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PITTORI: Maestro di Arsoli

Sant'Agostino vescovo del Maestro di Arsoli

Sant'Agostino vescovo

 

 

MAESTRO DI ARSOLI

1500-1510

Arsoli, chiesa di san Rocco

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

L'affresco è attribuito al cosiddetto Maestro di Arsoli, di cui si hanno notizie tra la fine del secolo XV e l'inizio del XVI secolo. Il santo vescovo di Ippona è stato raffigurato con la mitria bianca e la veste nera monacale degli agostiniani: un manto rosso lo avvolge interamente mentre siede sulle nuvole stratificate, impugnando il pastorale e scrivendo sul cartiglio srotolato in grembo, di cui è praticamente illeggibile la scritta. Lo stato di conservazione è discretamente buono e lo stile compositivo è di un buon livello. Realizzato ad affresco il dipinto si estende su una discreta superficie.  L'esecuzione sembra risalire al primo decennio del Cinquecento.

Questa raffigurazione di sant'Agostino si trova nella piccola chiesa di san Rocco ad Arsoli, dove è custodito un ricco patrimonio di storia e di arte negli affreschi che ricoprono le pareti e la volta. L'edificio viene già nominato nell'elenco delle chiese ed oratori rurali nominati nel resoconto della Visita pastorale effettuata da Mons. Giovanni Andrea Croce, Vescovo di Tivoli, il 18 settembre 1566.

La chiesetta, a quel tempo intitolata a san Pietro, era in condizioni precarie ed il presule tiburtino aveva deciso di unirla con il relativo beneficio, assieme ad altre chiese rurali, alla parrocchia del Santissimo Salvatore. Gli studi anche più recenti della critica hanno attributo l'esecuzione degli affreschi tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento. Allorché, agli inizi del Seicento, si diffuse la devozione a san Rocco, che veniva invocato quale protettore dalla peste che imperversava nelle contrade d'Italia, al nome di san Pietro venne unito quello di san Rocco ed il relativo beneficio portò al titolo di Cappellania dei santi Pietro e Rocco.

Con il passare degli anni la chiesetta venne chiamata con il solo titolo di san Rocco pur rimanendo invariata la denominazione della Cappellania: a san Pietro venne dedicata una cappella nella nuova chiesa del Santissimo Salvatore, realizzata alla fine del Cinquecento. Gli affreschi nel loro complesso ci presentano frontalmente una Crocifissione, la Vergine e Santi, mentre sulle pareti si possono osservare i quattro Evangelisti con i rispettivi simboli, e i Dottori della Chiesa nelle volte.