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Di Lorenzo: Agostino a cassiciaco con i suoi amici

Agostino e amici a Cassiciaco in un disegno acquerellati di A. Di Lorenzo

Agostino a Cassiciaco

 

 

 

A. DI LORENZO

Ms. Città di Dio alla Biblioteca Nazionale di Firenze

1433

 

Agostino e i suoi familiari a Cassiciaco conducono una vita di preghiera

 

 

 

La scena segue immediatamente la scena della predicazione ambrosiana in Milano e potrebbe essere relativa al soggiorno di Agostino ed amici nella campagna cassaghese del rus Cassiciacum dove Verecondo mise a disposizione dell'amico e dei suoi parenti e discepoli la sua villa.

Ciuffi d'erba sparsi qua e là ricordano che siamo in campagna ed anche l'iscrizione in basso al disegno non contraddice l'ipotesi che Di Lorenzo abbia voluto ricordare il luogo dove Agostino scrisse i Dialoghi.

Il testo ricorda: Chome Agolstino ricieuto d'Anbrogio [fu] quasi convertito a una predicha (le scene precedenti), secondo che poi ad Alipio, Nebridio, suo amicho, chon Diodato suo figliolo [disse].

In realtà Nebridio non fu presente a Cassiciaco, ma si mise a disposizione, come aiuto, di Verecondo, il proprietario della villa di campagna.

 

Al termine delle vacanze vendemmiali avvertii i Milanesi di provvedersi un altro spacciatore di parole per i loro studenti, poiché io avevo scelto di passare al tuo servizio e non ero più in grado di esercitare quella professione per la difficoltà di respirare e il male di petto.

AGOSTINO, Confessioni 9, 5, 13

 

Il dolor di petto mi ha fatto abbandonare l'insegnamento, sebbene già, anche senza tale evenienza, stessi tentando di rifugiarmi nella filosofia. Mi condussi subito nella villa del nostro buon amico Verecondo. Dovrei dire col suo consenso ? Conosci bene la sua schietta generosità verso di tutti, ma particolarmente verso di noi. Ivi discutevamo assieme gli argomenti che ritenevamo giovevoli. Eravamo ricorsi all'impiego dello stilo per raccogliere tutti gli interventi perché il sistema giovava alla mia salute.

AGOSTINO, De Ordine 1, 2, 5

 

 

 

 

LE FONTI E L'AUTORE

Il manoscritto fiorentino contiene una versione della Città di Dio in lingua italiana. E' composto da 317 fogli, ed è datato 1433. Il foglio 315 è firmato da A. di Lorenzo, che ne è il probabile amanuense. I fogli da 315r a 317v sono illustrati con episodi della vita di Agostino. I disegni sono a penna, colorati con l'acquerello e sono incompleti dalla quarta pagina in poi.

La vivacità del tratto, la freschezza delle immagini e la varietà dei gesti e delle situazioni proposte denotano una certa originalità dell'autore, che pur ancora legato alle esperienze miniaturistiche medioevali, già mostra una apertura stilistica verso l'incipiente stile rinascimentale. L'impostazione è sicuramente molto diversa dalla contemporanea Historia Augustini.