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mons. severino pagani

Alcuni tedofori della fiaccolata agostiniana del Dialogo arrivata a Cassago il 9 novembre 2006

Cassago: alcuni tedofori della Fiaccolata Agostiniana (9.11.2006)

 

 

Omelia di mons. Severino Pagani

L'AMORE DI DIO RIVERSATO NEI CUORI

(7 novembre 2006)

 

 

 

Incontro di Preghiera e  Riflessione guidato  da Mons. Severino Pagani, in Preparazione all'arrivo a Cassago della Fiaccolata del Dialogo tra le Due Sponde del Mediterraneo: 9 - 10 novembre  2006.

 

"La maturazione  religiosa  di ieri  in Agostino e l'educazione cristiana nei giovani oggi"

 

 

Vorrei vivere con voi questa sera un vero momento spirituale. Mi piacerebbe che il risultato di questa assemblea, della preghiera di stasera, fosse questo: "andare a casa con gioia sapendo che è ancora possibile al giorno d 'oggi far nascere e far crescere dei Figli di Dio."

Dobbiamo avere nel cuore questa certezza e questa passione educativa.

E' ancora possibile, per la grazia del Signore e per la nostra buona volontà avere fiducia che nascano dei figli, che diventino la ricerca e il ponte per sperimentare la bellezza di Dio, che raggiungano la giovinezza e possano nell'età adulta esprimere la bellezza, e la certezza delle verità e dell'autenticità umana dell'essere Cristiani.

Vorrei fare questo, questa sera, perché è ancora possibile diventare cristiani. Anche oggi. Sì anche oggi. 

Questo pomeriggio ho fatto sei colloqui con tre ragazzi e tre ragazze che devono partecipare al Gruppo Samuele, un itinerario spirituale e vocazionale della nostra Diocesi. 

Ho sentito i loro racconti e le loro vite. Più di metà non ha trattenuto le lacrime, perché  quando si parla di loro, dei loro affetti, delle loro famiglie, dei loro studi, del loro futuro, della loro vocazione, i giovani di oggi facilmente si commuovono.

Ho sentito i loro propositi, ho confessato i loro peccati, e pensavo: "stasera andrò in un luogo molto significativo in cui centinaia di anni fa un altro ragazzo, un altro giovane, un altro giovane-adulto ha fatto la stessa esperienza."

Ecco stasera noi dobbiamo vivere nel cuore questa gioia, questa certezza, questa speranza: "è ancora possibile che nascano, che crescano dei Cristiani, dei ragazzi e delle ragazze di oggi che conoscono profondamente Gesù e che abbiano il gusto di affrontare la vita sapendo che il Vangelo è il dono più bello che possiamo ricevere."

Pensando a queste cose mi viene molto entusiasmo e anche molta gioia. Tutti i giorni incontro tanti giovani e mi dico: "Sarebbe bellissimo se avessimo realmente la capacità di stare loro vicino, di accompagnarli nel loro momento più potente, nel loro segreto interiore, nella loro vita, nella loro rabbia ed anche nei loro peccati."  

La ricerca di Agostino ci introduce in uno dei luoghi spirituali più belli e più esemplari di tutta la storia della Chiesa.

E pensare che proprio in questo luogo, con tutta probabilità proprio in questo luogo a Cassago, Aurelio Agostino ha fatto delle riflessioni, ha riunito tutti i suoi affetti, ha preso delle decisioni.

Il pensare che proprio sotto questo cielo sia diventato progressivamente Cristiano non può che commuoverci e darci una profonda gioia, "perché la misericordia di Dio di generazione in generazione si stende ancora su quelli che lo amano."

Questa è una cosa bellissima, che ci dà speranza e gioia.

Se pensiamo ad Agostino che da più parti è stato definito il primo dei Teologi, che cosa ci viene in mente?  Io immagino questo ragazzo come molti dei ragazzi di oggi.

Mi viene in mente uno che aveva nel cuore un grande desiderio di crescere: ma tante volte purtroppo noi sporchiamo questo desiderio, ma ci viene ... Agostino era  stanco, pigro, ma poi si è ripreso.

Anche lui ha sentito, come tanti ragazzi di oggi, il bisogno di lasciarsi trasportare, di staccarsi anche dai suoi genitori, di uscire dal proprio Paese.

