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Sant'Ambrogio e sant'Agostino presentano un monaco
MAESTRO DELL'INCORONATA
1510
Milano, chiesa Santa Maria Incoronata
Sant'Ambrogio e sant'Agostino presentano un monaco
L'affresco è conservato presso il convento agostiniano di santa Maria Incoronata a Milano. Si trovava su una delle pareti laterali (900 x 1000 cm., forse quella nord) e costituiva la parte sinistra di una Crocifissione. Di limitate dimensioni, 150x200 cm, l'opera presenta Agostino, sotto il cui manto si scorge un saio da agostiniano, e Ambrogio uno di fronte all'altro mentre presentano un anziano monaco. Entrambi sono vestiti da vescovo: Agostino ha un aspetto più giovanile di fronte ad Ambrogio ormai vecchio.
Agostino indossa sotto il mantello il saio nero agostiniano, invece Ambrogio regge nella mano sinistra il flagello che simbolizza la sua lotta all'arianesimo. Agostino, sulla sinistra, sembra accompagnare con lo sguardo il monaco in ginocchio.
L'affresco è stato per lo più assegnato ad un buon pittore lombardo, vicino allo stile di Giovanni Donato Montorfano ed alla cultura figurativa di Zenale e Bramantino. La datazione del dipinto andrebbe posta dopo il 1510, anno di costruzione del refettorio.
Agostino compare con Ambrogio in diverse circostanze: nel battesimo impartitogli a Milano, come Dottore della Chiesa, nella scena della A logica libera nos, nel Te Deum. In ogni caso la figura di Ambrogio si staglia nettamente, per l'importanza del santo, che Agostino riconobbe come proprio maestro: rigator meus. Ambrogio fu vescovo di Milano in un periodo travagliato dell'impero romano, percorso da correnti di pensiero diverse e con rigurgiti di paganesimo. Ambrogio si palesò come il baluardo estremo del cristianesimo contro ogni avversità.
A Milano, grazie anche all'ascolto delle splendide prediche del santo vescovo Ambrogio, Agostino trovò quello che cercava, ovvero la fede in Gesù Cristo che gli dette quella gioia piena e quell'appagamento totale che aveva sempre cercato, magari affidandosi anche a dottrine, come il manicheismo, rivelatesi poi fallaci ai suoi occhi. Durante le dieci puntate della trasmissione verrà presentata la personalità di questo gigante della fede e della cultura, e sarà messo particolarmente in luce il legame tra vita e fede, fra filosofia e amicizia, fra ricerca intellettuale e amore di Dio, che rappresenta la nota distintiva della figura di Sant'Agostino.
Nella notte di Pasqua del 387 dopo Cristo, a Milano, il vescovo Ambrogio battezza Agostino, l'intellettuale di Tagaste (l'odierna Souk Arhas in Algeria), che diventerà vescovo di Ippona e che influenzerà la cultura europea con il suo pensiero, come del resto l'opera di Ambrogio darà un'impronta ai rapporti Chiesa-potere politico nel segno della reciproca autonomia. Quella solenne liturgia celebrata nella speranza che Cristo risorga, che la morte sia vinta e si compia la promessa di rinascita, è evento sul crinale tra due epoche. Il mondo antico collassa, l'Impero si sgretola tra congiure di palazzo, guerre che prosciugano le casse statali, inflazione, carestie, disastri economici, invasioni, spinte secessioniste. E il nuovo, che pur c'è, annunciato da scossoni e spinte, da trasformazioni concrete anche se difficili da leggere, stenta ad affermarsi.
In questa città era allora vescovo Ambrogio, uomo eccellente fra i migliori e sommamente gradito a Dio. Questi predicava molto frequentemente la parola di Dio nella chiesa, e Agostino seduto in mezzo alla gente lo stava a sentire con la massima attenzione.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 1, 3