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Agostino e i Dottori della Chiesa
MAESTRO SVIZZERO
1587
Parigi, Fondation des Artistes
Agostino e i Dottori della Chiesa
La vetrata della fine del Cinquecento, è opera di un anonimo artista svizzero. La scena è piuttosto complessa e vede al centro la presenza di due angeli, posti l'uno di fronte all'altro, che reggono e guardano i simboli episcopali e uno stemma sottostante. Un cartiglio al livello inferiore scritto in gotico tedesco riporta anche la data 1587. Ai quattro angoli della composizione sono stati raffigurati i quattro Dottori della Chiesa. In alto a sinistra c'è sant'Ambrogio intento a scrivere allo scrittoio. In basso a sinistra troviamo san Gregorio Magno con la tiara papale in testa. In alto a destra è stato raffigurato san Gerolamo nei suoi paramenti cardinalizi intento a leggere. Infine in basso a destra troviamo S. AVGVSTINVS vestito da vescovo con la mitra in testa mentre sta conversando con un bambino con in mano un cucchiaio. Fra i due si sta sviluppando un dialogo, che, secondo la tradizione, riguarda il mistero della Trinità che Agostino sta indagando.
Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.
L'opera è conservata presso la Fondazione parigina degli Artisti., una pubblica istituzione francese creata nel 1976 da Bernard Anthonioz, all'epoca capo del servizio di creazione artistica presso la segreteria di Stato per la cultura, il cui direttore era Françoise Giroud. Fu proposto di riunire due lasciti fatti allo Stato, in una fondazione di diritto privato. Il primo lascito fu fatto nel 1922 dalla baronessa Adèle de Rothschild, la giovane vedova di Salomon de Rothschild, a cui appartiene la vetrata descritta. Il secondo lascito nel 1944 deriva dalla eredità di due sorelle, Jeanne Smith e Madeleine Smith-Champion.