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Laudato sì di papa Francesco
SPETTACOLO DI NATALE
17 dicembre 2019
ore 20.45
Chiesa dei Santi Gregorio e Marco a Oriano
Siamo ormai nella imminenza del Natale. Con l'aiuto del Coro Adeodato, dei musicisti e dei creativi questa sera desideriamo condividere con Voi questa memoria cristiana grazie al lavoro preparato dai alcuni ragazzi del nostro Istituto Comprensivo "Agostino d'Ippona" con l'aiuto del Maestro Silvano Bianchi e del prof. Gianluca Alzati.
Il filo conduttore della serata è di stretta attualità e vuole richiamarci a rispettare la cura e la bellezza del creato. I testi e le immagini si sono ispirate all'enciclica “Laudato si" di Papa Francesco e agli obiettivi proposti nel corso del “Sinodo sull'Amazzonia.”
Questo gruppo di ragazzi ha lavorato sodo in questi due mesi, preparando canzoni, musiche, video, immagini, letture. La loro attività viene promossa dalla Associazione storico-culturale Sant'Agostino, che da oltre dieci anni collabora con l'Istituto Comprensivo non solo per far conoscere la storia e le tradizioni di Cassago, pure, come in questo caso, per offrire uno spazio di educazione al canto e creare l'occasione per impegnarsi, da adulti, nei cori dei nostri paesi. Questo progetto prende nome da Adeodato, il geniale figlio di Agostino che assieme al padre e alla nonna Monica soggiornò a Cassago fra il 386 e il 387 d. C. Adeodato morì prematuramente in Africa a 17 anni, dopo avere seguito il padre in Italia, soggiornando oltre che a Milano anche qui da noi nella villa di campagna dell'amico Verecondo.
In questo luogo Adeodato è uno dei protagonisti dei Dialoghi che si svolgono fra Agostino, Monica, Navigio, Alipio, Rustico, Lastidiano, Licenzio e altri amici africani ospiti a Cassago mentre si stavano preparando a ricevere il battesimo a Milano da sant'Ambrogio. Adeodato è il protagonista principale del De Magistro dove colloquia con il padre sul valore della conoscenza e della vita. Ragazzo intelligente, educato e amante della verità, Adeodato è simbolicamente l'esempio del giovane adolescente alla ricerca di se stesso e del significato della propria esistenza.
Siamo convinti che l'importanza pedagogica del canto è fondamentale e, in questo, seguiamo la traccia segnata da Agostino, che è uno dei pochi, tra i primi Padri della Chiesa, ad avere incoraggiato l'uso del canto durante le funzioni liturgiche. Nel Psalmus contra partem Donati propone al popolo un salmo ritmato da cantare.
A Milano, nella Chiesa di Ambrogio, Agostino aveva conosciuto l'uso del canto. Ne rimase affascinato.
Con passione nelle Confessioni esalta la forza dirompente del canto nell'animo umano: "Quante volte una pungente commozione mi strappò il pianto tra gli inni e i cantici, mentre la tua chiesa risuonava dolcemente delle voci dei fedeli! Voci che fluivano nelle mie orecchie mentre la verità si discioglieva nel mio cuore: vampate di pii affetti se ne sprigionavano, e le lacrime cadevano, cadevano: e il pianto mi era dolce e salutare."
Il canto ci accompagna anche nei giorni della vita, utilissimo strumento per superare ogni difficoltà:
"Qui, esuli e pellegrini, cantiamo:
non tanto per goderci il riposo, quanto per sollevarci dalla fatica.
Cantiamo da viandanti!
Canta, ma cammina per alleviare le asprezze della marcia;
ma cantando, non indulgere alla pigrizia.
Canta e cammina, canta ma cammina!"
(Agostino di Ippona)
La meditazione di questa sera ci accosta al mistero gioioso del Natale.
Non vi è pagina agostiniana nella quale non risuoni il nome di Cristo: nei sermoni, in modo particolare, la presentazione di Cristo si sviluppa nei discorsi pronunciati per le festività del S. Natale. A partire dalla luce di Cristo, vero sole di giustizia e nuovo giorno, si comprende il mistero di salvezza che Dio ha riservato all'uomo. E' un mistero paradossale: il Verbo di Dio, che dall'eternità è presso il Padre, entra nel tempo, annienta se stesso ed assume la condizione di creatura: si fa carne.
(Agostino dal Sermone 188)
Osserva, uomo, che cosa è diventato per te Dio! Quali lodi potremo dunque cantare all'amore di Dio, quali grazie potremo rendere? Ci ha amato tanto che per noi è nato nel tempo, lui, per mezzo del quale è stato creato il tempo; nel mondo fu più piccolo di età di molti suoi servi, lui che eternamente precede il mondo stesso. E' diventato uomo, lui che ha fatto l'uomo; è stato formato da una madre che lui ha creato; è stato sorretto da mani, che lui ha formato; ha succhiato da un seno che lui ha riempito.
Osserva, uomo, che cosa è diventato per te Dio: sappi accogliere l'insegnamento di tanta umiltà. Tu, una volta, nel paradiso terrestre, fosti così loquace da imporre il nome ad ogni essere vivente; il tuo Creatore invece per te giaceva bambino in una mangiatoia e non chiamava per nome neanche sua madre. Tu nel paradiso ti sei perduto perché non hai voluto obbedire; lui, per obbedienza, è venuto come creatura mortale in una mangiatoia, perché morendo ritrovasse te, che eri morto. Tu che eri uomo hai voluto diventare Dio e così sei morto; lui che era Dio volle diventare uomo per ritrovare colui che era morto.
La superbia umana ti ha tanto schiacciato che poteva sollevarti soltanto l'umiltà divina.