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brianza romana: Sirtori

La tomba-avello scoperta a Sirtori

La tomba scoperta a Sirtori

 

 

SIRTORI

 

 

 

 

 

Nel 1933, durante i lavori di cava di sabbia ad opera del contadino Francesco Fumagalli, fu rinvenuta una lunga tomba ad inumazione con struttura in lastroni di serizzo e beola tagliati a scalpello. All'interno vi erano tre scheletri di cui due di adulti ed un terzo di infante, un cucchiaio ed una forchetta. Disfatta la tomba, le pietre rimasero in luogo e furono riutilizzate nella costruzione della cappella di Sant'Andrea.

Una delle lastre, riportante un'iscrizione, è stata conservata in loco come rivestimento del muro. L'iscrizione è incisa su una lastra, di forma rettangolare, di lunghezza cm. 115, larghezza cm. 57 ed altezza cm. 11. Probabilmente in origine essa costituiva la base o l'architrave di un'edicola.

Caduto il monumento a cui apparteneva, fu in seguito riutilizzata nella realizzazione del sepolcro rinvenuto dal Fumagalli. La sua destinazione sacra primitiva resta comunque dimostrata dalla dedica con la quale inizia l'iscrizione sulla quale si può ancora oggi leggere:

 

 EETDIBVSDEABVSQMESSPDDPECVIIDOC

 

Le lettere sono incise profondamente, a mano libera ed in una sola linea; sono irregolari, senza punteggiatura e dell'altezza di cm. 6, tranne la prima B alta cm. 7 e le due S vicine alte cm 5. La lastra è stata gravemente danneggiata dagli agenti atmosferici e manca della parte iniziale, che comunque le varie interpretazioni datale fanno ritenere sia piccola e facilmente integrabile. Gli studiosi che si sono cimentati nella traduzione dei caratteri non hanno molti dubbi riguardo alla parte iniziale, sono presenti invece diverse versioni sul significato della parte finale. Le due interpretazioni più probabili sono le seguenti:

 

(Diana)E ET DIBVS DEABVS Q(uintus) MESS(ius) P(ublica) D(e)D(icavit) PECV(nia) IID(emque) O(pus) C(uravit)

L'iscrizione a Ceregallo di Sirtori

L'iscrizione a Ceregallo di Sirtori

 

(Diana)E ET DIBVS DEABVS Q(uintus) MESS(ius) P(ropria) D(ono) D(edit) PEC(unia) VI ID(us) OC(tobris)

 

 

 

Piazza don A. Brioschi, n. 15

Un ulteriore reperto di età romana è stato rinvenuto nel 1967 in luogo imprecisato di Sirtori: si tratta di una stele funeraria in serizzo situata ora presso la Chiesa Parrocchiale, incastrata nell'angolo di una piccola casa, presso l'ingresso di un negozio.

La stele è rifilata irregolarmente nella parte superiore ed è mancante di una parte inferiore. Le dimensioni del reperto sono di cm. 92x55/41.

 

Nella parte superiore è inciso un tondo contenente un fiore a sei petali. Sotto il fiore si leggono le seguenti scritte disposte su cinque righe:

 

TITULUM

DM

IVVIAN

MER

ENTPS

L'iscrizione Sirtori

L'iscrizione di Sirtori

 

 

 

Le lettere, incise a mano libera, presentano altezze differenti le une dalle altre ed il significato non è molto chiaro, sono infatti varie le versioni in cui è stato tradotto. La versione più attendibile ritiene che ignoti dedicanti (forse i genitori) collocarono questa iscrizione sepolcrale per ricordare Gioviano, una persona degna di stima. Il significato del testo è:

 

TITULUM

D(evotae) M(emoriae)

IUVIAN

O MER

ENT(i) P(o) S(uerunt)

 

Esso si traduce in:

 

ISCRIZIONE A DEVOTO RICORDO PER GIOVIANO BENEMERITO POSERO

 

Datazione del III sec. d. C.

 

 

 

Tra cascina Spinuida e Bornò

Sulla strada comunale da Barzanò, tra la Cascina Spinuida e il sentiero che conduce alla cascina Bornò, su segnalazione del dott. Gatti fu localizzato un ciottolone con coppelle. Datazione imprecisabile. Musei Civici di Lecco.

 

 

Via Arrigò n. 25

in proprietà Pozzi Agrati (mapp. 333/c, 548/b, 735/c) il 23 aprile 1981, durante l'istallazione di un cancello furono rinvenuti due sarcofagi in serizzo, a corpo parallelepipedo e vasca ovale, con copertura in lastre dt arenaria, privi di corredo. Furono recuperati anche un frammento di terra sigillata ed un frammento di tegolone. Datazione III-IV sec. d. C. Reperti conservati al Museo Civico di Erba.