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Agostino e due angeli
BORDONE PARIS
1544-1560
Venezia, chiesa S. Andrea della Zirada
Agostino e due angeli
La tela a olio, dalle dimensioni di 253 x 168 cm, raffigura Agostino nei suoi paramenti episcopali con la presenza di due angeli. Il santo è ritto in piedi con le insegne della sua dignità vescovile nelle mani dei due angioletti: quello a sinistra sostiene nelle mani la mitra, mentre quello a destra regge il bastone pastorale.
Lo sfondo è costituito da una struttura architettonica che suggerisce uno spazio ecclesiastico. Agostino è incorniciato da un alto arco fiancheggiato da colonne di marmo variegato e dietro i due angeli si trovano due massicci piedistalli di pietra. Questa pala fino al 1860 si trovava sull'altare a sinistra del coro della chiesa veneziana di sant'Andrea alla Zirada, quando l'altare venne rimosso per poter aprire una porta. Ora l'opera è appesa senza cornice alla parete destra della chiesa. La chiesa di sant'Andrea della Zirada apparteneva alle monache dell'ordine agostiniano. Questa tela di Paris non è citata da Vasari e neppure da Rìdolfì. Il primo a parlarne fu Boschini lodandola come «una delle singolari di Paris Bordon». In seguito Zanetti giudicò «la testa del santo bella come fosse di Tiziano», considerazione ripetuta anche da Boschini nella sua Guida di Venezia edita nel 1815.
Effettivamente la testa di Agostino manifesta ha una notevole vivacità espressiva, ma il resto della composizione è sviluppato piuttosto superficialmente e con qualche imprecisione nel disegno. I due angeli non sono gran cosa e differiscono assai dai soliti putti ignudi del Bordon. La composizione sembra si sia ispirata al S. Nicolò dipinto nel 1563 da Tiziano per la chiesa di S. Sebastiano a Venezia.
La debolezza artistica dell'opera ha fatto sorgere il dubbio che la tela sia da attribuire allo stesso Paris e non piuttosto ad un pittore veneziano della fine del Cinquecento attento allo stile del Pordenone e di Paolo Veronese. L'attribuzione tradizionale riferita da Boschini potrebbe anche far pensare ad un equivoco col figlio di Paris, che Zanetti e Lanzi giudicano pittore mediocre. Purtroppo, essendo irreperibile l'unico suo dipinto conosciuto, manca ogni possibilità di verificare questa congettura.
Paris Bordone
Nacque nella terraferma veneziana a Treviso nel 1500 e si trasferì a Venezia già nella tarda adolescenza. Artisticamente si formò a Venezia e lavorò anche insieme a Tiziano, pur caratterizzandosi per una impostazione più marcatamente manierista e uno stile che lasciava trasparire la sua formazione provinciale.
Le sue prime opere risalgono al 1520 circa e includono una Sacra Famiglia a Firenze, una Sacra Conversazione con Donatore a Glasgow e una Sacra Famiglia con santa Caterina conservata al Museo dell'Ermitage. Un sant'Ambrogio con donatore del 1523 si trova a Brera. Nel 1525-1526 Bordon realizzò una pala per la chiesa di Sant'Agostino a Crema e una Madonna con San Cristoforo e san Giorgio. Nel 1534-1535 dipinse per la Scuola di San Marco il suo più grande capolavoro: una tela raffigurante il Pescatore che consegna al Doge l'anello di matrimonio (oggi all'Accademia di Firenze).
Bordon mostra il meglio di sé nelle opere di piccole dimensioni, realizzando mezze figure, con donne e uomini seminudi tratti dalla mitologia o dalle storie religiose in una interazione fisica, nonostante l'affollato spazio. Nel 1538, venne invitato in Francia da Francesco I, alla cui corte dipinse numerosi ritratti. Durante il viaggio di ritorno in Italia, Bordon lavorò anche per il palazzo Fugger ad Augusta. Dopo il ritorno dalla Baviera fra il 1542 e il 1543 decorò con un magnifico ciclo di affreschi le pareti della chiesa di San Simone e Giuda Taddeo a Vallada Agordina.
Morì a Venezia nel 1571.