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CICLo AGOSTINIANo di Garcia Hidalgo

Particolare di Agostino che distribuisce i beni ai poveri

Particolare di Agostino che distribuisce i beni ai poveri

 

 

GARCIA HIDALGO JOSE'

1674

Madrid, Museo del Prado

 

Sant'Agostino riceve beni dai ricchi e li distribuisce ai poveri

 

 

 

Questa tela ad olio, delle dimensioni 212 x 307 cm, propone un episodio relativo alla carità agostiniana e dei suoi monaci in generale.

Agostino in piedi, vestito da monaco, accoglie benedicendo i doni che gli vengono portati da un nobile ricco. A destra un gruppo di poveri riceve doni da un giovane frate agostiniano, accompagnato da altri confratelli che reggono una grossa cesta ricolma di beni da distribuire.

Questo lavoro fa parte della serie dei 27 dipinti sulla "Vita di Sant'Agostino" che decorava il chiostro principale del Convento di San Felipe el Real a Madrid. Questo ciclo commissionato a José García Hidalgo, sembra che abbia goduto della collaborazione di Alonso del Arco.

La principale fonte iconografica per i dipinti di García Hidalgo furono le stampe dell'incisore fiammingo Schelte Adams Bolswert. Questa origine ha permesso di interpretare correttamente il soggetto di molte delle scene del ciclo, i cui motivi iconografici erano stato dimenticato e confusi fra loro al tempi della confisca di Mendizabal.

 

 

Nostro Signore Gesù Cristo ci esorta ad essere alberi buoni per poter produrre frutti buoni. Poiché così dice: Fate l'albero buono, e buoni anche i suoi frutti; o fate l'albero cattivo e cattivi anche i suoi frutti. Dal frutto infatti si riconosce l'albero. Quando dice: Fate l'albero buono e anche i suoi frutti buoni, naturalmente questa non è un'esortazione ma un precetto salutare ch'è necessario mettere in pratica. Quanto invece alla frase: Fate l'albero cattivo e anche i suoi frutti cattivi essa non è un precetto da osservare, ma un ammonimento a guardarci dal comportarci come quell'albero.

Egli infatti disse questa frase contro coloro i quali, pur essendo cattivi, si reputavano capaci di dire cose buone o di avere opere buone; il Signore Gesù afferma che ciò è impossibile. Prima infatti l'uomo deve mutarsi, perché anche le cose cambino. In effetti se uno persiste nell'essere cattivo, non può compiere opere buone; se invece persiste nel rimanere buono, non può compiere opere cattive.

AGOSTINO, Discorso 72, 1, 1 Sulle Parole del Vangelo Mt 12, 33: "Fate l'albero buono e buoni anche i suoi frutti"

 

García Hidalgo

Nato a José Villena presso Alicante nel 1645, Hidalgo fu pittore e incisore di buon livello. Si formò da giovane nella bottega di Nicolás de Villacis e Mateo Gilarte e su consiglio del suo primo insegnante nel 1660 si recò a Roma per conoscere lo stile barocco di Pietro da Cortona, Giacinto Brandi, Carlo Maratta e Salvator Rosa. Ritornato in Spagna, si stabilì a Valencia, dove frequentò l'Accademia di Santo Domingo. Nel 1674 abita a Madrid, dove conosce Juan Carreño de Miranda, pittore di corte. In questo periodo riceve molte commissioni, soprattutto per gli ordini religiosi degli Agostiniani e delle Carmelitane. Per gli  Agostiniani produce ventiquattro quadri con scene della vita di sant'Agostino e di san Filippo per il convento di San Felipe el Real. Alcuni di questi quadri sono conservati al Museo del Prado. Realizza anche una "Visione di Sant'Agostino per gli agostiniani di Sigùenza (cattedrale di Siguenza, Guadalajara) e altre opere per il convento di Segovia. La Virgen del Carmen, che venne realizzata nel 1674 per l'oratorio di re Carlo II, gli permise di ottenere il titolo di pittore del re. Dopo il 1680 dipinse un "San Francisco di Assisi" (Museo Nazionale di Arte Catalana a Barcellona), un "San Francesco da Padova e due compagni attraversare lo Stretto di Messina sul suo mantello" (a Madrid al Museo del Prado), un "S. Pascquale Bailón "(conservato al Museo di Saragozza) e" La morte di San Giuseppe "(Hartford Wadsworth Atheneum, Hartford).

Hidalgo è molto conosciuto soprattutto per la sua attività di insegnante teorico grazie al suo trattato "Principi per studiare l'arte più nobile e reale di pittura" e "pratica Geometria", pubblicato nel 1693. Nominato pittore di corte Filippo V nel 1703, ha eseguito anche vari ritratti, fra cui quello di Mariana de Austria (convento degli Agostiniani a Madrigal de las Altas Torres), di Luis i (Palacio de Monterrey a Salamanca) e di Don Manuel de Coloma, marchese de Canales (conservato al Museo di Salamanca). La sua ultima opera documentata risale al 171714 e descrive il Matrimonio mistico di Santa Caterina. Morì a Madrid nel 1717.