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PITTORI: Stefano Giordano

Madonna con il bambino e i santi Agostino e Bernardo: particolare di sant'Agostino

Particolare di sant'Agostino

 

 

GIORDANO STEFANO

1534-1540

Napoli, Pinacoteca Nazionale Capodimonte

 

Madonna con il bambino e i santi Agostino e Bernardo

 

 

 

Questa opera viene attribuita a Giordano già da Susinno e Grosso Cacopardo, che citavano la Madonna in trono col Bambino tra i santi. Agostino e Bernardo sormontata dalla lunetta con L'Eterno Padre. La lunetta era l'unica parte della pala rimasta nella chiesa ai tempi di Grosso Cacopardo, che riferiva che la tavola centrale era stata venduta così come gli altri dipinti della stessa chiesa.

Questa tavola si trova adesso nel Museo di Capodimonte a Napoli, dove giunse nel 1802 insieme con altri quadri per dono di Ferdinando IV di Borbone da parte del marchese di Montagano. Il dipinto venne individuato dal critico Samiperi come opera di Mariano Riccio, e come tale è stato riconosciuto da Previtali (1978) e da Abbate (1972); mentre in seguito Barricelli, rifacendosi alla notizia di Susinno, ha riattribuito l'opera a Stefano Giordano. Tale attribuzione oggi è generalmente accolta dalla critica.

La scena è monumentale ma semplice nella composizione: al centro su un trono siede la Vergine con in braccio il bambino. Ai piedi dei gradini si ergono in piedi i due santi Agostino e Bernardo. Entrambi sono vestiti da vescovo, per quanto Bernardo non lo sia mai stato. In realtà si sa che, quando morì, venne rivestito con un abito appartenuto al vescovo Malachia, del quale aveva appena finito di scrivere una biografia, e venne sepolto davanti all'altare della sua abbazia. Bernardo sotto il piviale lascia intravedere la tonaca bianca e ai suoi piedi si trova un cane, che contraddistingue iconograficamente la sua figura. Agostino al contrario di Bernardo non legge un libro ma ha lo sguardo rivolto verso la Vergine. Il suo volto esprime i segni dei tempi con una folta barba bianca. Sotto il piviale Agostino indossa la nera tunica dei suoi monaci, a dichiarare la continuità degli agostiniani medioevali con le forme monacali di Ippona e d'Africa nel V secolo. Dietro un monumentale gruppo di colonne elegantemente intagliate, si sviluppa un panorama aperto di gusto quattrocentesco.

 

 

Giordano Stefano

Nacque a Messina in un anno imprecisato del primo Cinquecento. La sua produzione artistica, che si sviluppa  verso la metà del Cinquecento, è documentata da alcune opere che sono state firmate e datate. Altre opere gli vengono attribuite dai biografi o dalle guide locali. La sua formazione artistica si struttura a Messina alla scuola di Polidoro da Caldara, detto Polidoro da Caravaggio e, secondo la critica moderna, fece parte della sua bottega intorno al 1534-1535.

Fu un buon seguace del suo Maestro Caldara e come opera importante di Giordano si ricorda la sua gran tela della Cena del Signore nel monastero di san Gregorio dipinta nel 1541.