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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Maestro di GravedonaPITTORI: Maestro di Gravedona
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
MAESTRO DI GRAVEDONA
1496-1520
Gravedona, chiesa S. Maria delle Grazie
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
La chiesa di Santa Maria delle Grazie è un edificio sacro che si trova a Gravedona all'apice del lago di Como. La chiesa e il convento appartennero all'Ordine agostiniano che costruì i relativi edifici nel 1467, dove in origine sorgeva una chiesa dedicata al Salvatore. La chiesa sorge in una posizione dominante sul paese. Il convento fu molto legato con i principali conventi agostiniani osservanti di Lombardia e divenne dalla fine del Quattrocento ai primi decenni del Cinquecento un punto di riferimento importante per il territorio.
Nel 1474 Galeazzo Sforza contribuì in modo significativo alla costruzione dell'insediamento agostiniano che aveva conosciuto un avvio difficoltoso. Il convento è stato soppresso in conseguenza dei decreti di Maria Teresa d'Austria, ma la chiesa non venne sconsacrata ed è tuttora utilizzata. Sulla parete di fondo dell'altare maggiore, ai lati dell'Assunta, si legge la data 1496, 4 maggio. La struttura architettonica ricalca il modello diffuso nella regione e presenta una navata unica scandita da archi trasversali che creano stretti comparti laterali.
L'ampio e luminoso spazio interno è chiuso sul fondo da tre absidi, di cui quella centrale presenta una volta a vele. Nel periodo che va dal 1496 al 1520 furono realizzate la maggior parte delle decorazioni. Il chiostro del convento mantiene l'aspetto originario nonostante alcune successive modifiche. La chiesa ha due portali in marmo di Musso; la lunetta del portale in facciata conserva un affresco cinquecentesco raffigurante la Vergine tra i Santi Agostino e Nicola da Tolentino. I sottarchi e le facciate dei timpani sono affrescati con una teoria di busti di Profeti e di beati e santi agostiniani. La pittura, partendo dall'ingresso, si estende fino ai Dottori della Chiesa nell'ultimo sottarco vicino all'altare.
Il progetto iconografico della chiesa ha come obiettivo la glorificazione dell'ordine agostiniano e la proclamazione della dottrina dell'Incarnazione e dell'Assunzione. Ogni cappella è dedicata ad un Episodio o ad un Santo biblico: la prima a destra raffigura la Crocifissione; nella seconda cappella a destra, tra le storie della vita di Sant'Antonio abate, si trova un affresco famoso localmente: la "Madonna Del Cifulet", un'immagine della Vergine con il Bambino, raffigurata mentre scaccia un piccolo demone. Ll'affresco ha sicuramente una valenza simbolica, con il demone a rappresentare i mali del mondo (e forse è anche un'allegoria del Protestantesimo), e la figura del Cifulet è da sempre usata per spaventare i bambini del paese. Di fronte all'entrata laterale si trova la cappella dedicata alla Deposizione e, a fianco, quella di San Giovanni Battista. In questo contesto scopriamo una bella statua lignea di sant'Agostino che appare nelle sue vesti di Vescovo.
Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.