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Deposizione di Cristo con S. Ambrogio e S. Agostino
BERNARDINO FERRARI
1510-1515
Milano, chiesa di Santa Maria della Passione
Deposizione di Cristo con S. Ambrogio e S. Agostino
Questa grande tavola che raffigura La Deposizione di Cristo si trova nella cappella Taverna della chiesa di Santa Maria della Passione a Milano. In passato la sua esecuzione venne attribuita a Bernardino Luini, ma la critica ha riconosciuto come autore dell'opera Bernardino Ferrari, un pittore di Vigevano, che ha trattato anche in altre diverse occasioni tematiche con la presenza di Agostino.
L'ancona con la Deposizione, che si trova sull'altare della cappella Taverna, proviene dall'altare maggiore della chiesa, da dove fu tolta nel Seicento in occasione della costruzione dell'attuale altare maggiore a marmi policromi.
La tela è ospitata nella monumentale cornice lignea originale cinquecentesca. La predella è decorata con i santi Piero e Paolo e storie del ritrovamento della Vera Croce. Due colonne a motivi vegetali sorreggono un timpano spezzato con la cimasa che ospita il Cristo risorto. La tela centrale con la deposizione dalla croce è attribuita a Bernardino Ferrari, del quale costituisce certamente l'opera più importante giunta sino a noi. Il dipinto ricorda i modi di Luini, l'impostazione classica, la delicatezza della caratterizzazione delle figure, mentre il paesaggio sullo sfondo con la città turrita ricorda i misteriosi sfondi di Bramantino.
Sant'Ambrogio è dipinto a destra ed è facilmente riconoscibile perchè porta alla cintura il flagello, con cui simbolicamente percosse gli eretici. Agostino compare invece a sinistra ritto in piedi con le mani aperte in contemplazione. Indossa i suoi paramenti episcopali con la mitra in testa e un lungo e affusolato bastone pastorale appoggiato sulla spalla destra. Il volto del santo ha un aspetto contemplativo, accentuato dalla posizione reclinata del capo e da una folta barba che conferisce maturità al volto.
Bernardino Ferrari
Bernardo nasce a Vigevano nel 1490. Oltre al "Polittico Biffignandi", sicuramente la sua opera più nota, il Duomo di Vigevano conserva nella Cappella di San Carlo altre due opere di Bernardo Ferrari. Si tratta di una tavola raffigurante San Tommaso di Canterbury tra le sante Elena ed Agata ed il cosiddetto "Trittico Gusberti" dal nome dell'omonima famiglia committente con scene nella predella tratte dalla vita di Agostino. I suoi lavori furono spesso confusi e attribuiti ad altri pittori, in particolare della scuola leonardesca lombarda. Tra gli affreschi dei Chiostri della Società Umanitaria è molto interessante una sua Crocifissione che in passato venne attribuita a Marco d'Oggiono. Varie sue opere ci consegnano un artista pulito nei colori e dalle forme equilibrate che sembrano riportare ad un'influenza della pittura lombarda dei seguaci di Gaudenzio Ferrari e dei leonardeschi. Morì probabilmente nella natia Vigevano nel 1524 durante una delle devastanti epidemie di peste, che colpirono la città.