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PITTORI: Juan de Angers

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

JUAN DE ANGERS

1592

Ourense, cattedrale di san Martino

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questa immagine di Agostino, vescovo e Dottore della Chiesa, si trova nella fascia inferiore di un grande retablo in legno policromo, noto come Retablo di Nostra Signora das Neves, conservato nella cappella di Nostra Signora das Neves nella cattedrale di san Martino a Ourense in Galizia.

L'opera è stata attribuita a Juan d'Angers che la eseguì nell'anno 1592.

Il santo, vestito da vescovo, con fra le mani un libro aperto, si trova in compagnia degli altri Dottori della Chiesa, Gerolamo, Ambrogio e Gregorio Magno.

Agostino è qui raffigurato secondo i canoni classici della sua iconografia di maniera: vesta gli abiti episcopali con la mitra in testa e il bastone pastorale nella mano destra. con la mano sinistra regge un libro aperto, simbolo della sua eccezionale attività di scrittore a servizio della Chiesa.

La Madonna della Neve è una forma di venerazione della Vergine, il cui culto si ricollega alla chiesa romana di santa Maria Maggiore. Si tramanda che una coppia romana aveva chiesto alla Vergine Maria di istruirli su come impiegare la sua ricchezza. Ebbene in sogno ricevettero l'indicazione di costruire una chiesa sul colle Esquilino su un terreno che sarebbe stato coperto di neve. Il che accadde nella notte tra il 4 a il 5 agosto. Su quel terreno ora sorge la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.

La cattedrale Orense è dedicata a san Martino ed è la principale chiesa cittadina. Costruita tra la metà del XII e il XIII secolo, occupa lo stesso sito della basilica originale del periodo svevo, e in tutta la storia feudale della città un paio di volte è stata trasformata in una fortezza. Fu dichiarata Basilica Minore nel 1867 da papa Pio IX. Di impianto tardo romanico, la struttura fu influenzata dai modelli cistercensi e dalla scuola di Compostela.

In origine era un edificio a tre navate con transetto e triplice intestazione absidale. La spettacolare cupola gotica sopra l'incrocio è stata costruita tra il 1499 e il 1505. L'edificio conserva tre belle porte romaniche ottimamente conservate. I portali meridionali e settentrionali sono simili, la cui ricchezza scultorea per qualità richiama l'arte del Maestro Mateo compostelano. Il grande ingresso occidentale, noto come Porta del Cielo riproduce, in forma semplificata, la struttura del Portico della Gloria della Cattedrale di Santiago.

La pala d'altare è opera di Cornelis olandese, così come i due pulpiti. Gli stalli del coro (1580-1590) sono in noce e sono opera di Diego Solis e dello stesso Juan de Angers. Altre opere di Juan de Angers sono conservate nel Museo della cattedrale.

 

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6