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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Miniatore lombardoPITTORI: Miniatore lombardo
Sant'Ambrogio e sant'Agostino
MINIATORE LOMBARDO
XVI secolo
Busto Arsizio, Biblioteca Capitolare, salterio-innario del XVI sec.
Ambrogio e Agostino compositori del Te Deum
La miniatura si trova in un salterio innario del XVI secolo conservato nella Biblioteca Capitolare di Busto Arsizio.
Secondo la tradizione ambrosiana i due santi furono i compositori durante il battesimo di Agostino del duetto che portò al canto del Te Deum.
I due santi son qui raffigurati con i loro tipici attributi iconografici: entrambi portano i piviali vescovili, in testa hanno la mitra e reggono con la sinistra il bastone pastorale.
Ambrogio si riconosce perché più anziano - ha la barba grigia - ma soprattutto perché impugna con la mano sinistra lo staffile che usò contro gli ariani. Agostino sta sulla destra con le mani giunte in preghiera e indossa anche il nero saio dei monaci eremitani, che raffigurandolo in questo modo, volevano indicare la loro diretta discendenza dalla regola monastica proposta dal santo in Africa nel IV-V secolo.
Il Te Deum viene indicato a volte come Himnus ambrosianus, altre volte Hymnus in honorem sanctae trinitatis e ancora Imnum in die dominica.
L'attribuzione tradizionale ad Ambrogio ed Agostino risale all'859 quando Hincmar di Rheims (arcivescovo di Reims, nato nel 806 e morto a Epernay il 21 dicembre 882) pubblicò il testo sulla predestinazione nel quale riferisce questa tradizione: A maioribus nostris audivimus tempore baptismatis sancti Augustini hunc hymnum beatus Ambrosius fecit et idem Augustinus cum eo confecit.
La tradizione fu avvalorata nella Historia Mediolanensis di Landolfo Senior del secolo XI: in quibus fontibus prout Spiritus sanctus dabat eloqui eis Te Deum Laudamus decantantes, cunctis qui aderant audientibus et videntibus simulque mirantibus, in posteris ediderunt quod ab universa ecclesia Catholica usque ad hodie tenetur et religiose decantatur.
La datazione critica del Te Deum fa risalire la sua composizione al 400-450.
Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.
E in tal modo rispondendosi composero quest'inno, come narra anche Onorio nel suo libro Lo specchio della Chiesa.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea
Oggi gli specialisti attribuiscono la redazione finale a Niceta, vescovo di Remesiana (oggi Bela Palanka) alla fine del IV secolo.