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Cassago: Concerto di Natale

Un momento del Concerto

Un momento del Concerto con i solisti

Un momento del Concerto

Un momento del Concerto

 

 

CONCERTO DI NATALE

 

21 dicembre 2018

Chiesa parrocchiale di Cassago

 

 

 

Siamo ormai nella imminenza del Natale. Con l'aiuto del Coro Adeodato e dei musicisti questa sera desideriamo condividere con Voi questa memoria cristiana grazie al lavoro preparato dai nostri ragazzi con l'aiuto del Maestro Silvano Bianchi e del prof. Gianluca Alzati. Forse è poco, forse è tanto, ma è quello che i ragazzi hanno preparato con passione e con dedizione. Sono diverse le canzoni che sentiremo, tutte con il desiderio di gustare il carattere bello e misterioso del Natale. Sono ormai centinaia e centinaia i ragazzi e le ragazze che hanno contribuito a far crescere il Coro, da quando domenica 11 novembre 2007 in Oratorio venne presentato il progetto di una Corale dedicata ai giovani che frequentano o hanno frequentato il nostro Istituto Comprensivo "Agostino d'Ippona".

La Corale è nata grazie alla collaborazione fra l'Associazione S. Agostino e l'Istituto Comprensivo con l'intento di creare un luogo per la crescita canora e strumentale dei nostri ragazzi durante la frequenza scolastica e anche oltre. La finalità è quella di educare al canto e di creare l'occasione per impegnarsi, da adulti, nei cori dei nostri paesi. Il progetto indirizzato alla fascia d'età adolescenziale, è dedicato ad Adeodato, il geniale figlio di Agostino che assieme al padre e alla nonna Monica soggiornò a Cassago fra il 386 e il 387 d. C. Adeodato morì prematuramente in Africa a 17 anni, dopo avere seguito il padre in Italia, soggiornando oltre che a Milano anche qui da noi nella villa di campagna dell'amico Verecondo.

In questo luogo Adeodato è uno dei protagonisti dei Dialoghi che si svolgono fra Agostino, Monica, Navigio, Alipio, Rustico, Lastidiano, Licenzio e altri amici africani ospiti a Cassago mentre si stavano preparando a ricevere il battesimo a Milano da sant'Ambrogio. Adeodato è il protagonista principale del De Magistro dove colloquia con il padre sul valore della conoscenza e della vita. Ragazzo intelligente, educato e amante della verità, Adeodato è simbolicamente l'esempio del giovane adolescente alla ricerca di se stesso e del significato della propria esistenza. Finalità del Coro a lui dedicato è quella di educare al canto i ragazzi, offrendo loro una opportunità da coltivare anche da grandi.

L'importanza pedagogica del canto è fondamentale e Agostino è uno dei pochi, tra i primi Padri della Chiesa, ad avere incoraggiato l'uso del canto durante le funzioni liturgiche. Con passione nelle Confessioni esalta la forza dirompente del canto nell'animo umano: "Quante volte una pungente commozione mi strappò il pianto tra gli inni e i cantici, mentre la tua chiesa risuonava dolcemente delle voci dei fedeli! Voci che fluivano nelle mie orecchie mentre la verità si discioglieva nel mio cuore: vampate di pii affetti se ne sprigionavano, e le lacrime cadevano, cadevano: e il pianto mi era dolce e salutare."

Il canto ci accompagna anche nei giorni della vita, utilissimo strumento per superare ogni difficoltà:

"Qui, esuli e pellegrini, cantiamo:

non tanto per goderci il riposo, quanto per sollevarci dalla fatica.

Cantiamo da viandanti!

Canta, ma cammina per alleviare le asprezze della marcia;

ma cantando, non indulgere alla pigrizia.

Canta e cammina, canta ma cammina!"

(Agostino di Ippona)

 

Il canto ci introdurrà questa sera al mistero gioioso del Natale.

Non vi è pagina agostiniana nella quale non risuoni il nome di Cristo: nei sermoni, in modo particolare, la presentazione di Cristo si sviluppa nei discorsi pronunciati per le festività del S. Natale. A partire dalla luce di Cristo, vero sole di giustizia e nuovo giorno, si comprende il mistero di salvezza che Dio ha riservato all'uomo. E' un mistero paradossale: il Verbo di Dio, che dall'eternità è presso il Padre, entra nel tempo, annienta se stesso ed assume la condizione di creatura: si fa carne.

 

(Agostino dal Sermone 188)

Osserva, uomo, che cosa è diventato per te Dio! Quali lodi potremo dunque cantare all'amore di Dio, quali grazie potremo rendere? Ci ha amato tanto che per noi è nato nel tempo, lui, per mezzo del quale è stato creato il tempo; nel mondo fu più piccolo di età di molti suoi servi, lui che eternamente precede il mondo stesso. E' diventato uomo, lui che ha fatto l'uomo; è stato formato da una madre che lui ha creato; è stato sorretto da mani, che lui ha formato; ha succhiato da un seno che lui ha riempito.

Osserva, uomo, che cosa è diventato per te Dio: sappi accogliere l'insegnamento di tanta umiltà. Tu, una volta, nel paradiso terrestre, fosti così loquace da imporre il nome ad ogni essere vivente; il tuo Creatore invece per te giaceva bambino in una mangiatoia e non chiamava per nome neanche sua madre. Tu nel paradiso ti sei perduto perché non hai voluto obbedire; lui, per obbedienza, è venuto come creatura mortale in una mangiatoia, perché morendo ritrovasse te, che eri morto. Tu che eri uomo hai voluto diventare Dio e così sei morto; lui che era Dio volle diventare uomo per ritrovare colui che era morto.

La superbia umana ti ha tanto schiacciato che poteva sollevarti soltanto l'umiltà divina.