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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Francesco BrambillaPITTORI: Francesco Brambilla
Agostino vescovo
BRAMBILLA FRANCESCO
1598
Milano, Pulpito del Duomo
Agostino vescovo e dottore
Si tratta di un sant'Agostino di rame sbalzato e dorato, ideato da Francesco Brambilla e terminato nel 1598 a sostegno del pulpito dell'Antico testamento nel Duomo di Milano. Contro l'eresia luterana, i pulpiti dovevano valorizzare, più che la liturgia della Parola, la predicazione in chiave apologetica. In tutta coerenza dedicati all'Antico e al Nuovo Testamento, gli anelli dorati dei pulpiti sono rispettivamente sostenuti dai Dottori della Chiesa e dai simboli dei quattro Evangelisti.
Ora situato verso l'altare maggiore, primo a sinistra, S. Agostino poggia, analogamente agli altri rilievi, sopra un trofeo allungato e rastremato verso il basso, comprendente simboli iconografici del santo: dal pastorale alla mitra, dal libro all'aspersorio, conclusi inferiormente dalla firma non solo dello scultore, ma anche del fonditore, Giovanni Battista Busca detto Ciochino.
Francesco Brambilla
(Milano 1560- 1570). Scultore italiano documentato nel Duomo di Milano il 3 agosto 1560, quando fu incaricato di preparare i lavori ornamentali per il vecchio organo. Brambilla nel 1565 fu incaricato di scolpire la porta orientale del transetto del Duomo di Milano, di cui alcuni rilievi sopravvivono nella cappella della Madonna dell'Albero. Il 7 agosto 1566 Brambilla fu pagato per il piedistallo di una statua di Papa Pio IV. Le sue qualità artistiche colpirono anche Giorgio Vasari durante la sua visita a Milano nel 1566: Vasari descrisse questo lavoro come 'trafitto con i fori di tutto con un gruppo di putti e fogliame stupendo' e ha lasciato scritto che il suo creatore era 'un uomo molto studioso giovane'.
Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.
8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6