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Maria Bettetini: EREMI AGOSTINIANI DELLA TUSCIA NEL XIII SECOLO

La copertina del libro di Maria Bettetini

La copertina del libro

 

 

 

 

INTRODUZIONE A AGOSTINO

di Maria Bettetini

 

 

 

Commento di Carla Di Martino

da La Provincia di martedì 17 marzo 2009 pag. 40

 

Su Agostino, quest’uomo quest'uomo passionale e tormentato, si scrivono libri da 1500 anni. Botticelli, Pinturicchio, Benozzo Gozzoli, Jan Van Scorel l'hanno dipinto. Nel 1972, Roberto Rossellini gli ha dedicato un film, mentre una fiction, una coproduzione internazionale girata in questi giorni in Tunisia, sarà trasmessa da Raiuno, con Alessandro Preziosi nel ruolo del santo. Districarsi in questo mare di bibliografia è una vera impresa: migliaia di titoli, in tutte le lingue, per più di un centinaio di sue opere, dalle celeberrime Confessioni, felice e solo apparentemente modesto capostipite di un genere letterario nuovo e vero best-seller internazionale, agli scritti sull'anima e sulla Trinità, trattati filosofico - teologici (esercizi spirituali, diceva Pierre Hadot, superbi esercizi di stile, anche) e capolavori di letteratura. Da dove cominciare? Maria Bettetini, docente universitaria allo Iulm di Milano, autrice da più di vent'anni (poca cosa sui 1500 citati, certo, guardate la lista delle sue pubblicazioni!) di saggi, traduzioni e monografie su Agostino, spesso ospite nella nostra città - una sua conferenza inaugurava, nel 2000, la nuova biblioteca del liceo Volta di Como - ha saputo cogliere appieno la profonda, inaspettata, sempre attuale umanità che anima l'opera di Agostino. Oltre agli studi sui grandi classici del pensiero agostiniano, la Bettetini ci ha già rivelato alcune delle opere più curiose e intriganti: Sulla musica, Sulla bugia. Un percorso coerente e rigoroso coronato fa da un saggio "global", sul pensiero del nostro avventuroso pensatore: Introduzione ad Agostino (Laterza) che ha il pregio di essere estremamente accessibile.

Un saggio agile, scorrevole, quello della Bettetini, che "confessa" di aver dovuto «compiere delle scelte» ed aver optato per gli «aspetti meno noti» del complesso pensiero agostiniano; ma poi in effetti, in sette agili capitoli tematici, ce ne regala un ritratto "a tutto tondo": la sua dottrina positiva: sul tempo, il linguaggio, l'anima, la Verità, la Trinità e Dio, e le sue violente polemiche, alla difesa della nascente Chiesa "Cattolica" (dal greco kath'holèn ghèn = universale, nel tempo e nello spazio), ancora oggi alla base della dottrina della Chiesa di Roma e, ancor più profondamente, del lessico filosofico, psicologico e teologico occidentale. Un percorso dottrinalmente dettagliato, umanamente vivo. Perché, spiega Maria, "nulla nasce dal nulla" e anche le opere di Agostino, lungi dall'essere pura speculazione, sono sempre il frutto di esperienze intense di vita.

Nel pieno rispetto di quello che fu, prima inconscio, tormentato e latente, poi illuminato, liberatorio, fervente, il credo più profondo di Agostino: la fede nell'Amore, che è Dio, che nell'amore terrestre si manifesta per iniziare noi, piccole creature mortali, all’Amor che move il Sole e le a1tre stelle, il motore eterno del mondo, la causa, il fine e la ragione ultima del nostro vivere. Il saggio è completato da una storia ragionata della critica e da una bibliografia scelta in cui traspare tutta l'esperienza di insegnante della Bettetini. Sant'Agostino, la Bettetini ce lo ricorda subito, era berbero e scriveva in latino. Mi permetto di chiudere con la citazione di un grandissimo agostiniano, Jean Pépin, che poco prima di mancare, a 81 anni, nel 2005, mi diceva: «uno dei miei più grandi rimpianti è di non aver partecipato al convegno su Agostino in Algeria: Sant'Agostino, l'Africanità ed Universalità (Algeri, 1-7 aprile 2001)», Un bell'aneddoto per chi, come il giovane Agostino, è perennemente in crisi di identità ...

I dialoghi giovanili, il pitagorismo e il platonismo, il valore dell'ermeneutica intesa come scienza fondante, gli scritti polemici e poi i grandi temi del male, del tempo e dell'eternità. In dieci brevi capitoli Maria Bettetini traccia una sintesi della vita avventurosa, del pensiero e delle opere di sant'Agostino da Ippona, con particolare attenzione agli scritti che maggiormente hanno influenzato la cultura dei secoli successivi, dalle Confessioni, alla Città di Dio, alla Trinità. Il volume non si uniforma alla prassi di distinguere le opere del santo in filosofiche e teologiche, ripartizione estranea ad Agostino stesso, ma rintraccia le idee di fondo che strutturano il suo pensiero, le approfondisce e ne segue il tortuoso percorso culturale fino ai giorni nostri.

 

 

Quelle letture nella fredda Brianza

Intervista a Maria Bettetini di Manuela Moretti

 

Professoressa Maria Bettetini, l'identificazione di Cassiciacum come un luogo della Brianza lariana è riconosciuta unanimemente?

L'identificazione è accettata abbastanza unanimemente, anche se non si sa ancora con sicurezza quale sia il paese, che spesso si tende a identificare con Cassago Brianza. C'è una diatriba aperta da tempo sull'argomento, ma è sicuramente in Brianza perché è un posto che uno degli amici di Agostino raggiunge a piedi da Milano impiegando meno di due giorni. Agostino inoltre parla del freddo e dei monti di quel luogo.

Quali sono le motivazioni che spinsero Agostino a stabilirsi a Cassiciacum?

Agostino si era recato lì perché a Cassiciacum c'era la villa di un amico. Ha voluto ritirarsi in quel luogo dopo la conversione definitiva in preparazione al battesimo: siamo tra l'autunno del 386 e la Pasqua del 387. Dopo la conversione Agostino decide di rinunciare all'insegnamento e costruisce questa comunità molto particolare a Cassiciacum, dove c'è sua mamma, suo figlio, alcuni amici venuti dall'Africa e altri del luogo. Lui racconta questa loro vita in alcuni Dialoghi, come il De Ordine: leggevano dei testi "nella fredda Brianza", come la chiama lui, dove insieme alla Bibbia studiavano anche testi di poeti antichi. Agostino insegna a dei ragazzi più giovani di lui e la madre interviene come la figura che rappresenta la fede. La figura della madre appare infatti come quella che dà sempre la soluzione della fede rispetto ai loro ragionamenti filosofici: non si nomina quasi mai Dio in questi dialoghi, siamo ancora in una fase di avvicinamento filosofico.

 

 

Edizioni Laterza, pp. 230,   2009