Ippona ... Tagaste ... era bella l'Africa a quei tempi ! Ci sono dei libri molto belli che parlano di S. Agostino, forse li conoscete, in cui si descrive l'Africa di quel tempo. C'erano le ville dei romani ricchi e vicino c'erano le baracche dei poveri, come oggi.

C'erano le fontane, i frutteti: non pensate al deserto del Sahara, perché non era così ai tempi di Agostino. C'erano quelli che avevano ricevuto in premio la terra per i loro meriti militari, c'erano delle strutture lussureggianti.

C'è un bel libro di Padre Agostino Trapè che descrive bene questi luoghi. Se volete leggetelo ! Agostino viveva come un cristiano in questo luogo, descrive queste ville, queste strade. Ma lui ... cercava cose più grandi. Va in un paese più grande, come i giovani oggi vanno alle superiori e poi all'università. Ha voglia di viaggiare, come i giovani di oggi che prendono e vanno: e mi dicono - alla mia domanda dove sei  stato ? - : "eh sono stato a Londra a fare un master."

E poi, come Agostino, ritorna a casa. Tutto come una volta. Il nostro Agostino aveva voglia di viaggiare, di far fortuna, di essere qualcuno. Cercava il successo e anche di più, come tante volte succede anche oggi.

Anche Agostino cercava lavoro, come insegnante, come retore … un giornalista di fama potremmo dire.

Vorrei dedicare questa riflessione soprattutto a coloro che qui davanti a me rappresentano la giovinezza. Coloro che vivono i loro 18 anni, 20, 25 anni.

Cosa ci insegna quest'uomo straordinario ? Possiamo dire che Agostino è stato attraversato in tutta la sua adolescenza, nella sua giovinezza da tre grandi avventure.  

 

La prima avventura

E' una situazione che capita tante volte anche oggi: Agostino disprezzava la religione di sua madre Monica. Ridacchiava ... una donna, cose da donne la religione cristiana ... e così ha vissuto degli anni, come capita ancora oggi, come capita tante volte agli adolescenti quando una mamma dice loro:

"Non vai mai in chiesa ?"

Non ci vado più

Ma fai qualche cosa

Ma non rompere !

E poi gli eventi spirituali ... gli eventi interiori ... il distacco da quelle generazioni che facevano di tutto per abbatterlo. 

Multireligioso ... multietnico ... quanto sforzo!  Ecco questa è stata la prima grande avventura che prende l'animo di Agostino.

Oggi una ragazza mi diceva: -  "Io vivo in famiglia, frequento la facoltà di medicina, ho 25 anni, sono al quinto anno, sesto anno ... una famiglia perfetta dove adottano anche un bambino ... ma io non ne posso più !. Voglio laurearmi per andarmene di casa "

  Io non sto a discutere chi ha ragione e chi ha torto, però registro il disagio. Quando chiedi: "Perché ... " e scendono giù due lacrime. Cose di sempre. Anche Santa Monica ha pianto tanto. La sua esperienza ci racconta il dramma e l'avventura dell 'educazione, una educazione che è ancora possibile e che dobbiamo chiedere fino in fondo per i figli e i figli dei figli. Dobbiamo rimanere ancorati al mistero di Dio, che qualche volta viene, qualche volta va, qualche volta viene subito, qualche volta non viene mai ... Possiamo parlare di questo disagio, di questo disprezzo per la religione di sua madre. Il padre non c'è, impegnato nel suo lavoro, come tante volte oggi.  

 

La seconda avventura

La seconda avventura è la ricerca della luce della Verità. Agostino ragionava, era intelligente, ragionava come gli adolescenti di oggi e si contorceva nei suoi ragionamenti. Prima ce n'è uno ... poi ne vuole un altro ... ma perché ...?, per come ...?, Ci sono adolescenti intelligenti e pigri. Attenti perché quelli pigri non ragionano ! Agostino cercava ... ricercava un maestro ... una scuola ... un'altra scuola ancora ... un gruppo di filosofia ... un altro gruppo di filosofia ... Oggi diremmo: ... dietro un giornale ... poi un altro giornale ... un partito ... poi un altro partito ..." .

La storia della filosofia di quel momento è bellissima se si studia bene. Per Agostino doveva venire il ... "Grande Conferenziere" ... ... E allora andiamo a sentire i manichei."

Questo ha ragione ... quell'altro no! "

Agostino sperimentava, sentiva, aveva voglia di capire, di disputare. Cercava una luce per la vita ...  

