGO
CONCERTO PER I 150 ANNI UNITA' D'ITALIA
con il CORO ADEODATO
sabato 4 giugno ore 20.30 Palestra Comunale
Presentazione
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Un caloroso saluto a tutti voi qui presenti. Sono con noi il Coro Adeodato e il Coro Alpino Val San Martino che ci allieteranno con i loro canti per festeggiare i 30 anni di fondazione del Gruppo Alpini di Cassago. Il Coro Adeodato, formato da circa 70 ragazzi che, come ben sapete, è dedicato ad Adeodato, il figlio adolescente di sant'Agostino.
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Questa sera, nell'anno dei 150 anni dell'Unità d'Italia ripercorreremo qualcuna delle vicende che hanno fatto l'Italia attraverso i canti che hanno preparato, accompagnato e festeggiato l'epopea risorgimentale italiana.
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L'ULTIMO IMPERATORE
L'Unità d'Italia si completa nel 1918 con la caduta dell'Impero Asburgico, che per due secoli aveva soggiogato la nostra Nazione. Altri Imperi cadranno, segnando la fine di un'epoca di oppressione per quei popoli che hanno preteso la propria libertà. Il brano che verrà eseguito è tratto da L'ultimo imperatore un film epico e biografico del 1987, diretto da Bernardo Bertolucci. Il soggetto, che narra le vicende drammatiche dell'ultimo imperatore cinese, trae spunto dal libro “Sono stato imperatore”, l'autobiografia di Aisin Gioro Pu Yi.
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MAMMA MIA
Mamma Mia! è un musical, in due atti, scritto dalla drammaturga inglese Catherine Johnson che fa largo uso delle canzoni del gruppo musicale pop svedese ABBA. La colonna sonora del musical include i più grandi successi degli ABBA tra cui Super Trouper, Dancing Queen, Thank You for the Music, The Winner Takes It All, Lay All Your Love on Me e S.O.S.. La trama ruota attorno alle vicende di Sophie e di sua madre. Donna. Sophie, in procinto di sposarsi, vorrebbe l'assenso del padre, che non ha mai conosciuto. Decisa a scoprire l'identità del genitore, si troverà a dover decidere chi, fra tre possibili candidati, è l'uomo che sta cercando.
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GO DOWN MOSES
Go Down Moses è un spiritual americano che descrive un evento narrato nel Libro dell'Esodo: "Dopo, Mosè e Aronne vennero dal Faraone e gli annunziarono: «Dice il Signore, il Dio d'Israele: Lascia partire il mio popolo perché mi celebri una festa nel deserto!»." Il canto fu pubblicato nel 1872 dai Jubilee Singers della Fisk University di Nashville (Tennessee) ma veniva usato già nel 1862 durante la guerra di secessione americana dagli schiavi in Virginia. Nel brano Israele rappresenta gli schiavi afro-americani, mentre il Faraone rappresenta il loro padrone.
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We Shall Overcome
We Shall Overcome è una canzone di protesta pacifista che divenne un inno del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. La canzone deriva forse da una canzone gospel del 1903 del Rev. Charles Tindley di Filadelfia, che conteneva il verso ripetuto più volte "I'll overcome some day". Nel 1946, a Charleston, mentre i dipendenti in sciopero dell'American Tobacco Company, per lo più donne afro-americane, stavano cantando, una donna di nome Lucille Simmons cantò una versione della canzone cambiando il testo in "We'll Overcome". Dal 1963, la canzone fu legata a Joan Baez che la registrò e la cantò in numerose marce per i diritti civili.
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Pick a bale of cotton
La libertà negata di un popolo si è spesso accompagnata alla schiavitù terribile e drammatica, una condizione in cui il canto poteva offrire un sollievo e una speranza. Gli schiavi che lavoravano nelle piantagioni del sud usavano accompagnare il proprio lavoro e i propri movimenti con i “work-songs”, i “canti del lavoro” che li facevano sentire più uniti in un paese a loro sconosciuto. I work-songs sono caratterizzati dallo “stile responsoriale”, che è la contrapposizione fra un solista (che intonava il brano e ne cantava le varie strofe) ed il coro (che rispondeva con una breve frase ad ogni strofa del solista). Un tipico work song è “Pick a bale of cotton”: esso parla del lavoro e dei movimenti che dovevano fare gli schiavi neri nelle piantagioni di cotone.
