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PITTORI: Maestro fiorentino

Madonna con Bambino in trono tra sant'Agostino e san Paolo

Madonna con Bambino in trono tra sant'Agostino e san Paolo

 

 

MAESTRO FIORENTINO

1500-1525

Greenville, Bob Jones University Museum

 

Madonna con Bambino in trono tra sant'Agostino e san Paolo

 

 

 

Questo dipinto è stato realizzato con la tecnica della pittura su tavola di legno. La tavola misura cm 126 in altezza e 148 cm in larghezza. Il soggetto dipinto dall'anonimo maestro fiorentino cinquecentesco raffigura la Madonna in trono con il Bambino tra le braccia, attorniata da sant'Agostino e da san Paolo. L'opera è stata variamente attribuita: in letteratura si trova anche il nome di Francesco Botticini oppure del Maestro dell'Epifania di Fiesole. Realizzata fra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, l'opera è conservata a  Greenville presso il Bob Jones University Museum and Gallery.

In una struttura architettonica e compositiva tipicamente rinascimentale, le immagini dei quattro personaggi raffigurati, sono molto composte e dai lineamenti e dalle dinamiche classiche. La vergine al centro della composizione, è seduta su un trono che quasi non si vede e regge fra le gambe un vispo e paffutello bambino che si muove e si agita con le mani. Il viso della vergine è sereno, non tradisce emozioni.

Al suo lato destro si erge in piedi la figura di Agostino.Il santo vescovo porta tutti gli attributi episcopali: in testa la mitra, che è circondata da un nimbo, mentre fra le mani tiene un libro chiuso e un lungo bastone pastorale. Tutto il mantello si presenta numericamente decorato sia pure con una certa con una relativa semplicità e pulizia di immagine.

Il viso del santo non presenta novità: abbiamo a che fare con una persona anziana, dallo sguardo intenso e amorevole, con l'immancabile folta e biancastra barba riccioluta che gli scende fino al petto. Dall'altro lato si osserva la presenza di san Paolo che porta una semplice tunica monocromatica e alza una spada con la mano destra, mentre con la sinistra regge un libro chiuso.

La figura e il pensiero paolino a Milano ebbero per Agostino un ruolo fondamentale nel processo di conoscenza e di approfondimento della teologia cristiana. Un incontro con sant'Ambrogio, procuratogli dalla madre, segnò un passo decisivo verso il battesimo: inoltre venne convinto da Monica a seguire il consiglio dell'apostolo Paolo, sulla castità perfetta. Fra gli effetti ci fu la dolorosa separazione dalla donna con cui conviveva, la quale secondo la legge romana, essendo di classe inferiore, era praticamente una concubina, rimandandola in Africa e tenendo presso di sé il figlio Adeodato.

A casa di un amico, Ponticiano gli aveva parlato della vita casta dei monaci e di sant'Antonio abate, dandogli anche il libro delle Lettere di San Paolo.

Ritornato a casa sua, Agostino disorientato si appartò nel giardino, dando sfogo ad un pianto angosciato e mentre piangeva, avvertì una voce che gli diceva "Tolle, lege, tolle, lege" (prendi e leggi), per cui aprì a caso il libro delle Lettere di S. Paolo e lesse un brano: "Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri" (Rom. 13, 13-14).