 

La terza avventura

La terza avventura è trovare consolazione in una donna. E' forse quella più naturale. Agostino trovava questa consolazione come i ragazzi di oggi, che tante volte sul futuro non sanno ... - "studio e poi cosa faccio?"; sul passato dicono:  "mah"; sulle tradizioni:  "boh"; sulla chiesa:  "non si sa", sul cristianesimo: “"adesso qui ... islam e poi  gli altri ... tutte queste robe qui."

L'unica cosa che percepiscono e che sanno (e che dopo è come una sofferenza) è la percezione della struttura dell'affetto ... dell'abbraccio dei corpi. Basta vedere questi ragazzi: io abito davanti ai vicoli dell'università statale e vedo centinaia di ragazzi al mattino che passano ... E Sant'Agostino anche lui ... "quello" che poteva fare lo ha fatto ... Discoteche allora c'erano, ma  chissà quante ne facevano, peggio di oggi ... tanto per dire sant'Agostino a 18 anni aveva un figlio. Quando si ragiona su queste cose possiamo arriviamo a Gesù. Se poi abbiamo anche la fede possiamo avvicinarci all'avventura dell'affettività che a volte per i ragazzi è un vero dramma. Gli adolescenti vengono e ti dicono:

- “Don che cosa devo fare?,

- “mi impegno … e se non ce la faccio?"

- “se mi sgridi non vengo più." e tu dentro: "... i peccati, però se li sgridi non tornano più."  

Queste le grandi avventure: l'impatto con la religione di sua madre, un'intelligenza che cerca di interrogare e la consolazione nelle braccia di una donna. Cose di sempre. Ecco noi dobbiamo vedere questa sera che in tutti questi secoli di storia, attraverso i quali la tradizione cristiana è stata trasmessa, l 'educazione è stata possibile. E' ancora possibile esplorare la gioia che i nostri ragazzi, le nostre ragazze nascano, crescano, e diventino adulti. E' ancora possibile essere Cristiani. E' bellissimo il solo pensarlo nel contesto culturale di oggi. Per certi aspetti mi sembrerebbe che siamo solo all'inizio di un'esperienza nuova che passa attraverso queste avventure. Ma quali sono stati i passaggi di Agostino?

 

Primo passaggio: una grande confusione.

C'è una frase che ad un certo punto Agostino dice - la dico prima in latino perché è bellissima, poi la traduco:  "Factus eram ipse mihi magna questio" che significa: "e io diventai per me stesso un grande problema".

Non spaventatevi:  ad un certo punto dice: "io diventai per me stesso un grande problema."

Ogni tanto mi viene in mente, [magari quando sei lì, ascolti, senti che ti raccontano le cose ... "Factus eram ipse mihi magna questio !"

Non sapere più cosa fare, non riuscire più a fare quello che avresti voluto.

- "Mi sono scoraggiato, non ci credo più. "

- "Non ho più fiducia neanche in me stesso, non ho fiducia in me stessa".  

La confusione è molto spesso la caratteristica della generazione giovanile di oggi. Confusione é spesso non voler accorgersi dei propri sbagli, della propria intemperanza, anche dei propri peccati soprattutto perchè non si è protetti. Oggi un ragazzo in effetti cresce con pochissime protezioni. E dopo si entra in confusione, si va veramente in confusione. E' la scoperta, come Agostino, di tante confusioni, nello studio, nel lavoro, nelle relazioni familiari, nel pensiero del proprio futuro. Ma poi bisogna credere che c'è una speranza.

- "Guarda che ce la farai, guarda che ce la fai, ho visto altri ... "

E ti rispondono: "ma allora Don ce la farò?".

-  "ce la farai,  vedrai, se vuoi ti faccio parlare con una persona che era come te e che ce l 'ha fatta."

Bisogna credere in queste persone!

E io diventai per me stesso un grande problema.

E allora cosa si deve fare dentro la confusione ? Ecco alcuni pensieri che dico molto semplicemente.

Il primo: bisogna fare una coraggiosa lettura di se stessi, non mentire con se stessi, leggersi per quello che si è, rimanere sinceri. Però per essere sinceri deve esserci qualcuno vicino che ti vuole bene, che non ti prende in giro, che non ti manca di rispetto. Ci vogliono tutte e tre queste condizioni: qualcuno che ti vuole bene, che non ti giudica e che non dice di te. Bisogna però fare una lettura dentro se stessi, leggersi per quello che siamo, non avere paura.

