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PITTORI: Maestro tedesco

Agostino Dottore della Chiesa

Agostino Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO TEDESCO

1550-1570

Incisione a stampa

 

Agostino Dottore della Chiesa

 

 

 

Questa stampa ad incisione su rame risale al XVI secolo e proviene dall'ambiente tedesco. Sant'Agostino vi è raffigurato come Dottore della Chiesa in atto pensoso mentre al suo fianco si intravede il famoso bambino dell'episodio leggendario che incontra il riva al mare mentre sta indagando sul mistero della Trinità. L'incisione, dalle dimensioni di circa 9 x 7,4 cm, presenta un disegno dai contorni netti e ben strutturato.

Il santo è seduto allo scrittoio mentre tiene con la mano sinistra un libro: con la mano destra sorregge il mento, mentre il volto, rivolto allo spettatore, esprime una intrigante meditazione. Con la mano sinistra regge il bastone pastorale, mentre la mitra, come spesso accade in circostanze iconografiche similari, è riposta dietro il braccio di Agostino, in una posizione seminascosta, a significare l'umiltà del santo che non si preoccupa di mostrare la sua dignità episcopale.

Il volto di Agostino, dalle tipiche fattezze nordiche, ha un aspetto ancora giovanile, senza barba e con qualche capello riccio che fuoriesce dal cappello che porta in testa.

La presenza del fanciullo con in mano il cucchiaio che osserva Agostino si riferisce, all'episodio leggendario che venne utilizzato per spiegare l'affannosa ricerca del mistero della Trinità da parte del santo. Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.

La scritta in margine all'incisione rafforza il concetto: Fessa quod arrectam nitantur tempora dextram difficilis capiti res meditanda meo est.