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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Licinio BernardinoPITTORI: Licinio Bernardino
Madonna con il Bambino, sant'Agostino e san Vito
LICINIO BERNARDINO
1520-1530
Ferrara, chiesa di san Vito
Madonna con il Bambino, sant'Agostino e san Vito
Realizzato con la nuova tecnica dei teleri l'opera misura cm 255 in altezza e 190 in larghezza. L'opera risulta firmata dall'autore.
In origine fu realizzata come pala d'altare per la chiesa di san Vito a Ferrara, ma in seguito passò in proprietà a una collezione privata a Rimini. Recentemente è stata posta sul mercato antiquario di Bologna.
L'origine dell'antica chiesa plebana dei santi Vito, Modesto e Crescenzia, martiri della persecuzione di Diocleziano, come attesta una lapide del XVII rinvenuta murata nell'attuale edificio, risale all'anno 1207.
San Vito, venerato anche come san Vito martire o san Vito di Lucania, fu un giovane cristiano che subì il martirio per la fede nel 303 ed è venerato come santo da tutte le chiese che ammettono il culto dei santi. La memoria liturgica è il 15 giugno.
La presenza di san Vito fra i personaggi che sono raffigurati nella struttura della pala va sicuramente collegato alla dedicazione della chiesa. Il santo è raffigurato giovanetto con un vestito elegante e un viso sereno e tranquillo. Alla sinistra della scena si nota sant'Agostino, vestito da vescovo, con il viso di profilo che mette ben in evidenza una lunga barba riccioluta nera. In testa porta la mitra, indossa un bel piviale e con le mani regge a destra un libro chiuso e, a sinistra, il bastone pastorale. Il suo sguardo è tenacemente rivolto verso il Bambinello Gesù che si alza in piedi sulle ginocchia della madre Maria seduta sopra un trono. Mentre Gesù rivolge la sua attenzione ad Agostino, la vergine si rivolge con delicatezza al giovane Vito. Ai piedi del trono sta seduto un giovane angelo musicante che sta suonando uno strumento a corda.
in alto, alcuni angioletti fanno da corona al trono della Vergine.
Licìnio Bernardino
Bernardino e il fratello Arrigo sono artisticamente documentati tra 1511 e il 1515. Entrambi provenivano da una famiglia di origini bergamasche, probabilmente da Poscante, l'attuale Zogno. La sua famiglia si era stabilita a Venezia seguendo la consuetudine di generazioni di artisti bergamaschi di andare a lavorare in laguna. Nel periodo iniziale della sua attività Bernardino si dedicherà prevalentemente alla ritrattistica seguendo modelli giorgioneschi. La sua prima opera "il Ritratto di fanciulla con il libro" ora al Museo di Belle Arti di Budapest, rivela influenze di Tiziano e Palma il vecchio, in una visione più naturalistica dal brillante cromatismo. Incostante nei suoi riferimenti artistici, per un lungo periodo prediligerà "la monumentalità strutturale di derivazione tizianesca" che tuttavia stempera, a partire dal 1530, nella successiva produzione sacra per committenze pubbliche e private. In questa fase Licinio si riavvicina all'impianto compositivo più tradizionale di Palma il Vecchio, come nel trittico dedicato alla Madonna col Bambino in trono tra i santi, Antonio, Lodovico da Tolosa, Francesco e Bonaventura nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia, ritenuto il suo capolavoro.