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adeodato e l'umbra tenebrarum

 La copertina del volume

 

Gianluca Alzati

ADEODATO E L'UMBRA TENEBRARUM

 

 

L'Associazione S. Agostino nel 2009 ha pubblicato con i caratteri della Domus Verecundi questo splendido romanzo per ragazzi adolescenti che segna una nuova tappa significativa nella attività di scrittore del prof. Gianluca Alzati.

Dopo il grande successo del romanzo per ragazzi "Il mistero della vecchia chiesa abbandonata" (ambientato a san Salvatore) e "La vendetta dei Lupi Neri" (ambientato nel palazzo Pirovano-Visconti a Cassago), l'autore si ripropone con una novità che tocca un altro dei luoghi "speciali" di Cassago: la fontana di sant'Agostino e il Parco storico-archeologico.

 

 

2009 Formato 17 x 24 pp. 103

 

 

 

Realtà e fantasia nel nuovo libro di Alzati

"Adeodato e l'umbra tenebrarum"

 

Il terzo romanzo per ragazzi scritto dal prof. GianLuca Alzati si rifà ancora una volta ad una bella storia di Cassago. L'opera, pubblicata dalla Associazione S. Agostino, presentata il 16 maggio 2009 nell'ambito delle manifestazioni regionali lombarde "Fai il Pieno di Cultura". Partiamo dal personaggio principale del romanzo: Adeodato. Il protagonista è realmente esistito ed era l'unico figlio di Agostino, che nel 386 d. C., quando si svolgono le avventure del romanzo, aveva solo quindici anni. Di lui sappiamo quello che racconta papà Agostino; sappiamo ad esempio che era molto intelligente. Agostino in un passo del "De beata vita" dice di lui: "la grandezza della sua mente mi riempì di una sorta di terrore". Adeodato fece parte del gruppo di discepoli e amici africani che si trasferirono con Agostino da Mediolanum a Cassiciaco, tra l'estate del 386 e la primavera del 387 d. C. Partecipò tra l'altro ad alcune discussioni filosofiche e teologiche che sono state riportate nel "De beata vita" e soprattutto nel "De magistro." Alcune di queste discussioni, come quella sulla ricerca della felicità, è stata riportata pressoché fedelmente nel libro. Da questo limitato numero di notizie si sviluppa un avvincente racconto che cerca e riesce con maestria a creare la personalità di un adolescente quale avrebbe potuto essere il figlio di Agostino: intelligente, buono, altruista, ribelle quanto basta, alle prese con i problemi di un tipico ragazzo del IV secolo.

Problemi che, mutati ma non tanto i tempi, sono ancora quelli di un adolescente di oggi: la separazione dei genitori, la società multiculturale, i valori della morale e dell'etica in un mondo che sembra andare in tutt'altra direzione. Nel racconto sono fedelmente descritti nei dettagli i luoghi "misteriosi" utilizzati come scenario per la storia: si accenna alla cosiddetta "tomba del crotto", una tomba celtica che ha restituito diversi oggetti che nella fantasia dell'autore diventano strumenti da druido ... Esiste ed è molto suggestivo anche il santuario chiamato "Ai morti dell'avello" che si trova a Bulciago (Biulzagum nel libro). Nei pressi vi sorge la chiesa della Beata Vergine del Carmelo e si aprono bellissimi sentieri nel bosco da percorrere a piedi o in bici, ma piene mistero nelle notti di luna piena … Altri episodi delle avventurose vicende di Adeodato sono frutto della fantasia dell'autore, ma sono i tipici e immancabili ingredienti di un romanzo d'avventure e di mistero. La cupa e minacciosa ombra delle tenebre ha reso più saporito e appetibile il piatto che, con il massimo della cura e della passione, l'autore ha cercato di preparare. C'è anche una tenera storia d'amore fra adolescenti che vivacizza le giornate a Cassiciaco: c'è la fresca presenza di Ailiin, un delicato personaggio femminile che al pari di quello di Tullio, l'amico di paese, è completamente inventato, ma così reale e vivo inserirsi con garbo nella storia. È reale anche la questione che riguarda la madre, della quale non viene mai riportato il nome, ma la cui presenza è palpabile e si rende presente con una lettera struggente. Tutte le notizie che vengono raccontate nel libro, dal suo rapporto con Agostino, alla sua scelta di entrare in convento, sono storicamente vere; solo la lettera inviata ad Adeodato è un espediente letterario che non ha un fondamento reale, ma che l'autore ha voluto immaginare anche in quel periodo, quando i rapporti familiari, la considerazione e lo status sociale delle donne era molto diverso da quello attuale: anche allora tuttavia ci poteva essere spazio per una figura femminile a tutto tondo come lei, decisa nelle sue scelte, ma anche dolce e tenera con il proprio figlio adolescente. La figura di Agostino viene tratteggiata fedelmente rispetto a quello che lui stesso dice nei suoi libri, in primis "Le confessioni", ma anche nei Dialoghi dove ci ha tramandato la sua vita, il suo pensiero e il suo percorso di conversione al Cristianesimo.

Come confessa l'autore nella sua postfazione "Agostino è stato per me il personaggio più difficile da trattare sia per la sua importanza nella storia del pensiero filosofico occidentale, sia per il suo ruolo di vescovo, dottore della Chiesa e santo che ha ricoperto dopo questo periodo da me trattato. Spero di essere riuscito a renderlo un personaggio vivo, interessante e comprensibile anche ai più giovani, senza banalizzarlo, rischio che temevo di correre. Questa era la mia intenzione, mi perdonino i credenti o coloro che possano ritenersi offesi dal vederlo inserito in una storia dedicata ai ragazzi." Il linguaggio e lo stile utilizzati sono molto vicini a quelli attuali perché supportano il tentativo, ben riuscito, di costruire un ponte praticabile per far amare ai giovani la lettura dimostrando loro che si possono trattare anche argomenti "alti" senza perdere il gusto del divertimento e della storia, che dovrebbe tornare al centro delle tematiche della narrativa per ragazzi. Certamente però, è necessario trovare il modo di renderla interessante e ricca di spunti stimolanti e non ostica e respingente per chi non ha ancora gli strumenti per apprezzare tutta la sua complessità e l'enorme valore educativo.