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Madonna della Cintura in gloria con i santi Agostino, Nicola da Tolentino, Rocco e Sebastiano
ANTONIO DA COMO
1529
Genova, chiesa della Nostra Signora della Consolazione, Refettorio
Madonna della Cintura in gloria con i santi Agostino, Nicola da Tolentino, Rocco e Sebastiano
L'opera di Antonio da Como raffigura la Madonna della Cintola in gloria fra i santi Agostino, Nicola da Tolentino, Rocco e Sebastiano. Il quadro, un olio su tavola, 230 x 190 cm, risale all'anno 1529 ed è conservato a Genova nel refettorio del convento agostiniano annesso alla basilica di Nostra Signora della Consolazione, Questo dipinto venne commissionato al pittore Antonio da Como il 25 gennaio del 1529 da Stefano da Como, "Priori Ecclesie Beate Marie de Consolatione", e da Bernardo Ravaschio, esecutori testamentari del quondam Andrea Vigo, setaiolo genovese che lasciò alcune somme per la costruzione della propria cappella funebre all'interno della chiesa agostiniana di Artoria, dove la tavola venne inizialmente posta.
L'opera, strutturata in origine con una predella e una cimasa "col mezzo tondo", fu trasferita nell'attuale collocazione quando la comunità agostiniana abbandonò a precedente sede che era stata distrutta nel 1681. La nuova sede edificata a partire dal 1684 a Genova accolse l'opera. La tavola mostra la Vergine nel momento in cui porge a san Nicola da Tolentino la sacra cintura, dono divino indissolubilmente legato alla storia degli agostiniani, che dal 1439 hanno sostenuto e incoraggiato lo sviluppo delle confraternite dei Cinturati presso le chiese dell'Ordine.
È pertanto probabile che Andrea Vigo facesse parte di una di queste associazioni legate al convento di Artoria e che, in qualità di confratello, abbia desiderato far realizzare un'immagine che testimoniasse la sua devozione.
I rapporti fra il mercante e gli agostiniani dovevano essere abbastanza stretti. La presenza delle figure dei santi Agostino e Nicola da Tolentino è legata alla devozione della cintura, ma si può interpretare anche come omaggio agli agostiniani, soprattutto per le vesti indossate da Agostino, che sotto il piviale porta la nera tunica dei monaci. Agostino è inginocchiato in adorazione ed ha umilmente deposto per terra la mitra segno della sua dignità episcopale. Fra le mani, quasi appoggiandosi, tiene il bastone pastorale. Contrapposto a Nicola, il volto di Agostino esprime per intero la sua vecchiaia di fronte al giovanile slancio del frate tolentinate. La presenza dei santi Rocco e Sebastiano molto probabilmente è legata al loro ruolo di protettori taumaturghi contro la peste, che in quegli anni mieteva molte vittime. Questa ancona costituisce l'unica testimonianza conosciuta di questo pittore comasco, di cui non sono noti altri riferimenti biografici. Tenuto però conto delle severe leggi imposte dalla corporazione alle maestranze non autoctone che operavano a Genova nei primi anni del XVI secolo, è verosimile pensare che, ancor prima del 1529, Antonio avesse già avviato nel centro ligure una propria bottega di pittore.