Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Brusazorzi Felice

PITTORI: Brusazorzi Felice

Agostino, la Vergine e santi

Agostino, la Vergine e santi

 

 

BRUSAZORZI FELICE

1598

Verona, chiesa S. Anastasia, Sacrestia

 

Agostino, la Vergine e santi

 

 

 

Il dipinto costituisce una notevole pala d'altare che misura m 2,87x1.86. Venne realizzata nel 1598 da Felice Brusasorci o Bruzazorci, un pittore che si muove nell'orizzonte artistico veronese. Dipinta a olio su tela, la pala ha per soggetto la Madonna con Gesù Bambino in gloria sopra delle nuvole con sant'Anna. Al piano inferiore troviamo una serie di santi fra cui si riconoscono, da sinistra verso destra, Domenico, Agostino, Antonio abate, Vincenzo Ferrer, Francesco d'Assisi e san Massimo. L'iscrizione in basso a sinistra, sul piccolo modello della chiesa, riporta FELIX BRV P. cioè la firma dell'autore abbreviata in lettere capitali dipinte. Sui due plinti decorati con gli stemmi della famiglia Giusti poggiano le due colonne a capitelli ionici che sostengono una trabeazione modanata, decorata con una cornice a dentelli che continua anche nel frontone. La pala è collocata al centro della struttura, entro una cornice di forma rettangolare. L'altare presenta inoltre due lesene e un frammento di trabeazione addossati alla parete.

Agostino è stato raffigurato in piedi con i paramenti episcopali, ma senza la mitra in testa. Nella mano destra regge il bastone pastorale mentre con la sinistra tiene fra le mani un libro aperto.

Il dipinto è ritenuto opera tra le più significative dell'ultimo periodo di attività del maestro veronese e ricorda il forte interesse del pittore per la ritrattistica. Tra i santi raffigurati compaiono Agostino, Girolamo e Massimo, omonimi dei fratelli Giusti committenti.

 

 

Felice Brusazorzi

Felice era figlio del pittore Domenico Brusasorzi, e come la sorella Cecilia e il fratello Giambattista a sua volta fu valente pittore. Alla morte del padre, intraprese diversi viaggi, con un soggiorno per diversi anni a Firenze e al suo ritorno a Verona diffuse lo stile manierista, che aveva appreso proprio in Toscana. Aperto alle nuove istanza artistiche parmensi e lombarde, produsse numerosi lavori che sono conservati nelle chiese veronesi. Queste pale sono sovente debitrici alle proposte artistiche del Parmigianino. Notevole fu la sua produzione di pitture su pietra. Nel quadro che raffigura San Francesco che riceve la seconda regola, che è conservato nella chiesa dei Cappuccini di Bolzano, fu precursore di alcune tendenze barocche. Ebbe numerosi discepoli, tra cui si ricordano Sante Creara, Pasquale Ottino, Marcantonio Bassetti e Alessandro Turchi. Al pari del padre Domenico fu pittore ufficiale della Accademia Filarmonica di Verona.