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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Maestro pslermitanoPITTORI: Maestro pslermitano
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
MAESTRO PALERMITANO
1506
Palermo, Cappella Palatina
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Nel 1506 regnando Ferdinando d'Aragona detto il cattolico, il Cantore della Cappella Reale Giovanni Sanches fece adornare la parete del portico con lavori a mosaico, come viene attestato da una sincrona lapide in latino che ricorda l'evento. Tutti i mosaici della fascia superiore riflettono sotto forma di allegorie, la drammatica storia dei regni napoletano e siciliano sul finire del Settecento con l'invasione delle armate rivoluzionarie francesi, la fuga della famiglia reale da Napoli a Palermo, l'istituzione della Repubblica napoletana nella città partenopea, la guerra tra il governo repubblicano e sanfedisti, la successiva restaurazione dei Borboni.
La fascia inferiore presenta invece nei medaglioni musivi una teoria di santi, fra cui l'immagine di sant'Agostino. Il santo è rappresentato a mezzo busto con un'aureola rossa che gli circonda il capo su uno sfondo dorato che esalta i suoi lineamenti. La scritta SANCTVS AVGVSTINVS specifica il personaggio il cui volto manifesta con uno sguardo malinconico la forza degli occhi, capaci di avvincere lo spettatore. Una foltissima barba e una abbondante capigliatura rivelano un uomo ancora giovanile segnato dalla serenità della fede cristiana.
Il Palazzo Reale, attualmente sede del Parlamento Siciliano, custodisce uno dei più importanti capolavori d'arte normanna. È la Cappella Palatina, costruita per volontà di Ruggero II nell'arco di dieci anni a partire dalla sua incoronazione, nel 1130. L'ingresso alla chiesa è posto nella corte. Questo è anche l'unico lato visibile dall'esterno, ornato con lastre di marmo bianco incorniciate da mosaici in pietra dura. La Cappella ha forma basilicale, il pavimento è a mosaico di pietre dure e le pareti sono rivestite di marmo con riquadri a mosaico. L'altare centrale risale al 1700, nelle pareti della navata centrale sono raffigurati episodi tratti dall'antico Testamento, mentre nelle navate laterali sono narrati episodi tratti dagli Atti degli Apostoli relativi a San Piero e Paolo. Annesso alla Cappella è il Tesoro, costituito da vasellame di argento sbalzato, paramenti sacri, oggetti liturgici, urne d'argento e cofanetti preziosi.
Le "storie di David" sono il tema delle decorazioni musive poste al livello superiore e risalenti al IX secolo. Entrando nella cappella appare evidente l'impianto basilicale a tre navate, divise da archi, ogive e colonne granitiche o marmoree con capitelli di fogge varie ed elaborate. Ma ciò che più colpisce è lo sfolgorio diffuso delle stupefacenti decorazioni auree, in puro stile arabo-normanno. In fondo alle navate si apre il presbiterio, sopraelevato di cinque gradini. Sulla destra del presbiterio, un doppio ambone poggia su eleganti colonne e pilastrini. In fondo alla cappella è collocato il maestoso trono incastonato nel mosaico che decora la parete di fondo. in alto si contempla un Cristo assiso circondato dagli arcangeli Michele e Gabriele e dai santi Pietro e Paolo. Ma tutte le pareti della navata centrale, la cupola, il transetto e le absidi sono interamente ricoperti da mosaici. I mosaici della navata centrale e della cupola sono i più antichi e narrano episodi biblici tratti dal Vecchio Testamento. Nella cupola è rappresentato il Cristo Pantocratore: un'icona che contraddistingue tutti i templi normanni della stessa epoca. Le scene del presbiterio sono rivolte al clero e mirano a stimolarne la riflessione. Le decorazioni del transetto destro ruotano attorno alla figura di san Paolo ma comprendono episodi della vita di Cristo. Fra le rappresentazioni più belle spicca la Natività, con l'arrivo dei Magi. Il transetto sinistro, invece, era dedicato alla figura di san Pietro, sebbene le decorazioni originarie siano state rimpiazzate nel XIV secolo da nuove scene ispirate alla vita di sant'Andrea. Anche le immagine delle navate laterali rispecchiano la ripartizione tematica suggerita dal transetto. Ovunque, però, accanto ai motivi religiosi sono rappresentati elementi naturali, come piante e animali, e su tutto domina un firmamento fulgido di stelle.