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Amazing grace e ai ninnora
Lo spirito di libertà ha sempre accompagnato i popoli nella loro storia, così come ha accompagnato le vicende di ogni uomo che ha potuto identificarsi con il popolo cui appartiene. In questa antica melodia popolare scozzese e antica ninna nanna sarda, Amazing Grace, scopriamo uno degli inni più amati dai neri, nonostante fosse stato composto proprio da un ex mercante di schiavi che a sua volta patì la schiavitù.
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John Newton (1725-1807), ministro della chiesa d'Inghilterra, scrisse questo semplice inno, probabilmente sulle note di una tradizionale ballata irlandese, per i lavoratori di Olney, un piccolo villaggio nella contea di Buckingamshire abitato soprattutto da ricamatrici. Amazing Grace riflette la storia della sua vita e dei patimenti che subì. Frustato e messo ai ferri per cattiva condotta, venne venduto come schiavo ad un colono della Sierra Leone, prima di trovare la libertà.
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ADDIO DEL VOLONTARIO
Scritto dall'avvocato fiorentino Carlo Alberto Bosi nel 1848, venne cantato per la prima volta dai volontari toscani del battaglione toscano studentesco dell'Università di Pisa e Siena, che partirono per respingere l'invasione austriaca lasciando i libri e imbracciando i fucili a Curtatone e Montanara il 28 e 29 maggio 1848. Questo canto è il primo esempio di coscienza popolare di italianità al di là delle divisioni sociali, dove partono per il fronte in prima linea i professori accanto agli studenti. Di questi (erano poco più di trecento) ne tornarono una manciata, per poi vedere la Toscana cadere nel 1849 con la presa di Livorno (16 maggio), a opera dal Granduca che vendette tutto il Granducato per un milione di Svanziche.
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LA BELLA GIGOGIN
Questo canto di Paolo Giorza fu eseguito per la prima volta al Teatro Carcano di Milano, la sera di S. Silvestro 1858. C'era una strana atmosfera, si dice, quella sera. Quando la Banda Civica, diretta dal maestro Gustavo Rossari, attaccò a suonare le note di quella Polka, musicata dal maestro Giorza, il pubblico comprese subito l'implicito messaggio. La bela Gigogin, con le sue cure, il suo coraggio e il suo amore per i suoi bersaglieri è rimasta sempre nei cuori dei fanti piumati, e ha fatto lei da sola molto di più di molte nobili dame, dando tutta se stessa.
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INNO AL MIO PAESE di C. Fontana
Canzone scritta da un amico del nostro Maestro Silvano Bianchi che esalta lo struggente amore per la propria terra. Il paesaggio, la bellezza del panorama, la storia che ogni angolo ricorda sono gli elementi unificanti del canto che inneggia alla ricchezza del vivere in un mondo amato nella profondità del proprio cuore. E' un paese ricco di umanità quello che vede il poeta, ricco di amore e di libertà, che guarda al futuro con occhi di speranza nella certezza che l'amicizia e la solidarietà fra gli uomini potrà costruire un mondo nuovo.
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VA PENSIERO
Va, pensiero (Va, pensiero, sull'ali dorate) è uno dei cori più noti della storia dell'opera italiana, collocato nella parte terza del Nabucco di Giuseppe Verdi (1842), dove viene cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia. Il poeta Temistocle Solera scrisse i versi ispirandosi al salmo 137 Super flumina Babylonis. Questo coro di ebrei fu interpretato dal pubblico risorgimentale come una metafora della condizione degli italiani soggetti al dominio austriaco. Fu intonato anche dagli esuli istriani, fiumani e dalmati come inno del loro esodo dalle terre perdute dopo il secondo conflitto mondiale.
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IL CANTO DEGLI ITALIANI
Nel 1847 Goffredo Mameli, allora giovane studente e patriota, scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l'idea di adattarlo a musiche già esistenti, nel settembre 1847 lo inviò a Torino nella casa del patriota Lorenzo Valerio, dove si trovava anche il maestro genovese Michele Novaro, il quale ne fu subito conquistato. L'inno poté debuttare il 10 dicembre: mancavano pochi mesi al 1848. Era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l'inno e l'impararono. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l'inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione. Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento. Nel 1862 Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni, affidò proprio al Canto degli Italiani (e non alla Marcia Reale) il compito di simboleggiare l'Italia.
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Grazie per averci seguito con molta attenzione e partecipazione. Ora il concerto prosegue con i canti del Coro Val san Martino.