Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Girolamo di Benvenuto

PITTORI: Girolamo di Benvenuto

Madonna con Bambino in trono tra i santi Nicola da Tolentino, Agostino, Monica e Giovanni Evangelista

Madonna con Bambino in trono tra i santi Nicola da Tolentino, Agostino, Monica e Giovanni Evangelista

 

 

GIROLAMO DI BENVENUTO

1505

Cambridge, Harvard University Art Museums, Fogg Art Museum

 

Madonna con Bambino in trono tra i santi Nicola da Tolentino, Agostino, Monica e Giovanni Evangelista

 

 

 

La tela, trasportata da tavola, costituisce lo scomparto centrale di un grande polittico che Girolamo di Benvenuto realizzò agli inizi del Cinquecento per la chiesa di sant'Agostino ad Acquapendente nel Lazio.

Soggetto dell'opera è la Madonna in trono con in braccio Bambino tra san Nicola da Tolentino, sant'Agostino, santa Monica e san Giovanni Evangelista. Alta 183 cm e larga 228 l'opera di Girolamo di Benvenuto noto anche lo pseudonimo di Girolamo del Guasta fu commissionata dalla locale comunità agostiniana. La presenza di santi dell'Ordine ha un intento apologetico e devozionale per i frequentatori della chiesa. A destra Agostino è inginocchiato ai piedi del trono. Ha le mani giunte inguantate in atteggiamento di preghiera: indossa il piviale del vescovo e ne porta pure gli attributi simbolici, quali la mitra e il bastone pastorale fra le mani. Il viso di Agostino ricalca lo stereotipo del santo, quale persona anziana con una folta barba grigia che gli copre le guance fino al petto.

Il santo sotto il piviale indossa la tonaca nera dei monaci agostiniani secondo una consuetudine diffusa nell'Ordine che in tal modo voleva rimarcare la sua stretta dipendenza da Agostino come fondatore, di cui seguiva la regola. In piedi dietro Agostino sta ritto san Nicola da Tolentino, il primo santo dell'Ordine e reca in mano un libro, il giglio e sul petto il sole raggiante. Dal lato opposto troviamo, ritta in piedi con un libro chiuso fra le mani che stringe sul cuore, santa Monica, anch'essa vestita come una suora agostiniana. Ai suoi piedi troviamo un Giovanni Evangelista vegliardo, in ginocchio, con un libro aperto che indica con la mano destra la Vergine e il Bambino. La scena è abbellita da una serie di angeli che contornano l'immagine della Vergine. L'ambiente, sobrio ma elegante ricalca ancora gli stilemi architettonici quattrocenteschi.

L'opera è attualmente conservata a Cambridge alla Harvard University Art Museums, Fogg Art Museum.

 

 

Girolamo di Benvenuto

Nacque a Siena verso il 1470 dal pittore Benvenuto di Giovanni e da Iacopa di Tommaso da Cetona. Il padre guidava una importante bottega, dove si utilizzavano i fortunati moduli della tradizione senese quattrocentesca di Lorenzo di Pietro e di Giovanni di Paolo. Girolamo si formò pertanto nella bottega paterna. Il suo è un periodo di grandi trasformazioni a Siena, che iniziano nel 1487 quando Pandolfo Petrucci, il Magnifico assume il potere. I primi anni del Cinquecento portano ad un rinnovamento della pittura locale, con la presenza di Signorelli e Pinturicchio. Da queste frequentazioni Girolamo creò il proprio linguaggio, crescendo e lavorando sempre all'interno della bottega paterna. Bisognerà attendere il 1508 per avere la prima tavola firmata e datata dall'artista.

Intorno alla metà del primo decennio Cinquecento si dovrebbe porre l'esecuzione della pala destinata alla chiesa, restaurata proprio in quegli anni, di S. Agostino ad Acquapendente, costituita da uno scomparto centrale su tela che raffigura la Madonna con Bambino e i santi Agostino, Nicola da Tolentino, Monica e Giovanni Evangelista, ora al Fogg Art Museum di Cambridge nel Massachusetts. Nel 1508 Girolamo firmava ("opus Iheronimi Benvenuti de Senis") la pala con la Madonna e i santi Domenico, Caterina d'Alessandria, Girolamo e Caterina da Siena, nota anche come Madonna delle Nevi, destinata all'altare della cappella patrocinata dalla famiglia Sozzini nella chiesa senese di S. Domenico e ora nella Pinacoteca nazionale.

Intorno al 1518 morì Benvenuto, per cui la bottega passò a Girolamo. La sua prolifica attività proseguì fino al 1524 quando morì.