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PITTORI: Gavasio Giacomo

Agostino in trono con i santi Lorenzo e Stefano

Agostino in trono con i santi Lorenzo e Stefano

 

 

GIACOMO GAVASIO

1500-1520

Nembro, chiesa di san Nicola da Tolentino

 

Agostino in trono con i santi Lorenzo e Stefano

 

 

 

Nella chiesa di san Nicola da Tolentino a Nembro, una cappella è dedicata a sant'Agostino, La cappella si trova a destra del presbiterio e dell'altare maggiore ed è arricchita da una preziosa tela che è stata variamente attribuiti a pittori bergamaschi del Cinquecento. Si tratta di Giacomo Gavasio di Poscante, ma anche Andrea Previtali o Antonio Boselli o ad un artista della loro cerchia o ancora ad Antonio Marinoni, che negli stessi anni lavorava anche in S. Maria in Borgo e S. Sebastiano. Insieme al padre Giovanni, al fratello Bernardino e al figlio Ambrogio, apparteneva ad una famiglia di pittori di Desenzano di Albino attiva alla fine del Quattrocento e per buona parte del Cinquecento.

La pala raffigura sant'Agostino seduto maestosamente in trono con ai suoi fianchi i santi Stefano e Lorenzo. Lo schema della composizione sembra previtalesco, anzi antecedentemente belliniano, la fattura è diversa. L'autore del dipinto è più plastico di quel che Previtali non sia, inoltre ha un modellato  più risentito di quello che Previtali non abbia. L'autore per di più ricerca con forza un effetto decorativo nei legni lavorati della cattedra e nei broccati sacerdotali.

In origine questo dipinto era su tavola: di legno dorato e intagliato è invece la cornice, anch'essa cinquecentesca, in cui è inserito. Alla base delle due colonne sono appesi due stemmi gentilizi, che probabilmente vogliono ricordare i committenti. A sinistra si trova lo stemma dei Vitalba, quello di destra, con aquila e strisce oblique rosse e bianche, ne ricorda uno simile della casa di abitazione dei Vicari di Valle Sedrina.

La cappella è interamente decorata con stucchi e putti. Notevole è la lunetta con angeli in rilievo. Il voltino presenta tondi affrescati mentre l'arco è anch'esso tutto in rilievo con un angioletto con una mitra e un altro con il libro: due simboli tipici di Agostino, che ricordano il ruolo avuto sal santo nella storia della Chiesa.

 

 

Giovan Giacomo Gavasio di Poscante

"Mi si presenta in primo luogo fra questi che operarono nel principio del 1500 Gio: Giacomo Gavasio di Poscante terra della valle Brembana inferiore, il quale per corretto disegno, per morbido colorito, e per somma diligenza può stare a fronte degli eccellenti professori di quel tempo. Due sole pitture io posso far note, una delle quali dipinta sul legno, e in qualche parte allumata di oro, come allora si costumava, vedesi nella Sagristia di S. Alessandro in colonna colla Vergine sedente col Bambino in braccio, sopra alcuni graziosi Angeletti, a da una parte uno schiratto sopra un piedistallo, ove sta scritto Jo: Jacobi Gavatii de Poscana opus 1512. La maniera colla quale è dipinta questa tavola molto s'accosta a quella di Gio: Bellino, ed è somigliante in gran parte alle opere di Previtali. L'altra sua pittura pure su legno ritrovasi in Brescia presso il Signor Carlo Apiani, e rappresenta la Vergine col bambino, un vecchio, ed una donna con li capelli sparsi, una scimmia, da una parte, ed alcune figurine in lontananza con veduta di bel paese, e sotto leggesi: Jacobus Gavattus de Bergomo P. Queste dunque bastar debbono per farlo conoscere per valente pittore, né uopo sarebbe, tutto che io ne avessi notizia, di indicare altre sue opere per accrescergli pregio, perchè troppo mi pare, che da queste ne tragga."

tratto da Vite de' pittori scultori e architetti bergamaschi scritte dal conte cavalier Francesco Maria Tassi, opera postuma, vol. I, Bergamo 1793, pp. 44-45