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Agostino vescovo e cardioforo
MAESTRO DI BRUXELLES
1530-1560
Bruxelles, cattedrale dei Santi Michele e Gudula
Agostino vescovo e cardioforo
L'immagine di Agostino cardioforo è qui raffigurata su una vetrata della cattedrale di S. Michele e santa Gudula a Bruxelles. Le vetrate della cattedrale sono state realizzate per lo più tra il 1525 e il 1663. Quelle più antiche, rinascimentali, si trovano nel coro, mentre quelle della cappella del Santissimo Sacramento furono realizzate tra il 1542 e il 1547 su disegni di Michael Coxcie e Bernard van Orley. Rubens portò a termine la vetrata della cappella della Vergine della Liberazione tra il 1654 e il 1663. La vetrata con il Giudizio Universale che chiude la polifora in controfacciata risale al 1528. Nel 1870, furono infine realizzate da Jean-Baptiste Capronnier le vetrate che illustrano la Leggenda del miracolo eucaristico di Bruxelles.
Nella vetrata che raffigura Agostino, Sanctus AGVSTINVS nel pedice della figura, il santo reca in mano un cuore fiammante. Con la sinistra lo regge verso l'alto quasi ad offrirlo in sacrificio a Dio. Con la mano destra impugna tenacemente il bastone pastorale. In testa indossa una mitra nimbata mentre con lo sguardo rivolto al cielo esprime una grande dolcezza e serenità. Il viso è ancora giovanile ed è ricoperto da una folta barba rossiccia.
La cattedrale attuale sorge sul sito dove già nell'anno Mille sorgeva una cappella dedicata a san Michele, che era il punto più importante di Bruxelles all'epoca, dato che si trovava all'incrocio delle due grandi vie di collegamento più importanti della regione che avevano dato vita alla stessa città: la strada di collegamento fra le Fiandre e Colonia, e quella fra Anversa e Mons, quindi la Francia. Nel 1047 Lamberto II, conte di Lovanio, e sua moglie Oda di Verdun, ingrandirono la struttura religiosa esistente e vi fondano un Capitolo di 12 canonici, predisponendo il titolo di collegiata. Si decide quindi di traslarvi le reliquie di Santa Gudula, fino ad allora conservate nella chiesa di Saint-Géry per cui la chiesa, da allora, fu dedicata a due santi. Nel 1072 la chiesa venne riconsacrata, probabilmente dopo un incidente grave che l'aveva colpita. Nel 1200, per ordine del conte Enrico I di Brabante, fu avviata la costruzione di un avancorpo occidentale in stile romanico-mosano, accompagnato da due torri cilindriche.
Non soddisfato, il duca Enrico II di Brabante nel 1216 avviò la costruzione di un nuovo maestoso edificio gotico in stile brabantino. La costruzione, in pietra bianca di Gobertange, venne cominciata dal coro e si concluse con la facciata ed elevazioni delle torri, dovute agli architetti Van der Eycken e Jan van Ruysbroeck. Queste ultime fasi furono completate solo negli anni 1470-1485.
È solo nel 1961 che Bruxelles, fin ad allora dipendente dall'arcivescovado di Mechelen, dove risiedeva il primate del Belgio, venne associata alla cattedra episcopale sotto il titolo di Arcidiocesi di Mechelen-Bruxelles.
Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3