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PITTORI: Girolamo Imparato

Madonna Assunta, Sant'Agostino vescovo e altri santi

Madonna Assunta,

Sant'Agostino vescovo

e altri santi

 

 

GIROLAMO IMPARATO

1549-1607

Calvi Risorta, Cattedrale di Maria Vergine Assunta

 

Madonna Assunta, Sant'Agostino vescovo e altri santi

 

 

 

La tavola ad olio è opera del pittore napoletano Girolamo Imparato e raffigura i santi Pietro, Casto e Agostino con la Madonna Assunta. L'opera si trova nella cattedrale romanica, risalente al secolo XI nella Parrocchia di "S. Casto nella Cattedrale", intitolata a "Maria Vergine Assunta in Cielo" e "Chiesa madre nella Città di Calvi" nel Comune di Calvi Risorta in provincia di Caserta.

La Cattedrale di Calvi ha la facciata rivolta a ponente e a forma mono cuspidale, con la navata centrale a doppio spiovente e le altre laterali ad uno solo, incassato nel muro perimetrale della navata centrale.

 

Girolamo Imparato nacque a Napoli nel 1549 e vi morì nel 1607. Fu un pittore del tardo Rinascimento e del Manierismo, attivo soprattutto a Napoli. Suo padre era il pittore Francesco Imparato. La sua sua prima opera certa è l'Annunziata di Castiglion Cosentino del 1581. Fra le opere di incerta paternità troviamo la Pala di Sant'Anna nella Chiesa del Carmine a Cagliari, del 1583. Il suo stile è fortemente influenzato dalla sensibilità pittorica napoletana in cui vive ed opera: in particolare risente dello stile espressivo di Marco Pino e di Teodoro d'Errico. Con quest'ultimo fra l'altro collaborò intorno al 1585-1590 alla decorazione del soffitto della chiesa di Santa Maria Donnaromita.

Un'altra sua opera di notevole pregio è una tavola raffigurante una Madonna delle Grazie con Santi, custodita presso l'Arciconfraternica dei Bianchi, sempre a Napoli. Dipinti di Girolamo Imparato decorano il soffitto a cassettoni della Cattedrale di Napoli, a fianco di altre tele di Fabrizio Santafede. La sua mano ha inoltre ornato, insieme al Corenzio, la seconda cappella della navata sinistra della Chiesa del Gesù Nuovo. Insieme ai principali artisti napoletani dell'epoca, fra cui Francesco Curia, Fabrizio Santafede e Belisario Corenzio, partecipa alla decorazione del soffitto in legno dorato della Chiesa di Santa Maria la Nova, ornato fra il 1598 ed il 1603 da 46 dipinti in stile manierista. Alla sua morte, avvenuta a Napoli nel 1607, il completamento delle sue opere incompiute viene affidato al nolano Marco Mele.