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Gloria di san Nicola da Tolentino con la Vergine e sant'Agostino
SANTI DI TITO
1563
Sansepolcro, Museo Civico
Gloria di san Nicola da Tolentino con la Vergine e sant'Agostino
La tela di Tito di Santi è caratterizzata da semplicità nella composizione e nello stesso tempo da un'intensa e devota religiosità, che si esprime nella struttura compositiva così come nelle espressioni di serena compostezza che emana dai visi dei protagonisti. Al centro della scena sta ritto in piedi in abito monacale degli eremitani agostiniani san Nicola da Tolentino, il primo dei santi dell'Ordine. Il pittore ha voluto rappresentare la Gloria del santo che viene incoronato dalla Vergine e da sant'Agostino. La triplice corona gli viene conferita per i suoi meriti e la giustificazione si trova scritta nelle due pagine del libro aperto che regge con la mano sinistra.
Vi si legge infatti la dichiarazione della sua fedeltà al dettato agostiniano e alla sua Regola: PRAECEPTA PATRIS MEI SERVAVI IDEO SEMPER MANEO IN EIUS DILECTIONE. San Nicola regge nella mano destra due suoi attribuiti iconografici relativi a significativi episodi della sua vita: il giglio e il crocifisso. Sul petto troviamo un ulteriore simbolo iconografico, che lo contraddistingue specificamente e cioè il sole raggiato.
Sopra di lui tre corone stanno per essere posate sul suo capo. La prima gliela offre la Vergine, o fors'anche Monica se consideriamo che indossa una veste nera, La seconda sta per essergli messa in capo da due angeli, mentre la terza è fra le mani di sant'Agostino. Quest'ultimo indossa il piviale, ma si nota chiaramente anche la tonaca nera dei monaci eremitani, secondo una consuetudine di lunga durata diffusa fra gli agostiniani dettata dalla convinzione che Agostino fosse il loro autentico fondatore. Agostino porta in testa una mitra bianca e regge fra le braccia anche il bastone pastorale. Il suo viso, benché maturo nella espressione, ha un aspetto ancora giovanile con una folta e lunga barba nera che gli scende fino al petto. Lo scenario in cui si svolge l'incoronazione è spoglio, quasi a voler concentrare l'attenzione sul puro avvenimento che sta accadendo. Il santo è in piedi sul mondo e ai suoi piedi giacciono incatenati il diavolo e una donna, simboli del peccato e della tentazione che il santo seppe vincere in più occasioni.
Santi Di Tito
Pittore e architetto, santi di Tito nacque a Sansepolcro nel 1536. In gioventù fu allievo di Agnolo Bronzino e di Baccio Bandinelli, per cui i suoi riferimenti artistici si volsero all'arte fiorentina del primo Cinquecento. Risentì dell'l'influsso degli Zuccari la cui arte fu fondamentale per la sua riforma antimanieristica, che lasciò una forte impronta nell'ambiente artistico fiorentino. Santi Di Tito lavorò a Roma fra il 1558 e il 1564 a palazzo Salviati e in Vaticano. Ritornato a Firenze, realizzò opere caratterizzate da semplicità compositiva e da un'intensa e devota religiosità. Un analogo linguaggio dichiaratamente antimanieristico impregna anche le opere architettoniche, come l'oratorio della confraternita di S. Tommaso d'Aquino a Firenze, o palazzo Dardinelli poi Fenzi e palazzo Zanchini.
Tito di Santi morì a Firenze nel 1603.