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PITTORI: Jacopo Ligozzi

La Trinità con i santi Antonio Abate, Luigi re di Francia, Pietro ed Agostino

La Trinità con i santi Antonio Abate, Luigi re di Francia, Pietro ed Agostino

 

 

JACOPO LIGOZZI

1570-1577

Verona, chiesa di santa Eufemia

 

La Trinità con i santi Antonio Abate, Luigi re di Francia, Pietro ed Agostino

 

 

 

Questa tela di Jacopo Ligozzi è conservata nella sua città natale a Verona nella chiesa agostiniana di santa Eufemia, ricchissima di opere d'arte.

La chiesa venne costruita tra il 1275 e il 1450 dai frati Agostiniani che nel 1262 avevano ottenuto il permesso di portare a Verona un proprio convento, dove esisteva già dal XI secolo una piccola chiesa.

Nel Settecento e nell'Ottocento l'interno fu oggetto di profonde trasformazioni, motivate dagli inevitabili restauri  e dai mutamenti nei gusti estetici. La facciata in mattoni è in stile neogotico.

L'interno è navata unica con volta a botte, presenta un grande arco trionfale prima della crociera, due cappelle gemelle ed un profondo presbiterio. Su entrambi i lati è presente una serie di sette altari che scandiscono lo spazio e lo impreziosiscono con pregevoli pale che rappresentano la pittura veronese del Cinquecento: la prima sul lato destro è ornata da opere di Jacopo Ligozzi.

 

 

Jacopo Ligozzi

Nacque a Verona nel 1547, da una famiglia di artigiani e pittori. Suo padre Giovanni Ermanno Ligozzi, un discreto pittore. Nel 1578 si trasferì a Firenze, chiamato dal Granduca Francesco I. Quando morì Giorgio Vasari, Ligozzi divenne pittore di corte e venne eletto console dell'Accademia delle Arti del Disegno.

L'Aldrovandi fu il suo più grande estimatore, tanto che lo definì un "pittore eccellentissimo che giorno e notte non attende ad altro che dipingere piante ed animali di tutte le sorti, […] ai quali non manca se non lo spirito". In effetti Ligozzi conobbe una straordinaria celebrità in tutta Europa per le sue eccellenti illustrazioni di piante e di animali, che erano ammirate dai naturalisti. Ligozzi aveva del resto il suo studio presso il Casino Mediceo davanti all'Orto Botanico. Fu in questo studio che disegnò con straordinaria precisione le piante rare ed officinali che venivano coltivate nell'Orto. Nel 1593 dipinse per il convento di San Giovannino degli Scolopi la tela forse più importante della sua attività che ritraeva san Gerolamo sorretto da un angelo. Altre sue opere notevoli sono i due grandi quadri storici del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio che raffigurano l'incoronazione di Cosimo I e l'arrivo degli ambasciatori fiorentini davanti a Bonifacio VIII. Nella chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, a Pisa, è conservata la sua tela del Ritorno dei Cavalieri di Santo Stefano da Lepanto. Morì nel 1627 a Firenze.