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PITTORI: Maestro ferrarese romagnolo

San Matteo Evangelista e sant'Agostino

San Matteo Evangelista e sant'Agostino

 

 

MAESTRO FERRARESE ROMAGNOLO

1500-1524

Argenta, chiesa di S. Domenico (ex)

 

San Matteo Evangelista e sant'Agostino

 

 

 

L'immagine in cui compare sant'Agostino è un affresco murale che si inserisce in un contesto pittorico più vasto. Il santo, vestito come un vescovo, è in compagnia di san Matteo Evangelista. L'affresco si trova ad Argenta, nella chiesa sconsacrata di S. Domenico. L'edificio era di proprietà della Confraternita dei Battuti Bianchi che nel 1495 la dona ai frati domenicani che si sono appena insediati in città.

Questo edificio sacro è un tipico esempio di architettura quattrocentesca in mattoni in facciata a vista, con il tetto a capriate, a una sola navata e con sei ampi nicchioni laterali, che anticamente erano dotati ciascuno di un altare, con affreschi e decorazioni a stucco che purtroppo sono andati persi a causa dello stato di abbandono in cui l'edificio si è trovato più volte nel corso della sua esistenza. I pregevoli affreschi che ancora sono in parte visibili sono di scuola ferrarese-romagnola degli inizi del Cinquecento. La chiesa di San Domenico attualmente è riutilizzata come sede del Museo Civico. Il patrimonio della Pinacoteca comprende alcune decine di opere, dei secoli fra il XV e il XVIII, scampate alle requisizioni napoleoniche e del governo italiano dopo l'Unità d'Italia.

Sant'Agostino in questa pittura è stato raffigurato secondo gli stilemi della iconografia classica che lo presentano come vescovo e Dottore della Chiesa. In questa circostanza indossa i paramenti episcopali, in testa ha la mitra e se ne sta seduto con in mano un libro aperto che sta leggendo. Con la mano destra impugna una penna che sta intingendo in una bacinella d'inchiostro e che probabilmente si accinge a usare per scrivere sul libro.

Alle sue spalle, entro una scenografia dettata da due colonne, si può notare la figura di san Matteo evangelista, sia pure ampiamente frammentaria. L'evangelista è davanti al suo scrittoio intento, dalla posizione che sta assumendo, a scrivere.

San Matteo era anche chiamato Levi, in quanto pubblicano, era membro di una delle categorie più odiate dal popolo ebraico. In effetti a quell'epoca gli esattori delle tasse pagavano in anticipo all'erario romano le tasse del popolo e poi si rifacevano come usurai tartassando la gente. I sacerdoti, per rispettare il primo comandamento, vietavano al popolo ebraico di maneggiare le monete romane che portavano l'immagine dell'imperatore. I pubblicani erano quindi accusati di essere peccatori perché veneravano l'imperatore. Matteo è il patrono di banchieri, bancari, doganieri, guardie di finanza, cambiavalute, ragionieri, contabili ed esattori.

Gesù passò vicino a Levi e gli disse semplicemente Seguimi (Marco 2,14). E Matteo, alzatosi, lo seguì.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.