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Madonna col Bambino, con i santi Giovannino, Michele Arcangelo e Agostino
CESARE DI NAPOLI
1585
Barcellona Pozzo di Gotto, Municipio
Madonna col Bambino, san Giovannino, san Michele Arcangelo e sant'Agostino
Il dipinto è stato realizzato a olio su tavola rettangolare di cm. 168,5 x 228 dal pittore messinese Cesare Di Napoli. Di lui sappiamo che nacque a Messina nel 1550 e lavorò almeno fino al 1586 quando se ne perdono le tracce.
L'opera proviene dal monastero basiliano di Gala ed esprime una scena dal forte significato teologico. La struttura del dipinto vede al centro della tavola, su una pedana, la Vergine, seduta su una seggiola, che indossa una tunica da cui fuoriesce scoperto un seno dal quale sgorgano gocce di latte. Questo particolare esprime simbolicamente la Grazia. Dal suo capo scende un lungo velo, mentre un manto azzurrastro avvolge le sue ginocchia. La Vergine tiene con entrambe le mani il Bambino e lo mostra a S. Giovannino. Il Bambino sembra seduto su un pilastrino ornato in basso da uno stemma gentilizio. Il Bambino Gesù protende le mani verso il cugino che viene avanti vestito di pelli. Nella mano sinistra Giovannino tiene una croce di canna, che termina con una banderuola, sulla quale è visibile la scritta "ECCE AGNUS DEI". Nella mano destra tiene un cardellino che offre al Bambino. Sopra la Vergine due angioletti tengono sospesa sul suo capo una corona. A sinistra si erge la figura dell'Arcangelo Michele, difensore del cielo, vestito come un soldato romano con una lancia nella mano destra e l'elmo in testa. Michele volge lo sguardo verso la Vergine e solleva con la mano sinistra una bilancia. Un lungo mantello rosso, coprendo le spalle, scende dal braccio sinistro fino ai suoi piedi. Qui giace riverso il demonio, che, secondo l'Apocalisse di S. Giovanni, avrebbe dovuto insidiare la Vergine rifugiatasi nel deserto.
A destra, avvolto in un ampio piviale verde, internamente foderato in rosso, Agostino è ritto in piedi intento alla lettura di un libro, che sostiene con la mano destra. Con l'altra mano regge il bastone pastorale. Il suo viso è avvolto da una folta e lunga barba nera. In basso a destra, si può notare il busto del committente, che è raffigurato di profilo. Sul gradino della pedana si legge a grandi caratteri la scritta "S. MARIA DELLE GRAZIE". A destra si legge anche "CAESAR DI NAPOLI PINGEBAT:/ ANNO SALUTIS MDLXXXV".
Il paesaggio che fa da sfondo è particolarmente luminoso e conferisce una notevole profondità, Sullo sfondo si notano profili collinari velati da una leggera foschia. Il pittore ha segnato l'intera opera di significati allegorici. La scritta della banderuola, il cardellino offerto al Bambino Gesù, il latte stillante dal seno di Maria, la figura del divino guerriero e la presenza di Agostino, sono simboli con cui esprimere la passione di Cristo, la redenzione e la certezza della vittoria del Bene sul Male attraverso l'effusione della Grazia Divina. Anche da quest'opera si può notare che Di Napoli presenta una cultura che segue il tardo manierismo polidoresco e segnatamente di quello del Guinaccia.