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Il miliario romano nella basilica di Agliate
STRADA ROMANA
Una strada romana che passava per Carate è sempre stata ipotizzata ed è a tutti evidente l'esistenza fin da tempi remoti di un tracciato viario che congiungeva con un lunghissimo rettilineo Milano a Desio e quindi a Carate, o sarebbe meglio dire Agliate.
Questo tracciato è chiaramente visibile consultando una qualunque carta stradale, sia antica che moderna. Ambrogio Palestra nella sua attenta indagine sulle località contraddistinte da toponimi indicanti l'esistenza di un miliario pone l'accento sui tanti Pilastri o Pilastrelli, quasi sempre associati al nome di Maria, che evidenziano i tracciati di antiche strade d'origine romana: «La vera scoperta archeologica avvenne quando si arrivò a stabilire con certezza che il termine pilastrello era quasi sempre sinonimo di miliario; non meno importante è il fatto che i pilastrelli vennero usati per elevare edicole o chiesette dedicate. alla Vergine del Pilastrello o a qualche altro Santo».
La sacralità di queste colonne segnaletiche derivava dalla presenza dei nomi degli imperatori: «La sacralità imperiale pagana unita a una quasi magica misteriosità assunta dalle abbreviazioni divenute ormai incomprensibili per gli imbarbariti abitanti delle çampagne, sfociò nella dedica esaugurale di quei cimeli della romanità pagana agli «ausiliatori e intercessori» cristiani tra i quali la Madonna «guida del cammino» occupava il primo posto».
Dall'uscita da Milano, sul tracciato della Valassina, fino a Desio il Palestra ha contato quattro toponimi o chiese o oratori con la denominazione di Pilastrello. Sul tracciato si incontrano Nova Milanese (ad IX lapidem) e Desio, ad decimum lapidem cioè al decimo miliario la strada si divideva in due rami, -uno si dirigeva verso Seregno e Giussano per entrare nel territorio del municipio di Como, l'altro proseguiva rettilineo verso Carate, Agliate e il territorio collinare ultra Lambrum.
Nel luogo dove da questa si stacca la strada per Seregno in direzione della Valassina c'è la presenza significativa della chiesa di S. Pietro al Dosso. Lungo il tratto Desio Carate restano i ricordi, le tracce non esattamente ubicabili ma estremamente significative che confermano l'esistenza della strada romana.
Nel territorio caratese sono tre gli indizi.
Il primo è un toponimo scomparso, citato su un documento inedito dove, per descrivere un appezzamento di terra, si legge: «in Carate, ubi dicitur ad castanum de milliario ».
Il secondo è un altro toponimo, il Çampo del Mejaro, dove sembrerebbe evidente la derivazione dal nome «Mi(g)liario».
Il terzo è dato dall'esistenza di un sacello dedicato a S. Maria del Pilastro il cuii culto o beneficio fu trasferito nella chiesa parrocchiale di S. Ambrogio di Carate. Queste indicazioni si trovano in alcune relazioni delle visite pastorali, variamente espresse: Schola D. na Sancte Mariae noncupat S.a Maria del Pilastro constructa in Ecclesia S. Ambrosii oppure Beneficio della Capella del Pilastro, che possedeva due terreni della superficie complessiva di 89 pertiche.
Davide Pace ci ha lasciato una memoria: «(20 aprile 1993) il documentato culto di una «Madonna del Pilastro» nella zona di Carate - o forse proprio in Carate - è una mirabile conferma della romanità della via che proveniente da Mediolanum si afferma volgesse a Comum per Verano e Giussano e per Mariano e per Cantù e che anche volgeva - per Agliate - all'Alta Brianza. Dov'era situato in origine il miliario che funge da colonna della basilica di Agliate? Proprio sarebbe da escludere un'identificazione con il «pilastro» investito poi dal culto mariano? il «II » inciso nel miliario è proprio da interpretarsi come secondo miglio da Còmum (opinione prevalente)?»