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PITTORI: Marinoni Antonio

San Bernardino da Siena e Sant'Agostino

San Bernardino da Siena e Sant'Agostino

 

 

MARINONI ANTONIO

1525

Bergamo, Accademia Carrara

 

San Bernardino da Siena e Sant'Agostino

 

 

 

La tavola che ritrae san Bernardino da Siena con Agostino apparteneva al cosiddetto polittico del Romacolo, un'ancona composta da più elementi realizzata da Antonio Marinoni. L'opera, realizzata a tempera su tavola, era originariamente collocata presso il convento francescano di Romacolo di Endenna. Il polittico è stato successivamente frammentato ed oggi i tre pannelli maggiori e le quattro tavolette raffiguranti gli apostoli, sono conservati presso la pinacoteca dell'Accademia Carrara a Bergamo.

Il polittico fu dettagliatamente descritto nel suo aspetto originario nel 1793 da Francesco Tassi nelle sue Vite de' pittori, scultori e architetti bergamaschi, ma non fu inizialmente assegnato ad Antonio Marinoni, quanto piuttosto ad un ipotetico Maestro di Romacolo.

Probabilmente il polittico alla fine del Settecento era già smembrato, ancor prima che il convento venisse soppresso dalla Repubblica Cisalpina. E' possibile che alcune delle sue parti fossero già di proprietà del conte Carrara. Tassi descrive anche lo scomparto centrale raffigurante la Imago Pietatis fra i santi Pietro e Andrea conservato in collezione privata. Lo stesso Tassi descrive la presenza anche di due polittici eseguiti da personalità differenti ma provenienti probabilmente dalla stessa bottega. Tale annotazione potrebbe riguardare le altre due tavole che raffigurano san Rocco e san Bernardino da Siena, e lo Sposalizio di Santa Caterina d'Alessandria. Il quarto pannello laterale potrebbe essere identificato con quello conservato al Museo Puškin di Mosca che raffigura un santo vescovo martire e san Giovanni Battista.

Le quattro tavolette dei santi che componevano la predella potrebbero aver raffigurano san Bartolomeo, riconoscibile con l'attributo del coltello, san Giovanni evangelista, in sembianze giovanili, san Marco e san Giacomo apostolo. L'opera raffigurante Cristo nell'avello con i santi Pietro rappresentato con le chiavi, e Andrea con la croce, potrebbero comporre la parte centrale della predella. Negli atti della visita pastorale di san Carlo Borromeo si legge che l'altare maggiore era abbellito da icona "magna et picta et inaurata et onorifica".

Agostino, con alle spalle san Bernardino da Siena, è ritto in piedi nelle sue vesti episcopali con una mitra in testa. E' intento a sfogliare e leggere un libro aperto che regge fra le mani inguantate. Il bastone pastorale, esile e lungo fino alla spalla, è appoggiato al braccio sinistro. Sotto un elegante e decorato piviale si nota l'abito nero dei monaci agostiniani. Il volto del santo ha un aspetto vegliardo con una folta barba bianca che evidenzia la sua tarda età. Gli occhi sono sommessamente reclinati e intenti alla lettura.

La chiesa di Santa Maria della Misericordia è stata edificata nel 1488 con i decreti di autorizzazione di papa Innocenzo VIII del 1487 e del vescovo Lorenzo Gabriel. La sua costruzione fu possibile grazie al generoso contributo dei mercanti del territorio. La chiesa fu consacrata nel 1511 e dedicata a Santa Maria della Misericordia, detta del Romacolo a morivo della località dove sorgeva. Gli atti della visita pastorale del 1575 di san Carlo Borromeo la descrivono a navata unica con sei altari, oltre all'altare maggiore, di cui cinque presenti sul lato destro della navata intitolati ai santi Ludovico e Caterina, Antonio da Padova, Bernardino da Siena, alla santissima Trinità e all'Immacolata Concezione e un altro altare intitolato a san Francesco sul lato sinistro. Un arco ogivale divideva la navata in due parti: una riservata ai fedeli e l'altra dedicata alla preghiera delle monache claustrali con il coro posizionato di fronte all'altare.