 

Il secondo pensiero:

Intraprendere una lotta decisa contro la pigrizia a cominciare dal mattino quando ci si deve alzare. Fare le cose con sollecitudine, con precisione, con ordine, con passione, non tirando alla lunga. Lottare contro la pigrizia, contro la comodità, perchè alla fine se non prende l'anima, non appaga.

 

E la terza cosa

per uscire dalla confusione: Avere il coraggio di mettersi in cammino. Bisogna cominciare a fare qualcosa, qualcosa di preciso, con impegno, con decisione. Certo a volte si fa fatica ...

- Ma vai a casa ...

- Ma devi scrivere la tesi ...

- Ma vai a casa ...

- Ma metti giù la bibliografia

- Comincia ad aprire in file ...

- Comincia qualche cosa, non tirarti indietro

 

Non si può insieme studiare, dormire, mangiare, sentire il cd ! Non si può !! Ci vuole ordine, il coraggio di mettersi in cammino! Il coraggio di provare.

E un'ultima cosa per uscire dalla confusione: è necessario avere luce dalla Verità, cercare la verità, perché non è tutto uguale ed è il contrario di tutto. Non è sbagliare e far giusto non è la stessa cosa. Il male in realtà fa male, il male ferisce, il male debilita, il male mette in confusione: il bene invece illumina, risplende!  Così Agostino è uscito dalla confusione. "Factus eram ipse mihi magna questio

- Ed io diventai per me stesso un grande problema. Ma alla fine è uscito.

 

Secondo passaggio: la ricerca interiore.

A questo proposito nei suoi scritti c'è quella frase che sanno tutti quando dice: " dentro di te ..."

"In te ipsum veritas, in interiora hominis habitat veritas," che tradotto significa "Non andare, non sentire il rumore del male, ma entra in un raccoglimento interiore perché nella profondità di te stesso troverai la verità." E pensare che Agostino citava così il suo pensiero di Cassiciacum: bisogna ogni tanto fermarsi, staccarsi, trovare un momento di preghiera, di meditazione.

Oggi un ragazzo se vuol crescere deve imparare a fare meditazione; deve leggere qualcosa, deve scrivere qualcosa di quello che vuole avere. Deve scrivere delle nuove confessioni, come quelle di Agostino, un diario, un'immagine, un qualcosa che fissa in dieci righe il senso della sua giornata. Dovete scrivere, giovani, nuove confessioni con cinque righe, tutte le sere. 

Servono poche semplici cose: un quaderno, la data e cinque righe.

- Oggi Signore non ho combinato niente (questo già basta)

- Oggi Signore ... domani. (anche questo è sufficiente)

- Oggi Signore ho trovato quella che mi piace. Non lasciarmi da solo nella vita.

Ci vuole un diario per tutte le sere, per scrivere nuove cose, per andare in giro ...

In questa interiorità Agostino ha infine scoperto un maestro interiore, la figura di Gesù. Anche a noi piacerebbe trovare questa figura, perché dalla sua parola ha cominciato a conoscere il Vangelo, a conoscere Gesù, a conoscere come parlava, come amava, come perdonava, come accoglieva i bambini, come li benediceva, come consolava i poveri. Oltre il maestro interiore bisogna anche trovare la pace, facendo una critica disincanta agli idoli di oggi: il successo, il denaro, la sessualità. Giovani aprite gli occhi, guardate in giro e osservate l'esito del successo, del denaro e della sessualità. Quando queste tre cose non raggiungono la completezza della persona ti bruciano lungo il cammino. Se volete la pace ci vuole una critica disincantata, un distacco intelligente! Agostino con sofferenza, con tanta sofferenza ha realizzato queste tre cose dopo una ricerca interiore. E' interessante studiare come Agostino ha vissuto le ricerche affettive, come ha vissuto il matrimonio. A Milano Agostino a questa donna amata che aveva con sé il figlio Adeodato dice: "torna a casa" Tremendo!

Quando era ragazzo ... leggevo queste cose e pensavo come è difficile vivere quegli stati d'animo, quando una donna vi lascia e qui addirittura mandarla via così ! Intanto sua madre pregava perchè voleva fargli sposare un buon partito, ma le è andata male! Questo lo dico per le mamme e per certe loro fantasie ... Anche Agostino è passato in queste traversie, ma ha fatto una critica disincantata dell'idolatria del momento, dei soldi, del successo ... Egli era già qualcuno a Milano, un vip, era una specie di importante rettore dell'università di allora. Era un personaggio, un raccomandato venuto dall'Africa lontana. Ma ha saputo fare una ricerca interiore.

