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PITTORI: Luca Nucci

Sant'Agostino benedice i membri della confraternita

Sant'Agostino benedice i membri della confraternita

 

 

NUCCI LUCA

1567-1582

Gualdo Tadino, Museo civico di Rocca Flea

 

Sant'Agostino benedice i membri della confraternita

 

 

 

Sant'Agostino e membri dell'omonima confraternita gualdese è il soggetto di questa pittura che viene attribuita all'artista Luca Nucci (1567-1582). Dipinta a olio su tela, l'opera misura in altezza 62 cm e 86 in larghezza.

L'opera è conservata nel Museo civico di Rocca Flea che dal

1999 ha avuta questa nuova destinazione a carattere culturale. Il suo nome deriva dal vicino fiume Flebeo, che poi compare anche come Feo in alcuni documenti del secolo XII. Con l'avvicendarsi delle varie dominazioni che presero possesso della città, nella Rocca si insediarono dapprima le milizie di Federico Barbarossa e successivamente quelle del papa. Nel 1208 è la volta delle truppe guelfe di Perugia. Nel corso dei numerosi conflitti, la Rocca ha subito diversi danni, cui ha posto rimedio il restauro voluto da Federico II intorno al 1242.

La struttura  iconografica dell'opera è abbastanza semplice e riflette analoghe raffigurazioni, dove Agostino è seduto al centro in cattedra. Le sue dimensioni sono decisamente maggiori degli altri personaggi che lo circondano, quasi a dimostrare la sua eccezionale importanza e grandezza nella storia. Il trono su cui siede è rialzato da un piedistallo, il che gli conferisce una ulteriore maestosità nell'aspetto.

Agostino porta in testa una mitra bianca con rari simboli di abbellimento. Indossa il piviale episcopale e nella mano sinistra regge il suo esile e sottile bastone pastorale. Sotto il piviale dalla colorazione verde e dai contorni ricamati in giallo. Sotto il piviale si nota immediatamente la tunica nera dei monaci agostiniani. E la medesima tipologia di abito è indossato dai soci della confraternita il cui spirito religioso segue l'insegnamento di Agostino. Una folla di membri della confraternita se ne sta in ginocchio davanti e ai lati di Agostino. In primo piano le due figure dipinte probabilmente raffigurano i committenti l'opera. La figura di Agostino giganteggia e offre la sua benedizione ai confratelli alzando il braccio e la mano destra. Il volto del santo ha ancora un aspetto giovanile con una legante barba che gli copre il mento.

 

E' noto che nella chiesa di S. Agostino vennero eretti un Altare detto del Crocefisso e un Altare di S. Caterina, dove esisteva un quadro in tela raffigurante il Crocifisso tra la Santa titolare e S. Andrea. Questi due altari appartenevano alle omonime Confraternite Gualdesi, che appunto in essi avevano stabilito le proprie sedi. Anzi, tra i Monaci di S. Agostino e le Confraternite suddette, esistevano delle regolari convenzioni. Le due Confraternite possedevano poi, attiguo alla Chiesa e nella cerchia del Monastero, anche un loro privato Oratorio. Nel primo Seicento, troviamo nella Chiesa di S. Agostino un terzo Altare Confraternitale e cioè quello di S. Monica, qualche volta detto altresì della Beata Vergine, appartenente alla Confraternita femminile delle Cinturate. Era ornato da un quadro su tela rappresentante la Madonna della Cintura con il Bambino, tra S. Agostino e S. Monica e al disotto una folla di fedeli. Su questi tre Altari Confraternitali, si eseguivano svariate Sacre Funzioni.

La confraternita di S. Agostino compare citata in un documento datato 3 Febbraio 1491, dove un tal Bartolomeo di Angelo di Pietruccio da Gualdo lasciava una candela, del peso di una libbra, a ciascuna delle seguenti Fraternite Gualdesi: S. Maria, S. Michele Arcangelo, S. Bernardo, S. Giovanni e S. Agostino.

Questa antica Fraternità Gualdese è testimoniata da altri testamenti, conservati nel locale Archivio Notarile. Si tratta generalmente di pii legati. Dopo quello del 1491 di Bartolomeo di Angelo di Pietruccio, il 10 Agosto 1494 Arcangelo di Domenico di Tartaglia lascia alla confraternita dieci fiorini Marchigiani. Il 18 Luglio 1496 Andrea Guardioli da Gualdo ordina che, dopo la sua morte, a detta Confraternita siano dati un bolognino e mezzo, in moneta Marchigiana, da spendersi per l'acquisto di una campanella. Ancora il 25 Settembre 1499 Pier Francesco di Pier Paolo Guardioli, fondatore del Monte di Pietà di Gualdo, destina alla Fraternità sei fiorini, per fornirla di un calice, offrendole altresì un camice ed una pianeta di lino per la celebrazione della Messa, più unum cerum seu duplerium duarum librarum.

Non è noto dove si trovasse la sede della Confraternita di S. Agostino: probabilmente risiedeva nell'omonima chiesa gualdese degli Agostiniani. Dopo il 1571 questo Sodalizio doveva essersi già estinto, o trasformato, o fuso con altra Confraternita, poiché non viene citato negli Atti di Visite pastorali della Diocesi di Nocera.

 

A Gualdo Tadino esisteva anche una Confraternita delle Cinturate o di S. Monica che aveva la sua sede in un proprio altare nella chiesa di S. Agostino, detto di S. Monica e talvolta anche ricordato come di S. Maria. Il primo documento che riguarda questa Confraternita risale all'anno 1607. Era composta e amministrata da donne, le quali nelle cerimonie non indossavano speciali vesti, e venne aggregata all'omonima Arciconfraternita esistente in Bologna.

L'altare del Sodalizio era officiato dai Frati Agostiniani del Convento annesso alla Chiesa e gli stessi a poco a poco avevano assunto l'amministrazione della Confraternita. La Confraternita ricorse tuttavia alla Congregazione dei Vescovi e Regolari, la quale, con sentenza del 23 Giugno 1628, negò agli Agostiniani ogni ingerenza nell'amministrazione della Confraternita, dovendo solo occuparsi dell'ufficiatura dell'altare. Qui si celebrava Messa ogni sabato, e, di domenica, una volta al mese. Vi si indicevano altresì due Offici all'anno, uno nella festa di S. Maria della Neve, l'altro nella festa di S. Monica. Nel primo Seicento i Frati Agostiniani officiavano gratuitamenteall'altare della Confraternita, ma verso la metà del secolo incominciarono ad essere ricompensati con la somma di dodici giuli all'anno. I membri del Sodalizio, avevano tra l'altro l'obbligo di recarsi a recitare il Rosario nella chiesa di S. Agostino, nei giorni di venerdì, sabato e domenica. Si ignora quando detta Confraternita cessò d'esistere: negli Atti di Sacre Visite viene visitata per l'ultima volta l'anno 1658.