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PITTORI: Morone Francesco

Madonna con Bambino in trono tra san Martino, sant'Agostino e angeli

Madonna con Bambino in trono tra san Martino,

sant'Agostino e angeli

 

 

MORONE FRANCESCO

1503

Verona, chiesa di S. Maria in Organo

 

Madonna con Bambino in trono tra san Martino, sant'Agostino e angeli

 

 

 

Questa pala d'altare propone un soggetto molto diffuso nella sensibilità religiosa rinascimentale. La narrazione pittorica propone infatti una Madonna con il Bambino in trono tra due santi che si possono individuare in san Martino e sant'Agostino Alcuni angeli musicanti sono stati raffigurati ai lati del trono della Vergine. La pala, realizzata con la tecnica della tavola, misura cm 235 in altezza   e cm 134 in larghezza. L'opera è firmata da Francesco Morone, un pittore veronese che operò fra la fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento. L'autore eseguì l'opera nel 1503 per la chiesa di chiesa di S. Maria in Organo e precisamente per la cappella Giusti.

Questa chiesa venne edificata nell'alto medioevo tra il sesto ed l'ottavo secolo, ma dell'edificio originario rimangono solo alcune struttura nella cripta. Fino al 1800 l'edificio si affacciava su un ramo secondario dell'Adige ora interrato, meglio noto come "Interrato dell'acqua morta". La chiesa fu distrutta e ricostruita una prima volta dopo il terremoto del 1117. Nel Trecento divenne parrocchia alle dipendenze del Patriarca di Aquileia e solo nel 1756, al momento dell'abolizione di questo Patriarcato, fu affidata al vescovo di Verona. Nel 1444 fu acquisita dai monaci Benedettini Olivetani che vi rimasero fino alla soppressione napoleonica del 1808.

Fra le opere d'arte che conserva vanno citate quelle di fra Giovanni da Verona che fu insigne artista intarsiatore e progettista. Tra il 1494 ed il 1499, nel primo periodo della sua attività, portò a termine le tarsie nel coro ligneo nonché il leggio e il candelabro intagliati. Nell'ultimo periodo della sua attività, fra il 1519 e il 1523 realizzò le tarsie sulle spalliere della sagrestia, ricche di simboli, che sono tra i più alti esempi di arte lignea. Secondo Vasari, i banchi della sagrestia sono "lavorati di tarsie e d'intaglio con belle prospettive così bene, che in que' tempi, e forse anche in questi nostri, non si vede gran fatto meglio".

La chiesa nel 1533 fu dotata di un campanile progettato sempre da Fra Giovanni, mentre nel 1547, sotto la guida dell'Abate Cipriani, venne avviata la costruzione della facciata in marmo bianco su disegno di Michele Sammicheli, rimasta però incompiuta.

La tavola di Morone ha una struttura che riproduce altre sue opere quale la tela della Madonna in trono fra i santi Zeno e Nicola di Bari del 1502, che è conservata nella Pinacoteca di Brera a Milano.

 

 

Francesco Morone

Francesco Moreno nacque nella città di Verona nel 1471 dal pittore Domenico Morone, di cui divenne allievo nella bottega paterna.

Il giovane Francesco si ispirò all'opera del padre, ma ben presto fu fortemente influenzato dallo stile di Giovanni Bellini, di Antonello da Messina e di Andrea Mantegna. Nella sua Crocifissione firmata e datata 1498 conservata nella chiesa di San Bernardino a Verona si possono notare ampiamente le influenze artistiche di questi grandi autori. Negli anni a cavallo fra Quattrocento e Cinquecento il suo stile si ingentilì, accostandosi a quello, vagamente leonardesco, di Francesco Bonsignori, di cui restano due splendidi esempi nelle due versioni della Madonna col Bambino che sono conservate alla Pinacoteca di Brera e alla National Gallery di Londra. Ulteriori esempi della sua arte sono definiti nel Sansone e Dalila al Museo Poldi Pezzoli a Milano e negli affreschi nella chiesa di Santa Chiara a Verona. Francesco Morone morì nella sua città natale nel 1529.