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PITTORI: Giovanni Agostino da Lodi

Madonna col Bambino, Agostino e Santi (Pala dei barcaioli) di Giovanni Agostino da Lodi

Madonna col Bambino, Agostino e Santi (Pala dei barcaioli)

 

 

GIOVANNI AGOSTINO DA LODI

1495 circa

Murano, Chiesa di san Pietro Martire

 

Madonna col Bambino, Agostino e Santi detta la Pala dei barcaioli

 

 

 

La presenza di questa pala di autore milanese su un altare della laguna veneta è un esempio dell'apertura del mercato e delle committenze artistiche del Cinquecento a Venezia, almeno fino a quando non si affermerà definitivamente Tiziano, incontrastato dominatore della scena fra il 1520 e il 1560. Il dipinto è una delle opere più importanti del pittore di origini lombarde che, specie nella figura della Madonna, rivela la propria diretta conoscenza dello stilo leonardesco.

La Pala si trovava in origine nella chiesa di san Cristoforo della Pace e fu poi trasferita a Murano nella chiesa di san Pietro Martire. Un accordo stipulato il 25 marzo 1492 con i padri di san Cristoforo per la fondazione della Fraglia lascia presupporre che la Pala fu eseguita forse prima che finisse il Quattrocento. Quest'opera è una delle più antiche realizzate a Venezia da Agostino da Lodi. La Pala presenta una idea di struttura architettonica complessa, con una ricerca appassionata di prospettiva dettata dal trono della Vergine e dalla presenza delle imponenti figure di santi, il Battista, Agostino, san Maurizio che testimoniano i suoi rapporti con Bramante.

Alla base del trono si osservano due storie a monocromo, con la funzione di illusori bassorilievi. Uno è circolare e raffigura il guado di san Cristoforo, il che ricorda l'originaria destinazione per la chiesa di san Cristoforo. Il secondo, più nascosto, presenta quattro figure, di cui tre maschili.  In testa al trono troviamo due angeli musicanti. I santi si presentano con una statuaria rigidità, accentuata delle pieghe dei vestiti che si vedono soprattutto nel Battista (a sinistra) ammantato da un panneggio piuttosto aderente al corpo.

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.

Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)

 

 

Giovanni Agostino da Lodi

Scarse sono le notizie che lo riguardano. Solo nel XX secolo alcuni studiosi ne hanno evidenziato le qualità artistiche di una personalità che resta in ogni caso sfuggente per la singolarità del suo linguaggio e degli spostamenti continui tra Lombardia e Veneto. Lo troviamo attivo fra il 1495 e il 1525. La sua prima opera certa, la Pala dei Barcaioli in San Pietro Martire a Murano, è databile al 1495: impostata sull'esempio di altre sacre conversazioni veneziane, vi è però una certa incertezza compositiva, soprattutto nell'uso della prospettiva, forse dovuta alla scarsa preparazione. Nel piccolo dipinto detto san Pietro e san Giovanni Evangelista conservato nella Pinacoteca di Brera, che è l'unica sua opera firmata, sono ravvisabili elementi lombardi, derivati da Bramantino e da Leonardo. Il restauro avvenuto nel 2007 ha evidenziato una scritta in latino che nella versione in italiano recita così: " Il maestro non vietava minimamente che il giovane pittore lo superasse". La piccola tavola è quindi l'omaggio di Giovanni Agostino al maestro Leonardo. Il primo quadro in cui gli elementi leonardeschi si fanno preponderanti è la Lavanda dei piedi alle Gallerie dell'Accademia di Venezia. Con la Lavanda è sancito l'ingresso del leonardismo a Venezia. Negli anni subito successivi Giovanni Agostino medita sul paesaggio guardando alle coeve invenzioni di Giorgione. Nel 1506 torna a Milano, forse attratto dal ritorno di Leonardo in città dal 1506 al 1513. La sua committenza è soprattutto privata, i suoi dipinti di piccole dimensioni. Nel 1510 abita nella parrocchia di Santo Stefano in Brolo a Milano, l'anno successivo nella parrocchia di sant'Eufemia vicino a Porta Romana. A questi anni vanno quindi datate le sue opere per la Certosa di Pavia, ora frammentate in diversi musei. In questi anni milanesi vi sono tutte quelle caratteristiche che avvicinano Giovanni Agostino a quella corrente di anticlassicismo sperimentale e nordicizzante diffuso verso il 1520 in area padana, in città come Cremona, Brescia, Lodi e con dei caposcuola come Romanino, Boccaccio Boccaccino, Altobello Melone. Grande libertà compositiva, tipologie leonardesche molto piene, espressività intensa, scioltezza esecutiva, sono le caratteristiche di questo suo stile della piena maturità. Ultima opera della sua carriera il polittico d'altare per la chiesa di Santa Maria della Pace a Milano, lavoro di collaborazione con Marco d'Oggiono, con cui l'artista ebbe per tutta la vita un intenso rapporto.