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PITTORI: Maestro di Bizzozero

Agostino vescovo con i Dottori della Chiesa in santo Stefano a Bizzozero

Agostino vescovo con i Dottori della Chiesa

 

 

MAESTRO DI BIZZOZERO

1536

Bizzozero, chiesa di santo Stefano

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Notevole è l'intera decorazione dell'abside che risale al 1536 e che si sviluppa con le sue raffigurazioni in due ordini, più una fascia bassa.

Nella parte superiore della volta troviamo al centro Dio Padre e ai suoi lati i Dottori della Chiesa. Nella fascia intermedia c'è la Crocifissione e i Santi Apostoli. Al centro dell'abside si scopre un eccezionale altare con affreschi romanici dei santi Ambrogio e Stefano, XI secolo. Gli affreschi originali del lato frontale andarono perduti nel Quattrocento in occasione di una ridipintura con l'immagine di Cristo con gli Strumenti della Passione, tra cui la Croce. Come accade nella vicina chiesa di san Pietro di Gemonio i dipinti della navata sono di tipo devozionale, commissionati da privati o da famiglie.

 

Le origini di questa chiesa sono documentate a partire dal secolo VIII. Scavi condotti alla fine del XX secolo hanno evidenziato l'esistenza di resti di due edifici antecedenti edificati all'interno dell'attuale perimetro. Probabilmente la chiesa nasce come oratorio e nel 1347 viene dotata di una Cappellania dall'Arcivescovo di Milano Giovanni Visconti. La dipendenza dalla pieve di Varese termina nel 1490, quando diventa una rettoria. L'edificio si presenta a navata unica, con due entrate. L'esterno presenta un'abside di grandi dimensioni con decorazioni ad archetti pensili. La torre campanaria è anch'essa in stile romanico, ma la cella campanaria rifatta nel 1347 è di tipo rinascimental.

La chiesa di santo Stefano, che presenta diverse analogie con la chiesa di San Pietro a Gemonio e conserva al suo interno numerosi affreschi che vanno dal 1000 al 1500. Inoltre conserva il più importante ciclo pittorico di Galdino da Varese.

Nel 1498 Galdino dipinse il ciborio, una cappella devozionale eretta nel Quattrocento dedicata alla Madonna.

Il manufatto, a forma quadrata in stile rinascimentale, è retto da due colonne gotiche di molera, poste su di un piedistallo e sormontate da capitelli corinzi. La Madonna è dipinta è un raro caso conservatosi di Galaktotrophusa ovvero Madonna del latte. Galdino da Varese lavorò nella Bottega dei Campanigo, maestri pittorici varesini del tardo Quattrocento, che accolse anche Martino Spanzotti che operò in territorio piemontese.