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PITTORI: Pandolfi Giovan Giacomo

La Madonna della cintura con Agostino e Monica

La Madonna della cintura con Agostino e Monica

 

 

PANDOLFI GIOVAN GIACOMO

1594-1599

Rieti, chiesa S. Agostino

 

La Madonna della cintura con Agostino e Monica

 

 

 

Questo dipinto costituisce una pala d'altare che Giovan Battista Pandolfi realizzò sul fine del Cinquecento per la chiesa di sant'Agostino a Rieti. La ha notevoli dimensioni e misura m 3x1,7 .

Realizzato con la tecnica a olio su tela, il dipinto ha per soggetto la Madonna della cintura in atto di offrire il sacro cingolo ai santi Agostino e Monica, che sono inginocchiati ai suoi piedi. La Vergine regge sulla gamba destra il bambino ritto in piedi che sta offrendo la cintura ad Agostino. Sia Monica che il figlio indossano la tunica dei monaci agostiniani. L'iscrizione in basso riportata sul sul libro riporta la frase Fr. Nicolaus/ Barsotti/ Prior/ Rest.

 

 

Giovanni Giacomo Pandolfi

Nacque nel 1567 a Pesaro da Giovanni Antonio pittore di una certa fama, che aveva sposato la sorella del pittore Girolamo Danti. Il padre, anche se scomparso prematuramente, a Perugia nel 1580, avviò il figlio alla pittura. Pandolfi probabilmente successivamente frequentò la bottega di Taddeo e Federico Zuccari, che viene tradizionalmente considerato suo maestro.

Nell'ultimo lustro di secolo ebbe diverse occasioni di lavoro: dalla tempera su muro con la Madonna e santi in S. Domenico (1596) alla tela con la Madonna della Cintola in S. Agostino e alle versioni gemelle dell'Ascensione per le chiese di S. Francesco e di S. Lucia (1600).

Elementi "zuccareschi" e "barocceschi", congiunti a un'acuta resa dei dettagli di estrazione fiamminga, sono le caratteristiche della sua produzione negli anni dal 1600 al 1620: basti ricordare la Madonna della Misericordia del Municipio di Gradara (1611), la Madonna in gloria tra santi e il piccolo Federico Ubaldo della Rovere in S. Filippo Neri a Sant'Angelo in Vado (1614), la Madonna e santi in S. Caterina a Urbania (1615) e il san Carlo in S. Giovanni a Pesaro (1616).

La sua opera più famosa adorna il soffitto dell'Oratorio del Nome di Dio a Pesaro, che fu realizzato dal 1617 al 1619.

Il suo stile segue il manierismo emiliano, caratterizzato dallo sfumato dei colori e dai corpi umani dalle linee armoniche. Tra i suoi allievi si annmoverano Simone Cantarini e Domenico Peruzzini. La sua morte è collocata poco dopo il 1636, anno in cui portò a termine la decorazione dell'Oratorio del Nome di Dio.