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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Imitatore di CorreggioPITTORI: Imitatore di Correggio
Sant'Agostino in trono con aiutanti angelici
IMITATORE DI CORREGGIO
1500-1550
Madrid, Museo del Prado
Sant'Agostino in trono con aiutanti angelici
L'opera è di ignoto autore cinquecentesco che ha disegnato una copia di un'opera del Correggio.
Il disegno, in un'ampia scenografia architettonica, raffigura sant'Agostino in trono mentre viene attorniato e aiutati da numerosi angeli che gli reggono i libri. Il santo, al centro della scena, allarga le due mani appoggiandole a due volumi aperti, quasi volesse leggerne simultaneamente i contenuti. Agostino indossa i paramenti episcopali con semplicità. Il suo viso ha un aspetto anziano, è calvo e una folta barba gli scende dal viso scavato dalle righe del tempo. Il cartone è stato realizzato con la tecnica a penna, con acquerello preparato con gesso e inchiostro marrone. Il cartoncino misura 245 millimetri x 140 mm ed è riferibile sicuramente ad un artista di scuola italiana. Attualmente è in deposito presso il Museo del Prado a Madrid dove è entrato nel 1931 per lascito di Pedro Fernández Durán e Bernaldo de Quirós.
Antonio Allegri
Nato verso il 1489 è abitualmente conosciuto come Correggio dal paese natale, nei pressi di Reggio Emilia ed è stato uno straordinario pittore della scuola rinascimentale di Parma. Le sue composizioni sono dinamiche, con una prospettiva illusionistica e scorci drammatici
La sua prima formazione artistica gli derivò dallo zio Lorenzo Allegri ma già nel 1503 era apprendista presso Francesco Bianchi Ferrara a Modena, dove probabilmente conobbe il classicismo di artisti come Lorenzo Costa e Francesco Francia. Dopo un viaggio a Mantova nel 1506, è tornato a Correggio. Nel 1516 Correggio era a Parma, dove trascorrerà la maggior parte del resto della sua carriera. Tre anni dopo sposò Girolama Francesca di Braghetis, che morì nel 1529. Uno dei suoi figli, Pomponio Allegri , divenne un pittore mediocre. La sua prima grande commessa fu la decorazione del soffitto del salone da pranzo privata della madre-superiore del convento di san Paolo. Qui dipinse un pergolato trafitto da oculi aprendo a scorci di putti giocosi. Il camino fu affrescata con l'immagine di Diana. Tre anni dopo ha decorato la cupola del Duomo di Parma, con una sorprendente Assunzione della Vergine. Altri capolavori sono Compianto e Il Martirio dei Quattro Santi, presso la Galleria Nazionale di Parma.
Il martirio è notevole perché è simile a composizioni più tardo barocche come la Verità di Bernini o la Morte di Sant'Agnese di Ercole Ferrata.
A parte la sua produzione religiosa, Correggio concepì una famosa serie di dipinti raffiguranti gli amori di Giove, come descritto nelle Metamorfosi di Ovidio, che gli fu commissionata da Federico II Gonzaga di Mantova, probabilmente per decorare la sua stanza Ovidio privato nel Palazzo Te. I suoi contemporanei lo ricordano artista dal carattere ombroso, malinconico e introverso. Fu senz'altro un artista enigmatico ed eclettico, ed è difficile individuare un legame stilistico tra i suoi quadri: le sue opere furono rivoluzionarie ed influenzarono gli artisti successivi. Mezzo secolo dopo la sua morte, il lavoro del Correggio era ben noto al Vasari e i suoi esperimenti illusionistici, dove gli spazi immaginari sostituiscono la realtà naturale, sembrano prefigurare molti elementi del manierismo e del barocco. Il suo stile influenzò Giovanni Maria Francesco Rondani, Parmigianino, Bernardo Gatti e Giorgio Gandini del Grano.
Morì nel 1534.