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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Anonimo miniaturista francesePITTORI: Anonimo miniaturista francese
Agostino ai piedi di Cristo, Bibl. Nazionale, Ms. fr. 929
ANONIMO MINIATURISTA FRANCESE
Inizio Cinquecento
Biblioteca Nazionale di Parigi ms. fr. 929 f. 87v
Agostino ai piedi di Cristo
Un anonimo miniaturista di scuola francese agli inizi del 1500 dipinse per un libro di Meditationes questa bella miniatura che risente dello stile gotico quattrocentesco. La scena, piuttosto complessa ed articolata, si sviluppa in un ampio panorama, con un prato in primo piano e un'altura, in parte rocciosa, alle spalle.
Sulla destra si intravede una torre, mentre sulla sinistra, un albero svetta sulla sommità di un colle. Agostino, dal viso anziano e sofferente, è in ginocchio ai piedi del Cristo, che poggia il piede sinistro su una sfera, simbolo della sua Potenza. Agostino indossa un mantello rosso ed ha le mani giunte in preghiera: si rivolge a Cristo, che si appoggia ad una scala su cui sono posti dei biglietti con le Virtù. Un angelo volteggia in alto con le sue bianche vesti.
Consapevole della centralità della croce nel disegno salvifico di Dio sull'umanità e della straordinaria molteplicità di rimandi ad essa nell'Antico e nel Nuovo Testamento, Agostino si impegna nella sua interpretazione e meditazione lungo tutto l'arco della vita come confermano i numerosi riferimenti alla croce di Cristo, disseminati in tutta l'ampia produzione dell'Ipponate. Ciò che Agostino intende evidenziare è che la scelta di Gesù di portare la croce sulla quale verrà messo a morte è una lucida indicazione su cosa debba significare la vita cristiana. I credenti sono esortati in tal modo a seguire l'esempio del Maestro.
«La croce tiene insieme lo scandalo e la salvezza, la fine e l'inizio, perché in essa si compie qualcosa di assolutamente e radicalmente nuovo: sul legno, Cristo ci istruisce sul significato della nostra vita presente e futura, perché è con la sua morte che Egli ha vinto per noi la morte».
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto.
AGOSTINO, Confessioni, 9, 2, 3
PSEUDO AGOSTINO, Planctus Mariae edito a Parigi 1842
Scrive Agostino commentando l'episodio della Crocifissione e della presenza di Maria accanto a Suo Figlio: "Allora, sotto la croce la riconobbe, lui che da sempre l'aveva conosciuta. E prima che fosse nato da lei, aveva conosciuto la madre nella predestinazione. Prima che, come Dio, egli creasse colei dalla quale doveva essere creato come uomo, conosceva la madre."