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Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
MIGUEL DEL PRADO
1515-1520
Valencia, Museo di Belle Arti
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Questa pittura raffigura Agostino di Ippona, uno dei padri della Chiesa. Autore dell'opera è Miguel del Prado, un artista valenzano del primo Cinquecento. La tavola misura 111 x 53 cm. e proviene dal convento di S. Agostino che era presente a Valenza. Dipinta fra il 1515 e il 1520, la pittura oggi è conservata presso il Museo di Belle Arti di valenza.
Agostino è qui presentato nella sua dignità episcopale, con in testa una preziosa mitra immersa nell'aureola dei santi. Agostino indossa un ricco e accuratamente ricamato piviale con le immagini di diversi santi nei riquadri che dalle spalle scendono fino a terra. Sotto il piviale fa bella mostra di sé la nera tonaca dei monaci che si richiamano alla sua regola con ai fianchi la cintura di cuoio.
La mano sinistra è leggermente alzata in segno di benedizione, dal cui palmo fuoriesce una raggio di luce stellato che entra nel modelle di una grande chiesa che regge con la mano sinistra.
il volto del santo è ancora giovanile, dai tratti somatici netti e aspri. lo sfondo è molto semplice: una tenda tenda rossa scende dall'alto a separare uno spazio buio che si estende alle spalle di Agostino, che con una forte resa cromatica esalta la luminosità dell'immagine intera di Agostino.
Miguel Prado
Pittore rinascimentale spagnolo, fu attivo a Valenza nella prima metà del Cinquecento (1510-1537). Si conosce poco della vita di questo pittore, che nel 1519 assieme a Miguel Esteve fu chiamato a dipingere le lunette della cappella della Casa Municipale di Valenza. Purtroppo il municipio venne distrutto nel 1860 e della sua opera rimangono alcuni lacerti conservati nel Museo della Città, che evidenziano la sua affiliazione artistica e decorativa a Fernando Yáñez del Almedina e Fernando de los Llanos.
Alcune sue opere sono conservate al Prado, come la figura di San Giovanni Evangelista e due lunette di cui rimane solo il disegno. Molto interessante è la pala d'altare di San Vincenzo Ferrer al Museo di Belle Arti di Valencia, realizzata per il Convento di San Onofrio de Museros, così come la pala d'altare del convento di S. Agostino di Valenza, in cui le figure di Agostino e san Nicola da Tolentino mostrano nei loro volti spigolosi e nei loro lineamenti una stretta connessione con il lavoro di Llanos.
Il 15 giugno 1521, con altri ventisei pittori riuniti nella Confraternita di Betlemme, partecipa alla nomina di Nicolás Falcó, che a nome di 'tutti i pittori. chiede al Consiglio municipale di partecipare alla guerra.
Nel 1537 viene menzionato un'ultima volta in un documento insieme a sua moglie Úrsula Gomis e a sua figlia Ángela.
Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.