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PITTORI: Fiammenghino

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

GIOVAN MAURO DELLA ROVERE detto il Fiammenghino

1599

Cassano d'Adda, chiesa S. Dionigi

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Antonio Castiglioni nell'opuscolo, che scrisse nel 1617 sull'oratorio di S. Dionigi a Cassano d'Adda, attribuisce a Giovanni Mauro Fiamminghino l'opera pittorica della resurrezione di S. Dionigi e del traghetto dell'Adda, nonché della volta presbiterale dove si trova l'affresco che ritrae Agostino assieme agli altri Dottori della Chiesa. Lo stesso autore data l'esecuzione degli affreschi all'anno 1599.

L'arco trionfale del presbiterio della chiesa è stato realizzato in stucco ed è sormontato a sua volta da un secondo arco trionfale che rappresenta la Assunzione della Madonna fra gli angeli in volo e lo stupore degli apostoli in contemplazione. Tutta la volta del Presbiterio è divisa in tre sezioni pittoriche. Il catino absidale raffigura la SS. Trinità tra gli angeli musicanti. Al centro della volta a botte è rappresentata l'Incoronazione della Vergine e, sui piedritti, in quattro riquadri, trovano posto a due a due le figure dei quattro evangelisti e dei quattro dottori principali della Chiesa: S. Marco con il leone e S. Ambrogio con il flagello, San Giovanni con l'aquila e S. Agostino con il libro, S. Matteo con l'angelo e S. Gerolamo col leone, S. Luca con il bue e S. Gregorio Magno con la colomba. Gli affreschi richiamano i colori, la posa, il disegno del Cristo che incorona la Vergine presenti nell'affresco a Groppello dello stesso Fiamminghino nella raffigurazione della gloria di S. Antonio.

Qui Agostino è raffigurato come vescovo, assieme a san Giovanni, Nella mano destra regge un libro, mentre con la sinistra regge alto il bastone pastorale. In testa porta la mitra, mentre sotto il piviale viene ostentata la tunica nera dei monaci agostiniani, secondo una consuetudine ben radicata nei secoli nella iconografia agostiniana.

 

La facciata della chiesa di san Dionigi ha la forma semplice a capanna. Esprime la architettura severa del Seicento lombardo. Il portale, che reca la data 1610, ha un aspetto sobrio ed è sormontato da una finta finestra a Tabernacolo rettangolare con timpano, la cui armonia è sostenuta da due lesene ad angolo. La finestra è elemento esclusivamente decorativo. Vi era dipinto un affresco cancellato dalle intemperie, che raffigurava la SS. Trinità. Due sobrie finestre affiancate a quella centrale decorativa illuminano l'interno della Chiesa. All'interno si sono conservati dipinti del Cinisello, del Fiamminghino, del Montaldi, di Martino Veronese che hanno abbellito le pareti, il frontone, le volte e la tazza dell'abside. Ad un metro e mezzo dal pavimento sulle pareti lisce il Fiamminghino e il Cinisello hanno raccontato la leggenda di san Dionigi titolare della chiesa. Quattro grandi affreschi raccontano la vita del santo Arcivescovo di Milano predecessore di Sant'Ambrogio.