Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Maestro di Lovanio

PITTORI: Maestro di Lovanio

Particolare di Agostino vescovo e Dottore della Chiesa in una vetrata a Lovanio

Particolare di Agostino vescovo

 

 

MAESTRO DI LOVANIO

1500-1550

Lovanio, Collegiata di san Pietro

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La chiesa collegiata di san Pietro è la chiesa principale di Lovanio e costituisce uno dei massimi capolavori di stile gotico in Olanda. Questo stile, sviluppatosi direttamente dal Gotico francese, è meglio conosciuto come Gotico brabantino. Di grande interesse sono le sue splendide vetrate che raffigurano varie scene bibliche e religiose, fra cui una teoria di santi, dove si può distinguere l'immagine di Agostino assieme ad altri santi. Il santo è stato raffigurato dall'anonimo maestro vetraio nella sua veste di vescovo e Dottore della Chiesa. Porta in mano un libro e il bastone pastorale. La testa è nimbata ed il viso, cui sovrasta la mitra, appare ancora giovanile sia pure dallo sguardo intenso e maturo. Una folta barba rossastra gli copre il viso e si adagia sul petto del santo.

Vicino al volto è possibile intravedere uno dei simboli iconografici che caratterizzano il santo e cioè il cuore trafitto da frecce.

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

La prima chiesa fu edificata su questo luogo intorno al 986 ed era completamente di legno. Fu distrutta da un incendio nel 1176 venne ricostruita in stile romanico in pietra con la facciata fiancheggiata da due rotonde torrette sul tipo della basilica di Nostra Signora a Maastricht. L'edificio odierno, sensibilmente più vasto, fu costruito a partire dal 1425 in stile gotico brabantino, e terminato quasi cinquant'anni dopo.

I lavori vennero diretti da Sulpitius van Vorst e successivamente da Jan II Keldermans e da Matthijs de Layens. Nel 1497 l'edificio era pressoché terminato, salvo la parte a ovest necessaria alla realizzazione di una facciata a torri. Nel 1458 in effetti un incendio aveva distrutto le torri romaniche e la facciata della precedente chiesa. Nel 1503-1505 Joost Metsys, fratello del più celebre pittore Quentin Metsys il Giovane presentò un ambizioso progetto per la facciata, con tre colossali torri sormontate da una guglia traforata di cui la centrale doveva raggiungere un'altezza di ben 170 metri. Ma l'instabilità del terreno frenò subito l'entusiasmo e la torre centrale fu eretta solo per un terzo dell'altezza prevista, prima del definitivo abbandono del progetto nel 1541. Inoltre, l'altezza venne ulteriormente ridotta a motivo di un crollo avvenuto fra il 1570 e il 1604. Notevole è tutta la massa degli esterni, dal transetto sormontato dalla svettante flèche all'imponente parte absidale circondata da cappelle radiali e sostenuta da un volo di archi rampanti. Tutti i trafori delle balaustre e delle innumerevoli polifore sono elegantissimi. In varie occasioni i danni provocati in tempo di guerra vennero riparati e nel 1998 fu aggiunto alla facciata sud il cosiddetto Jacquemart, un automa dorato che batte le ore a fianco dell'orologio.

L'interno della collegiata, con pianta a croce latina, è diviso in tre navate da pilastri a fascio senza capitelli secondo il più puro stile gotico brabantino. Novanta enormi polifore inondano l'ambiente di luce. Nonostante i danni subiti, la chiesa conserva ricche opere d'arte, tanto che l'area del deambulatorio-cappelle radiali e del presbiterio è stata trasformata in Museo.