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Alcuni resti degli insediamenti di Monte Barro
MONTEBARRO
Indagini archeologiche condotte tra il 1986 e il 1997 hanno messo in luce sull'altura di Montebarro a Galbiate importanti testimonianze di epoca altomedievale. Secondo una tradizione accolta dal cronista milanese Galvano Fiamma, in questo luogo aveva trovato rifugio Gerberga, figlia di re Desiderio, in fuga dai Franchi di Carlo Magno. Gli archeologi hanno individuato i resti di un insediamento militare, costruito in un arco di tempo compreso tra il V secolo d. C. e l'età gota. Di rilievo è il cosiddetto Grande Edificio, probabilmente residenza di un funzionario pubblico. Tra i reperti, si segnala, infatti, una corona pensile, che simboleggiava il legame con il potere pubblico. Molti oggetti rinvenuti negli scavi sono conservati nell' Antiquarium allestito presso l'Eremo.
Alcuni avanzi di un antico fabbricato, esistenti ancora sul Montebarro, parrebbero comprovare almeno che da secoli fu questo monte abitato. Vi sono degli acquedotti entro le viscere del monte che conducono l'acqua nel Fabbricato del citato convento, la costruzione di una parte de' quali risale certamente ad antiche età. Alcuni faggi ed alcuni cerri vegetali da secoli sopra questi acquedotti. Inoltre fra le radici d'alcuni di quegli antichissimi fuggi abbattuti, come dicemmo, l'anno 1799, si rinvennero de' tubi di metallo che mostrarono evidentemente d'essere giù stati condotti di acque. Qualche avanzo di antiche mura si vede ancora in vicinanza de' praticelli che abbiamo dinotati, anzi nel sito dove si vuole fosse Barra, e poco lungi, sembra scorgersi chiaramente esserci già stata una porta, unico passaggio da questo lato per la natura del monte. Si asserì poi che si sieno scoperte masserizie e monete, e che siensi distrutti altri rimasugli di antiche mura. Di queste scoperte, ed avanzi maggiori negli scorsi secoli ne ha fatto cenno il Padre Allegranza, ed altre memorie scritte noi conserviamo.
A convalidare la esistenza in particolare di quegli avanzi concorrono non solamente la tradizione volgare, che ne è vivissima, ma ben anche i mattoni di forma antica sparsi qua e là per quel terreno. Nell'inverno dell'anno 1817, mentre stavasi allargando e migliorando uno de' praticelli che colà esistono si sono rinvenute non poche fondamenta di estesi abitati, che noi abbiamo con ogni diligenza riconosciute. Altri mucchi di pietre si vedono presso quel praticello, che consta di circa quattro pertiche, ed altre non poche collocate ne' piccioli avvallamenti, e coperti di zolle dilatarono il piano; altre riempiono profonde fosse, da dove si trasse della terra vegetabjle, che racchiude forse le ceneri di eroi. Tanti e tanti rottami d'ogni qualità e d'ogni forma hanno fatto parte certamente di non pochi fabbricati.