Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Antonio CimatoriPITTORI: Antonio Cimatori
Madonna della Cintura con Agostino e Monica
ANTONIO CIMATORI
1599
Urbino, chiesa di sant'Agostino
Madonna della Cintura con Agostino e Monica
A Urbino, nella chiesa di S. Agostino, è conservata questa grande pala d'altare che raffigura la Madonna con il Bambino in braccio, sant'Agostino e santa Monica. Considerando e valutando lo stile ormai raggiunto da Cimatori, la critica artistica ne ebbe a scrivere in questa occasione che il pittore "si mostra tra gli scolari che maggiormente alterarono la maniera del maestro, abusando dei cinabri e degli azzurri che Barocci aveva usati con maggiore parsimonia".
Uno stretto legame con il dipinto di Sant'Agostino è riconoscibile in un gruppo di opere recentemente prese in considerazione dalla critica e cioè: la Madonna con il Bambino e santi della parrocchiale di Frontino, dove il gruppo centrale appare copiato dalla Madonna di san Simone del Barocci conservata nella Galleria Nazionale di Urbino; il quadro romano raffigurante la Madonna con il Bambino, santi e offerenti, conservato al Sodalizio dei Piceni, molto probabilmente iniziato dal Baldelli e completato dal Cimatori e il dipinto con analogo soggetto del palazzo comunale di Pergola.
La chiesa di sant'Agostino è l'unico edificio rimasto dell'importante complesso degli agostiniani, che comprendeva anche il convento. La chiesa sorge sulla via omonima ed è una delle più antiche della città. Si ritiene che il tempio risalga alla seconda metà del Duecento, ma fu profondamente modificato nel Settecento. In quest’occasione fu ricostruito anche il convento, che, assieme ad altri conventi, fu soppresso a metà Ottocento dalla riforma di Pio IX e destinato ad orfanotrofio e scuola professionale.
Cimatori Antonio
Nato ad Urbino nel 1550, venne avviato ben presto dal padre Tommaso, tornitore, presso la bottega del Barocci, di cui Cimatori fu uno dei più fedeli seguaci. Cimatori è noto anche con lo pseudonimo di Visaccio. Nel 1592 soggiorna a Roma dove frequenta la bottega del Cavalier d'Arpino. In alcune lettere che Baldo Falcucci, ministro a Roma del duca di Urbino, e ospite e protettore del Cimatori, scambiò tra il 1582 e il 1583 con Francesco Maria II Della Rovere, ci attestano che Cimatori fu il primo pittore con cui venne in contatto il cardinal Del Monte.
Nel 1587 l'artista è ricordato a Pesaro come pittore di corte, protetto e "famigliare" del duca Francesco Maria presso il quale si trattenne fino al 1589.
La critica attribuisce a Cimatori vari lavori nelle chiese di Pesaro, tra i quali di notevole interesse è il san Girolamo conservato nella cattedrale. A Urbino, nel 1599, lavorò per tre mesi in quella che era stata la bottega di Federico Barocci; nelle tele conservate a palazzo ducale è intuibile la stretta dipendenza di Cimatori dalla lezione del Barocci nella scelta dei colori aspri e cangianti e nella contrazione dello spazio nel quale le figure si addensano disordinatamente. Nel 1621, in occasione delle nozze di Federico Ubaldo della Rovere con Claudia de' Medici, partecipò con altri pittori della cerchia baroccesca ai lavori di decorazione sia a Pesaro sia ad Urbino dove lavorò all'arco trionfale eretto in prossimità del Duomo. Cimatori morì a Rimini nel 1623.
L'episodio descritto nel quadro riprende le parole di Isaia Et erit Iustitia cingolum lomborum eius et Fides cingolum renum eius, che formano il riferimento teologico del culto della cintura, soprattutto in ambito agostiniano. Il culto mariano ha origini piuttosto antiche: già sant'Ambrogio nel IV sec. promosse un grande sviluppo della marianologia soprattutto in relazione alla Verginità della Madonna. L'eredità teologica mariana ambrosiana fu raccolta da Agostino e dai movimenti religiosi che a lui si ispirarono nei secoli successivi. Il culto mariano costituì un elemento unificante e di resistenza per occidentali e bizantini durante le fasi di espansione araba.
Sarà nel corso del VII secolo che i Franchi assumeranno su di sé questa missione riportandola ad esperienze puramente occidentali, grazie all'aiuto dei missionari delle isole britanniche e dell'Irlanda. Nei secoli precedenti era stato l'accordo tra Longobardi e Roma e diffonderne il culto in ogni città. Dal V secolo la Chiesa di Costantinopoli influì notevolmente sul culto mariano in Lombardia, soprattutto attraverso i monaci che hanno lasciato numerose testimonianze. All'epoca di san Carlo, dal 1560 al 1584, furono promosse nelle diverse parrocchie le istituzioni delle Confraternite del SS. Sacramento in collegamento a quelle già esistenti di ispirazione mariana.
Fra queste era particolarmente attiva la Confraternita della Madonna della Cintura o Confraternitas Cinturatorum. Proprio per l'influsso degli agostiniani, largamente presenti nel XVI secolo a Milano, tale confraternita prese il nome di Arciconfraternita dei Cinturati di S. Agostino e santa Monica sotto l'invocazione di Nostra Signora della Consolazione, ricordando così nella denominazione il fondatore del culto e sua madre. La prima grande festa in onore della Madonna della Cintura si tenne la prima domenica d'Avvento del 1575 in Roma con la partecipazione del papa, di cardinali e di una numerosa popolazione. Per secoli si continuò a celebrare questa festa la prima domenica di Avvento.
Papa Clemente X, con il breve Ex iniucto nobis del 27 marzo 1675, fissò la festa il giorno successivo a quello di S. Agostino. Nel 1700 è nota l'esistenza di confraternite della Madonna della Cintura in tutta Italia, in altre nazioni, nonché a Tagaste.