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La Vergine e il Bambino, con sant'Anna, Agostino e un chierico
JAN VAN DOORNICKE
1510-1520
Parigi, Museo del Louvre
La Vergine e il Bambino, con sant'Anna, Sant'Agostino e un chierico
Jan van Doornicke è un Maestro che verso il 1518 è attivo ad Anversa. Lo si ritrova soprattutto nel primo terzo del XVI secolo. La Vergine, il Bambino con sant'Anna, sant'Agostino e un chierico è una pittura che si può datare fra il 1510 e il 1520. Il quadro è di piccole dimensioni: 43 cm di altezza e 33 cm di larghezza.
Sant'Agostino, vestito da vescovo con in mano il cuore che offre al Bambino e l'orante si avvicinano molto al classico tema di Anna Selbdritt. La composizione è alquanto armoniosa con le quattro figure, un poco statiche, che si accentrano sulla immagine del Bambino.
La madre della Vergine, è titolare di svariati patronati quasi tutti legati a Maria; poiché portò nel suo grembo la speranza del mondo, il suo mantello è verde, per questo in Bretagna dove le sono devotissimi, è invocata per la raccolta del fieno; poiché custodì Maria come gioiello in uno scrigno, è patrona di orefici e bottai; protegge i minatori, falegnami, carpentieri, ebanisti e tornitori.
Siccome insegnò alla Vergine a fare pulizia e a pulire la casa, a cucire, tessere, è patrona dei fabbricanti di scope, dei tessitori, dei sarti, fabbricanti e commercianti di tele per la casa e biancheria. E' soprattutto la patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti, ed è invocata nei parti difficili e contro la sterilità coniugale. Il nome di Anna deriva dall'ebraico Hannah (grazia) e non è ricordata nei Vangeli canonici. Ne parlano invece i vangeli apocrifi della Natività e dell'Infanzia, di cui il più antico è il cosiddetto "Protovangelo di san Giacomo", scritto non oltre la metà del II secolo.
Il "Protovangelo di san Giacomo" racconta come Gioacchino, sposo di Anna, fosse un uomo pio e molto ricco e abitasse vicino a Gerusalemme, nei pressi della fonte Piscina Probatica. Un giorno mentre stava portando le sue abbondanti offerte al Tempio come faceva ogni anno, il gran sacerdote Ruben lo fermò dicendogli: "Tu non hai il diritto di farlo per primo, perché non hai generato prole".
Gioacchino ed Anna erano sposi che si amavano veramente, ma non avevano figli e ormai data l'età non ne avrebbero più avuti: secondo la mentalità ebraica del tempo, il gran sacerdote scorgeva la maledizione divina su di loro, per questo motivo erano sterili. L'anziano ricco pastore, per l'amore che portava alla sua sposa, non voleva trovarsi un'altra donna per avere un figlio; pertanto addolorato dalle parole del gran sacerdote si recò nell'archivio delle dodici tribù di Israele per verificare se quel che diceva Ruben fosse vero e una volta constatato che tutti gli uomini pii ed osservanti avevano avuto figli, sconvolto non ebbe il coraggio di tornare a casa e si ritirò in una sua terra di montagna e per quaranta giorni e quaranta notti supplicò l'aiuto di Dio fra lacrime, preghiere e digiuni.
Anche Anna soffriva per questa sterilità, a ciò si aggiunse la sofferenza per questa fuga del marito; quindi si mise in intensa preghiera chiedendo a Dio di esaudire la loro implorazione di avere un figlio. Durante la preghiera le apparve un angelo che le annunciò: "Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai e si parlerà della tua prole in tutto il mondo". Così avvenne e dopo alcuni mesi Anna partorì. Il "Protovangelo di san Giacomo" conclude: "Trascorsi i giorni necessari si purificò, diede la poppa alla bimba chiamandola Maria, ossia la prediletta del Signore". Altri vangeli apocrifi dicono che Anna avrebbe concepito la Vergine Maria in modo miracoloso durante l'assenza del marito, ma è evidente il ricalco di un altro episodio biblico, la cui protagonista porta lo stesso nome di Anna, anch'ella sterile e che sarà prodigiosamente madre di Samuele.