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PITTORI: Vicente Macip

Sant'Agostino allo scrittoio nel suo studio

Sant'Agostino allo scrittoio nel suo studio

 

 

VICENTE MACIP

1500-1510

Località sconosciuta

 

Sant'Agostino allo scrittoio nel suo studio

 

 

 

Questa raffigurazione di Agostino nel suo studio che sta scrivendo allo scrittoio è opera di Anonimo pittore spagnolo che la realizzò fra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento.

Dipinto a olio il quadro misura 54,5 x 81 cm e mostra una grande affinità con gli sfondi del paesaggio che si trovano nelle opere di Vicente Macip (1475-1545).

Si nota una forte influenza fiamminga e il trattamento delle figure è simile ai pannelli realizzati dal figlio Juan de Juanes (1523-1579). Questo pannello probabilmente faceva parte di una grande pala d'altare, di cui costituiva un elemento della parte inferiore, dove solitamente i pittori dipingevano santi e patroni.

Il suo formato originario è stato quasi certamente modificato, poiché il nimbo è tagliato in alto. Agostino è qui dipinto mentre sta scrivendo con una particolare penna su un libro quella che costituirà la Città di Dio, una delle sue opere più importanti. I drappeggi sono ampi, disegnati con una certa durezza.

Stranamente il pittore ha ambientato la scena durante l'assedio di Ippona da parte dei Vandali: in lontananza nel paesaggio visto fuori dalla finestra si nota in effetti una città dalle possenti mura.

Il volto del santo ha una sua particolare fisionomia nordica con un naso aquilino e una forte attenzione ai particolari. Agostino è ormai stempiato, ma non ha un aspetto da vegliardo. Ha uno sguardo vivido ed efficace mentre sta controllando un testo posto su un leggio davanti a sé. Una foltissima barba grigiastra gli scende dalle gote e dal mento, così lunga da arricciarsi.

 

 

Vicente Macip

Nato ad Andilla, verso il 1475, Vicente fu il padre di Juan Vicente Macip, noto come Joan de Joanes, altro grande pittore spagnolo. Nella dinastia dei Masip o Macip, che con tre generazioni di pittori copre ben tre quarti del Cinquecento, la fama di Joan de Joanes è senz'altro la più eclatante, tanto da eclissare quella del padre e della figlia Margarita.

La personalità di Vicente è tuttavia ben definita, anche se, in certi casi, avendo collaborato con il figlio, permangono alcuni dubbi attributivi. La sua formazione avviene a Valenza ed è segnata dagli ultimi pittori gotici e dalla presenza di Paolo da San Leocadio. Alla sua prima attività vanno attribuite la Presentazione al Tempio (collezione privata di Valencia) e l'Incoronazione della Vergine (Museo del Prado di Madrid).

Probabilmente fece un viaggio in Italia, che gli consentì di conoscere le opere della prima generazione raffaellesca romana, assimilandone in modo del tutto personale il modello stilistico. Nel 1513 si trovava a Valencia tra il 1530 ed il 1535 dipinse il grande retablo della Cattedrale di Segorbe, oggi conservato nel museo della Cattedrale. A questo periodo appartiene il Battesimo di Cristo, ora nella Cattedrale di Valencia, dove afferma il suo gusto per i vasti paesaggi. Straordinario è il Ritratto di Don Luis de Vilanova Rumeu (Museo del Prado a Madrid), che esalta la sua ammirazione per Tiziano. Altri due tondi che dipingono la Visitazione e il Martirio di Santa Agnese (Museo del Prado a Madrid), e che provengono dal convento di San Julian di Valencia, testimoniano che verso la fine della sua carriera. si avvicinò con il suo stile ai modelli raffaelleschi. Macip morì a Valencia nel 1550.