 

L'autore di questa tavola che raffigura San Bernardino da Siena e Sant'Agostino è Antonio Marinoni, figlio di Giovanni capostipite di una celebri pittori e notai. Giovanni, nato verso il 1430 a Desenzano al Serio, fu un artista di formazione locale, forse collaboratore di Maffiolo da Cazzano, ma relativamente aggiornato sulla cultura milanese di Vincenzo Foppa e Bernardino Butinone e forse in contatto con miniatori come Jacopo da Balsano. Di lui conosciamo il Polittico del Battista (1493, Milano, Fondazione Bagatti Valsecchi) e gli affreschi con Storie di S. Bartolomeo (1492, Albino, S. Bartolomeo). Altre sue opere, affreschi in genere, sono note a affreschi ad Albino (S. Maria della Neve, 1496), Nembro (Addolorata) e Casnigo (Santuario della Trinità, 1511).

Il figlio Antonio fece il suo esordio nella bottega del padre , collaborando al Polittico del Battista e alla decorazione della Chiesetta di S. Maria della Neve (Miracolo dell'uomo caduto da cavallo, Albino, 1496). Lo ritroviamo autore successivamente di varie opere quali il Polittico della Trinità (Casnigo, Santuario della Trinità). Alla sua attività di capo bottega (con lui lavorava il fratello Bernardo) dovrebbero risalire un buon numero di affreschi e dipinti su tavola in Valle Seriana (Desenzano, Gandino, Nembro, Zanica, Alzano Lombardo, Monte di Nese). La bottega dei Marinoni fu tra le più attive in terra bergamasca nella prima metà del Cinquecento e testimonia la tenace influenzata dai pittori dell'area milanese.

Nella tavola che qui viene presentata Marinoni utilizza una tecnica ad olio con oro punzonato. L'opera ha medie dimensioni (Misure: 59,5 x 118 cm) e rappresenta sicuramente lo scomparto di un di polittico, probabilmente il laterale destro inferiore. La tavola in legno d'abete si compone di due assi. La cornice è dorata e di fattura recente ma in stile antico. Collocato nel Museo dell'Accademia Carrara a Bergamo, la tavola ci propone due figure di santi: Bernardino da Siena ben riconoscibile per l'abbigliamento e la scritta HIS e sant'Agostino.

Quest'ultimo sotto il piviale porta l'abito nero dei monaci agostiniani, il che fa intendere che la committenza sia proprio di quest'Ordine che non si dimenticava mai di sottolineare la sua diretta discendenza da Agostino, considerato il vero e proprio fondatore. Agostino è intento a leggere un libro che tiene aperto fra le mani ricoperte di un guanto bianco. In testa porta la mitra episcopale, mentre con una mano regge il bastone del vescovo. Il suo viso è completamente ricoperto da una foltissima barba che dalle gote scende fino al mantello del vestito. L'espressione del viso è tutta assorta nella lettura del libro.

 

Canonizzato nel 1450, cioè a soli sei anni dalla morte, Bernardino da Siena era nato nel 1380 a Massa Marittima, dalla nobile famiglia senese degli Albizzeschi. Rimasto orfano dei genitori in giovane età fu allevato a Siena da due zie. Frequentò lo Studio senese fino a ventidue anni, quando vestì l'abito francescano. In seno all'ordine divenne uno dei principali propugnatori della riforma dei francescani osservanti. Banditore della devozione al santo nome di Gesù, ne faceva incidere il monogramma «YHS» su tavolette di legno, che dava a baciare al pubblico al termine delle prediche. Stenografati con un metodo di sua invenzione da un discepolo, i discorsi in volgare di Bernardino sono giunte fino a noi. Aveva parole durissime per quanti «rinnegano Iddio per un capo d'aglio» e per «le belve dalle zanne lunghe che rodono le ossa del povero». Morì nel 1444 nella città dell'Aquila.