Giovani bisogna fare questa ricerca.

 

Ultimo passo: l'accompagnamento spirituale.

Cosa vuol dire? Vuol dire che oggi un ragazzo deve avere un prete, un adulto, una suora, qualcuno che l 'aiuti, una mamma ! Qualcuno insomma che gli parli e che gli parli della fede, che lo accompagni nella sua avventura spirituale di adolescente. Qualcuno a cui dice o può chiedere:

- "Ma mi serve ..."

- "Dammi il libro al momento giusto."  

- "Dimmi che esercizio devo fare. "

A volte mi capita che venga qualche ragazzo e dica:

-  "Don ... dimmi cosa devo fare e lo faccio". Spesso lo fanno. Poi si stancano. Poi smettono. Poi magari lo fanno ancora: è indispensabile una relazione spirituale ! Agostino l 'ha cercata e l 'ha trovata in un prete, in Simpliciano. Deve essere stato un gran simpatico, questo Simpliciano. Era un anziano: era il direttore spirituale di Ambrogio, “padre spirituale del vescovo Ambrogio, che da lui aveva ricevuto la grazia” così ci ricorda Agostino.

Che poi scrive ancora: "mi appariva con tutta la ricchezza della sua esperienza e della sua sapienza, era mio desiderio [questo è bellissimo soprattutto per coloro che sono nella difficoltà] confidargli i miei turbamenti e ricevere consigli sul modo di camminare nella Tua via."

Tutte le volte che passo da Milano davanti alla basilica di San Simpliciano mi viene in mente quest'uomo ...  Dall'accompagnamento spirituale Agostino ha imparato una delle cose più belle che costituiscono la Verità e soprattutto questa frase: "Credo ut intelligam, intelligo ut credo" che tradotto potremmo dire così: "Mi affido, ho fiducia, ci credo, mi affido per cercare di capire e applico la mia intelligenza [perché non bisogna mai rinunciare all'intelligenza] per affidarmi ancora di più". Ragione e fede stanno insieme, lo ha ripetuto il Papa con sorprendente attualità in tutti i discorsi che sta facendo.

Non si rinuncia all'intelligenza all'interno dell'esperienza spirituale, ma non si può nutrire l 'intelligenza senza qualcuno che ti prenda per mano, ti rispetti, ti voglia bene, non scelga per te ma piuttosto ti aiuti a scegliere. Questo è l'accompagnamento: la direzione spirituale, l'avere qualcuno che a volte ti stimola, che ti vuole bene, ma anche che ti chiede tanto. Ad Agostino è stato chiesto tanto ma ha anche trovato una comunità, è andato in Chiesa. Abbiamo letto che si può godere di fronte al cantico degli inni di Ambrogio: lo stesso Agostino si metteva in un angolo e sentiva questa gente molto semplice che cantava. S. Ambrogio è stato veramente un genio: poiché non poteva insegnare a leggere alla gente, ha fatto imparare loro a memoria i canti e essi li cantavano.

Erano belle melodie che accompagnavano il tempo: "aetene rerum conditor" al mattino; "Deus creator omnium" alla sera, al tramonto. Agostino andava in chiesa e vedeva questa gente. Lì ha trovato una comunità: ecco perché ci vuole un accompagnamento spirituale e una comunità. Oggi come allora. Questa sera dovete andare a casa pieni di gioia, perché è ancora possibile far crescere dei cristiani, perchè è una cosa bellissima se un ragazzo riesce ad unire Dio, il lavoro e l'amore.  Quando i ragazzi arrivano a 27, 28 anni io dico loro: "tre cose devi metter a posto: Dio, il lavoro e l 'amore." E poi "Se volete fare un test provate a misurarvi su queste tre cose. Quante ve ne mancano ? "

Quando dico così,  c'è sempre qualcuno sorride, perchè dice:  "a me mancano tutte e tre". Al che rispondo: "Un momento, perché possono arrivare: Dio, il lavoro e l'amore."

Per Agostino è stato così.

E' passato attraverso la confusione, ha operato una ricerca interiore faticosa ma promettente, si è concesso ad un accompagnamento spirituale ed ha raggiunto una pienezza di umanità veramente invidiabile.